STRAGI & COMPANY – LE RAGIONI DI PAPA BENEDETTO XVI°
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STRAGI & COMPANY – LE RAGIONI DI PAPA BENEDETTO XVI°

di Nino Lo Iacono

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Le notizie di stragi di innocenti non ci colgono più di sorpresa, forse perché avvengono lontano da noi, dalle nostre famiglie, forse… perché ormai ci stiamo abituando.

Ci resta solo il dolore di un momento o pari alla durata di una notizia di cronaca. Ormai ci stiamo disumanizzando.

Cosa sta succedendo a questo mondo? Cos’è che spinge l’uomo ad essere cattivo, ad affinare i sistemi per portare la morte fra gente innocente, fra bimbi sereni, fra donne incredule?

La storia ci insegna che le stragi fanno parte dell’umanità che ne è stata vittima ed artefice: il diluvio universale, la strage degli innocenti, le persecuzioni di seguaci di varie religioni, le vittime delle guerre, Auschwitz, per arrivare a quelle dei nostri giorni.

Queste sono incomprensibili come tutte le altre; sono ingiustificabili, sono esecrabili, non appartengono all’uomo quale entità capace solo di generare amore.

Cosa scatena nella mente di chi pianifica tali atrocità, le organizza, le giustifica?

Domande che da sempre scienziati e medici si sono posti senza avere risposte.

La mente di un uomo può concepire stragi di suoi simili solo perché questi hanno idee diverse dalle sue o hanno il colore della pelle diverso?

Tutto ciò è sicuramente irrazionale.

Penso che nelle menti di questi creatori di terrore si insinui qualcosa o qualcuno che modifichi il modo di vedere il mondo, di giudicare i suoi simili. Potrebbe essere una malattia o potrebbe trattarsi di una modifica da umano in un altro essere, le cui fattezze rimangono inalterate nella sua componente esteriore ma che diventano irriconoscibili nella sua parte intima.

La mente diventa imperscrutabile, illeggibile; come se di colpo, qualcuno o qualcosa avesse ucciso la parte buona che l’uomo si porta dietro sin dal suo concepimento e avesse ingrandito quella cattiva.

E’ come se, nella perenne lotta fra il bene e il male, fra il bianco e il nero, il nero, il male, avesse occupato tutto il cervello, cancellando persino l’anima.

Fortunatamente però siamo convinti che la maggior parte dell’umanità appartenga alla sfera del bene e che lotti per farlo trionfare. I risultati fin qui ottenuti ci fanno però immaginare che il male sia invincibile o che i buoni siano incapaci di debellarlo.

Queste forze oscure circuiscono, fino a soggiogarlo, l’uomo carismatico, che, a sua volta, ha la capacità di plagiare i più deboli soprattutto culturalmente, ma circuiscono anche i potenti, inculcando la falsa essenza della tolleranza, del dialogo, dell’occasionale buonismo di facciata. Tutto questo interagisce per fare trionfare il male.

Fino a quando questo buonismo, l’ipocrisia e le posizioni politiche interessate o d‘occasione, avranno primi piani per la gestione di questo assurdo fenomeno, il terrorismo si autoalimenterà.

La forza e il vigore del dialogo a tutti i costi, trova la sua genesi in una forma di politica autolesionista basata sulla forzata commiserazione e sulla ormai palese ipocrisia.

Atteggiamenti questi, figli di una ideologia nata da diversità ora religiose, ora economiche e quasi sempre politiche.

La salda contrapposizione di una volta, poggiata su blocchi dai connotati certi e dalle ideologie salde, paradossalmente, ci ha tenuti a riparo da esplosioni di cattiveria infettiva e collettiva che trova fra i presunti sfruttati di un tempo, terreno fertile per la semina e la crescita del morbo terroristico.

La politica internazionale che ha travolto, fra gli osanna generali, confini e credi, mescolando etnie diverse o aggiungendo ulteriore frammentazione ad aree geografiche già definite e stabili da tempo, sono fra le cause principali che stanno determinando rigurgiti di orgoglio soprattutto religioso, mai sopito, ma semplicemente tenuto a bada da governi che avevano fatto bandiera della forzata laicità.

Qualcuno continua a sostenere che la Religione sia l’oppio dei popoli, e, per far uscire i popoli da questo sonno artificiale,  tanti governi hanno perseguito in maniera sfrenata una laicità che, alla luce dei fatti, ha prodotto esattamente l’opposta reazione.

Quindi né in nome di un Dio, né in nome di una forzata laicità, che può sfociare in ateismo di Stato, debbono essere emanate leggi fondamentali. A nessuna delle due condizioni occorre ispirare alcuna carta Costituzionale.

L’equilibrio della mente sta nel poter discernere in maniera autonoma e senza l’assistenza di uno Stato, il proprio io, il proprio credo, la propria formazione culturale e religiosa. La base di ogni convivenza civile è la libertà di credo, senza alcuna imposizione tacita o palese.

L’uomo è un essere perfetto, capace di intendere e di volere da solo e nessun esame clinico riuscirà mai e penetrare nei suoi pensieri, a catturarne la sua intimità. Solo un altro essere può ribaltarne idee ed operato, inculcandogli le cose sbagliate in quella parte di cervello che l’ignoranza ha lasciato vulnerabile e perciò accessibile alla grettezza, all’avidità e all’odio.

L’occidente sta correndo rischi elevatissimi per questa anomala invasione di gente che trasporta il virus della incultura capace di infettare, anche chi pur nato in Europa, non ha mai abbandonato culture e credi di origine.

L’unico modo di porre argine e, speriamo, termine a questo triste fenomeno è garantire il diritto non ad emigrare ma, semplicemente a vivere dignitosamente nelle loro terre di origine.

Fra i capi di Stato di questi ultimi decenni solo Papa Ratzinger aveva visto lontano a proposito di questi enormi flussi migratori, invitando i potenti a garantire il diritto a rimanere e vivere nelle loro terre, promuovendo lo sviluppo di quelle nazioni. Diversamente appare tutta una speculazione, ove non si possa anche ipotizzare una lenta, continua islamizzazione del mondo Cristiano.

Solo Papa Ratzinger aveva intuito che il male assoluto stava infettando il mondo, tutto il mondo.

Papa Benedetto XVI° lo aveva detto e sostenuto, aveva ed ha ragione!

di Nino Lo Iacono

 

 

16 Luglio 2016

Autore:

redazione


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