“SPECIAL” GUZZI – La bell’idea di Claudio Garibbo
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“SPECIAL” GUZZI – La bell’idea di Claudio Garibbo

L’idea di farsi una special gli frullava in testa da 2-3 anni. Da tanto, Claudio Garibbo, vicepresidente del club “Anonima Guzzista Alpi Marittime”, il cuore che batte col ritmo dei pistoni della Guzzi da sempre e cinque “aquile” nel garage con quest’ultima nata, si guardava attorno alla ricerca della moto giusta per la trasformazione che aveva in testa.

“Doveva avere il telaio adatto, una buona maneggevolezza e soprattutto prestarsi ad una serie di modifiche”, dice Claudio con gli occhi che brillano dalla soddisfazione di raccontare la sua storia.

A conti fatti, la moto che cercava era una “Nevada”, anche perché, avendone avute già due, ne conosceva pregi e difetti, in particolare la versatilità.

Passa un anno senza frutti, poi, un  giorno, durante il giro settimanale in bici con gli amici del pedale sulle strade dell’imperiese dove vive, un vecchio compagno di scuola gli dice: “Cerchi una Nevada da trasformare? Ti regalo la mia, non la uso da tanto”.

“Da tanto tempo, che l’ho recuperata in un pollaio, nascosta dalle ragnatele e mezza mangiata dalla ruggine”, dice Claudio con una nota d’orgoglio per aver salvato dalla demolizione proprio la moto che, 11 anni prima, lui stesso aveva fatto comprare all’amico.

Trovata la moto, arriva il momento della prima riunione di famiglia.

Sì perché questa è anche la storia d’una special nata in famiglia, un’avventura creativa in cui ognuno mette del suo: Claudio, che ha “tutto in testa”, come dice lui, ha il ruolo dell’”art director”; il fratello della moglie, Carlo, meccanico a 14 anni per passione, poi capofficina alla Riviera Trasporti, affonderà le sue sapienti mani nei meandri della moto da trasformare; infine c’è il fratello di Claudio, Federico, grande amore per l’intaglio del legno e “responsabile” della coraggiosa scommessa dell’appassionata combriccola under 70.

La “responsabilità” se l’è presa tutta quando al fratello che gli annunciava di voler fare “una moto davvero speciale” ha avuto la bella idea di rispondere: “Allora falla in legno”.

Una sfida già lanciata nel 1885 da un certo Gottlieb Daimler, il primo a tentare una produzione di motocicli, proprio con una due ruote interamente in legno, che raggiungeva la fatidica velocità di 12 chilometri orari!

Daimler dovette poi abbandonare l’idea ed ebbe in seguito miglior fortuna con le auto che presero il suo nome.

Ma le sfide piacciono ai tre imperiesi che, in omaggio alla terra delle olive taggiasche e di uno dei migliori oli italiani, si mettono alla ricerca di un pezzo di ulivo, ben stagionato e soprattutto con belle venature. Fortuna vuole che sulla scena compaia un amico che, 30 anni prima, aveva tagliato alcune tavole d’ulivo..

La materia prima è completa e pure la location per creare la special: un vecchio locale attrezzato in fondo ad un cortile dal padre di Carlo, che lavorava sui motori marini, oggi teatro dell’hobbistica di famiglia.

C’è tutto quel che serve: dal banco col tornio ad un argano che tornerà sicuramente utile. E’ qui, in piedi sul pavimento annerito da anni di sgocciolature di lubrificanti o appoggiati ad una Fiat ‘600 appena restaurata, che s’incontrano, la sera, per ragionare su come riportare a nuova vita la vecchia “Nevada”.

Primo punto su cui l’accordo è unanime: tutti i pezzi devono essere rigorosamente Guzzi.

Secondo: meglio non esagerare con il legno che si decide di limitare al codino ed ai due fianchetti.

Terzo: la natura originaria della moto, quella custom, va dimenticata, in quanto Claudio ha già tre “California” e ora vuol farsi una comoda stradale, ma con  forte personalità.

Per questo, mentre Carlo comincia a smontare la “Nevada”, è l’”art director” che si mette a cercare i pezzi da rinnovare.

Per il manubrio la scelta cade su quello della “850 T5”, moto che Claudio conosce bene, avendone una della Polizia Stradale, splendidamente restaurata, e che aveva preso con un manubrio di ricambio. Il serbatoio viene sostituito con quello della “V50”, recuperato nella vecchia officina dell’ex concessionario Guzzi di San Remo, meta di guzzisti da tutta la Liguria e dal basso Piemonte. I cerchi arrugginiti sono sostituiti con gli originali, nuovi di zecca, sulle ruote pneumatici Metzeler e freni Brembo nuovi, le marmitte basta lucidarle.

Poi è la volta del motore: per dargli un look più grintoso, si elimina il grosso filtro davanti ai cilindri e si dotano i carburatori Dell’Orto di due bei tromboncini anni ’60.

Ma il lavoro più impegnativo è quello sul legno: il pezzo di ulivo disponibile è uno solo e non sono ammessi errori, per cui si decide di studiare il codino da realizzare attraverso disegni e un prototipo in abete.

Solo questa fase richiede due mesi di lavoro. Poi si passa all’ulivo e qui le cose si fanno difficili perché Federico, per fare il codino, deve incollare insieme tre parti di legno cercando di mantenere la continuità delle venature, come se fosse un pezzo solo.

Più semplice la costruzione dei fianchetti che sono ricavati da un parquet.

Montate tutte le parti in legno sul telaio, verniciato nel frattempo d’arancione, la moto viene portata dal sellaio affinché quest’ultimo possa raccordare la sella alla perfezione con il codino e il serbatoio.

Il più è fatto, il resto sono piccoli interventi di maquillage alla ricerca del look più accattivante: ammortizzatori posteriori  “Gazi” regolabili a gas,  specchietti sulle manopole, pinze dei freni, coperchi delle valvole e molle arancioni, infine un bel cupolino (della Breva)  e collettori fasciati, passaggi d’obbligo per la special.

Un anno di passione e lavoro, durante il quale l’allegra combriccola si è coordinata perfettamente, nonostante l’impegno su più fronti.

Nessun dubbio neppure sul nome, quasi scontato: “Olivia”.. . Più difficile sarà sicuramente mettersi d’accordo sui turni per smanettare questa specialissima special con tre padri…

Daniele Diena

Articolo e foto sono tratti da “Bicilindrica-la rivista dei Guzzisti”

 

Per gli amanti della Guzzi da notare nelle foto:

  • la bellezza delle venature del legno nel dettaglio del codino.
  • ritratti anche gli artefici della special: al centro Claudio Garibbo, che l’ha ideata, a sinistra il fratello Federico che ha realizzato le parti in legno, a destra Carlo Giusto che ha curato la meccanica.

 

24 Gennaio 2019

Autore:

redazione


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