STUDENTI – A Messina, in piazza, il 10 ottobre
Il comitato di organizzazione della manifestazione è un comitato unitario, nato dall’unione delle più diverse componenti della popolazione studentesca messinese, come il Movimento Studentesco Aut ed i diversi collettivi e gruppi studenteschi indipendenti degli Istituti messinesi, sulla base di una solida comunità di intenti ed obiettivi.
Infatti, per gli studenti, aprire le porte dei consigli d’amministrazione degli istituti ai privati, mentre da anni si riduce l’influenza dello Stato e la sua funzione di garante della Scuola pubblica, significa cedere definitivamente al modello di scuola americano, ove il mercato regola anche il mondo dell’Istruzione, decidendo la vita e la morte degli istituti, in base a quanto è appetibile l’offerta formativa di ogni singola scuola per i privati disposti a finanziarla.
Per ovviare al problema il comitato organizzatore ha proposto la creazione di un tavolo tecnico triangolare che veda riunite le dirigenze scolastiche degli istituti con carenze, i rappresentanti degli studenti e la Provincia di Messina.
INTRODUZIONE – LA RIFORMA DELLA SCUOLA NEGLI ULTIMI ANNI, LE NOVITA’ DI RENZI:
Questo nefasto progetto, mirante ad adeguare l’istruzione scolastica superiore esclusivamente alle necessità del mercato del lavoro precario, sta per venire ultimato dall’attuale governo, che si pone come obiettivo proprio quello di ultimare la larga autonomia scolastica nei confronti dello Stato (il che vuol dire, nella pratica, che per finanziarsi gli istituti dovranno ricorrere ad enti privati), iniziata con l’altrettanto nefasta riforma Berlinguer. Per Renzi e per chi è venuto prima di lui in questi ultimi vent’anni, è necessario che la Scuola non fornisca un’istruzione di base ad ogni singolo cittadino, indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza, in modo da potergli garantire l’accesso a qualsiasi ambito lavorativo, tramite il finanziamento ed il miglioramento del sistema scolastico pubblico da parte dello Stato.
E’ necessario invece, per costoro, appiattire la formazione scolastica alle esigenze di un mercato del lavoro sempre più precario, eliminando la funzione dello Stato come garante dell’istruzione dei propri cittadini, e sostituendo a questo le aziende private. Sarà il mercato a decidere se le offerte formative dei singoli istituti, ormai completamente autonomi, sono appetibili per il nostro mercato del lavoro, e di conseguenza redditizie e dunque finanziabili.
Di conseguenza, se le scuole stanno venendo trasformate in aziende, i presidi si trasformeranno in manager: è nella volontà del premier riformare tale figura, che dovrà occuparsi di rendere appetibile il proprio piano formativo per i privati che lo finanzieranno, i quali entreranno all’interno della gestione stessa dell’istituto, in quanto finanziatori, e nel nucleo di valutazione didattico, che avrà il compito di valutare i docenti scolastici, allontanando quelli ritenuti “non idonei”.. magari perché ancora troppo legati a Dante, a Leopardi, alla storia o alla filosofia, a tutto ciò che può insegnare ai ragazzi a sviluppare una coscienza critica.. quando quel che bisogna insegnare oggi ai ragazzi, è come lavorare bene in un call center otto ore al giorno, rigorosamente con un contratto a tempo determinato.
Non è più tempo per lo Stato, non è più tempo per la cultura, per questi signori. E’ soltanto il tempo del mercato e dei suoi interessi.
I PROBLEMI DELLE SCUOLE MESSINESI:
Sono stati segnalati dai ragazzi delle diverse scuole problemi comuni a diversi istituti: l’assenza di materiali didattici sportivi è un problema comune sia all’Istituto F. Bisazza che all’ITI Verona Trento, e di conseguenza all’istituto ad esso accorpato, il Majorana Marconi. Quest’ultimo risente anche di carenze a livello infrastrutturale (i cortili interni della scuola sono inagibili da un anno), e didattico (la scuola è in possesso di un laboratorio musicale inutilizzato, pare, per mancanza di personale qualificato). Per quel che concerne la didattica sportiva, l’istituto ITI Verona Trento risente non solo della mancanza di strumenti didattici indispensabili all’attività fisica, ma possiede una palestra totalmente inutilizzata, mentre il Marconi possiede la palestra, ma è inutilizzabile per via dell’assenza di personale ATA e dei suddetti materiali didattici;
L’Istituto F. Bisazza risente della mancanza di un’infermeria e dell’annesso materiale medico indispensabile per rendere una scuola a norma di legge, mentre tuttora a molti studenti del Verona Trento e dell’ITN Caio Duilio non è chiaro se le soluzioni che pare siano state elaborate dalle dirigenza scolastiche dei propri istituti per risolvere il problema della mancanza di classi, effettivamente porteranno alla risoluzione completa di tale problematica, senza, soprattutto, generarne di nuove.
Per quel che concerne invece l’Istituto artistico Basile, il problema è strettamente logistico: il nuovo plesso all’Annunziata non è in alcun modo collegato alla fermata del tram, impossibilitando ai ragazzi l’arrivo in orario alle lezioni, senza sgravarli minimamente da alcuna spesa per il trasporto, mentre le diverse promesse di navetta scolastica sono state puntualmente disattese, mentre dal Comune è arrivata la proposta di collegare la fermata all’Istituto con un navetta, che altro non è che un bus di linea, con la capienza massima di 150 posti. Per 500 studenti, pare una soluzione poco pragmatica.
La proposta principale del Movimento Studentesco è quella di istituire dei tavoli tecnici mensili che riuniscano le vertenze studentesche, le dirigenze scolastiche e le istituzioni competenti, in modo che gli studenti possano sapere nel dettaglio quali problemi impediscono agli istituti di risolvere i propri problemi, ed in modo che possano prendere parte attiva e propositiva nell’elaborazione di soluzioni alle carenze degli istituti.
Inoltre, all’interno del più ampio Movimento Studentesco, Aut ha elaborato una serie di proposte che riguardano nel dettaglio i singoli istituti: l’ITI Verona Trento, nel proprio plesso A, possiede capannoni pieni di macchinari risalenti a diversi decenni fa ed anche più, per via del prestigiosissimo passato dell’Istituto, da sempre all’avanguardia in Italia nella ricerca e nel progresso tecnico-scientifico; tali macchinari sono a tutti gli effetti un pezzo di storia, perché lasciarli nella polvere? Perché, con l’aiuto delle istituzioni competenti, non aprirli sia agli studenti dell’istituto, sia alla cittadinanza, come un vero e proprio museo del progresso tecnico-scientifico di un Istituto dal glorioso passato, e con enormi potenzialità per rendere glorioso anche il proprio futuro?
Perché non avviare un progetto comune a tutte le scuole sulle Aule Autogestite dagli studenti, loro diritto sancito dalla legge, elaborando percorsi comuni di didattica alternativa extracurriculare, con illustri personaggi dello spettacolo, dell’arte, del cinema (ricordiamo quando, grazie al progetto Aula Aut Maurolico, all’interno del Regio Liceo venne a parlare di mafia Ninni Bruschetta)?
Perché limitare le potenzialità e le aspirazioni dei singoli studenti, quando le si può stimolare in ogni modo?
PIANO NAZIONALE E REGIONALE:
MANCANZA DI FONDI:
DISOCCUPAZIONE GIOVANILE – DISINTERESSE DELLA POLITICA:
(Fonte: Education Of Glance)
EDILIZIA SCOLASTICA:
Chiediamo perciò che venga riaperto il tavolo ministeriale sul monitoraggio dell’edilizia scolastica e che ne vengano resi pubblici i dati, venga fatto un bilancio sulle cifre da utilizzare per la messa in regola e che essi vengano immediatamente stanziati.
INEGUALE SVILUPPO DELLE SCUOLE DEL MERIDIONE:
E’ evidente che siamo la palla al piede d’Italia solo perchè i nostri governanti cercano in tutti i modi di ostacolare lo sviluppo del Meridione e della nostra terra, in primis tagliando la cultura.
BASTA FONDI ALLE SCUOLE PRIVATE! :