Nel difficile periodo storico contrassegnato dalla Seconda guerra mondiale in Italia, si consuma la dolorosa epopea di una donna fragile che conoscerà il dolore della prigione e la solitudine del manicomio. Si sviluppa così un racconto tragicomico, irresistibilmente tenero. Emerge la straordinaria efficacia di Dacia Maraini nello scandagliare l’animo femminile e nel rivelarne gli aspetti più nascosti attraverso una scrittura naturale e sempre comprensibile.
Prima era un romanzo, «Memorie di una ladra», pubblicato nel 1972. L’ anno dopo diventa un film, «Teresa la ladra». Ora approda al teatro. L’autrice è sempre la stessa, Dacia Maraini. Cambiano le interpreti: sul grande schermo, Monica Vitti; in palcoscenico, Mariangela D’ Abbraccio. Lo spettacolo, con la regia di Francesco Tavassi e con le musiche inedite di Sergio Cammariere, va in scena nell’ambito della sezione Teatro di Taormina Arte diretta da Simona Celi.
Questo spettacolo è quasi un’operetta musicale, una forma di teatro-canzone, una produzione originale che arriva a Taormina con la “colonna sonora” composta da Sergio Cammariere oltre ad alcuni brani originali, composti su testi della stessa Maraini.
«Mi sono divertita ad adattarlo drammaturgicamente – ha affermato Dacia Maraini – ho dovuto lavorare molto sulla lingua, che non deve essere dialettale, ma risultare quella popolare di una donna semianalfabeta. Quella di Teresa, infatti, è una storia da “romanzo picaresco”».
Approfondendo l’aspetto musicale, l’incontro tra Dacia Maraini e Sergio Cammariere ha dato vita a nove canzoni inedite, alcune dotate di una struttura tipicamente “villanesca”. In altri brani, riecheggia la canzone popolare e la chanson dramatique con tarantelle, madrigali e filastrocche. Un immediato e importante riferimento è quello delle opere del grande chansonnier Georges Brassens. I temi della guerra, della prigione e della violenza sono gli stessi già raccontati dal grande Maestro, con la sua ironia un po’ amara, dissacrante, divertita, quasi da cabaret e la sua profondità densa di allegorie della drammaturgia. Più che di canzoni si tratta allora, di piccole opere d’arte che raggiungono rari picchi di espressività. Ognuna di esse è, infatti, un quadro ben preciso, netto, pennellato con grande vigore e intensità dalle musiche di Sergio Cammariere, già noto al grande pubblico per le sue doti di raffinato pianista, autore e interprete e ora finalmente disposto a una primissima incursione nel teatro con estrema versatilità, a conferma di una personalità artistica multiforme, viva e poliedrica.
“Teresa è una donna coraggiosa che ho conosciuto in carcere mentre facevo un’inchiesta sulle prigioni femminili – ha raccontato Dacia Maraini-. Mi ha colpito di lei il fatto che fosse analfabeta, ma avesse una intelligenza originale e vivacissima, che fosse generosa, intraprendente, pronta a fare dell’umorismo su di sé e sugli altri. Ho aspettato che uscisse dal carcere – ha proseguito la Maraini – sono andata a trovarla ad Anzio dove abitava e le ho chiesto di raccontarmi la sua vita. Da lì è nata un’amicizia che poi è continuata fino alla sua morte. Dalle nostre conversazioni, e dai tanti ritratti che ho fatto delle carcerate, è nato un libro e poi un film che Monica Vitti ha interpretato con grande piglio e sapienza. Un personaggio pronto a trasformarsi e prendere corpo in attrici di diversa provenienza, ma unite dall’amore per gli esclusi e gli emarginati”.
“Inoltre – ha dichiarato l’autrice – Mariangela D’Abbraccio, un’attrice che stimo per la sua dolcissima determinazione e il suo amabile ardimento, mi ha chiesto di farne un monologo. Ed eccoci qui, accompagnati dalle bellissime musiche di Sergio Cammariere, a portare ancora una volta davanti al pubblico questo straordinario personaggio, nato in un’Italia dai tempi duri e difficili, ma anche pieni di sogni e metamorfosi umanissime”.
LA DRAMMATURGIA CIVILE
Sabato 30 luglio, alle ore 18, nel giardino di Palazzo Corvaja, avrà luogo un incontro dal titolo: “La drammaturgia civile”, inserito nel cartellone della sezione Teatro di Taormina Arte. Al forum prenderanno parte Vincenzo Pirrotta, Marco Baliani, Gabriele Vacis, Monica Centanni, Maria Maglietta e Felice Cappa, quattro tra gli . scrittori più rappresentativi della drammaturgia civile contemporanea.
“L’incontro di Taormina – ha spiegato Vincenzo Pirrotta – vuole sottolineare l’importanza che il teatro di impegno civile ha nella drammaturgia italiana , teatro nel quale mi sono dedicato in diversi spettacoli contro la mafia e contro la pedofilia nella Chiesa cattolica, che rappresentano per me un buona parte della mia teatrologia. Oggi più che mai è fondamentale che il teatro si riappropri della sua funzione originaria, che è quella di sottolineare e rappresentare una voce critica rispetto alla società. Così avveniva al tempo dei Greci, dove tutto si fermava quando c’erano gli spettacoli teatrali. Oggi tutto ciò è importante perché la società di oggi sta crollando verso il baratro, c’è una perdita della morale. Il teatro oggi diventa rivoluzionario. La rivoluzione che intendo io, e parlo a titolo personale, è una rivoluzione delle coscienze”. “Io dico sempre che se anche un solo spettatore, dopo un mio spettacolo, ha avviato un percorso di pensiero, di riflessione – ha concluso Pirrotta – la mia rivoluzione ha avuto il suo compimento”.
“Il teatro è una forma di convocazione di persone – ha detto da parte sua Marco Baliani – che vengono ad ascoltare qualcuno. Insistere sul civile può essere utile per capire di quali contenuti si deve occupare il teatro”.
Domenica sera (31 luglio) alle ore 21,30, ultimo atto del progetto “Sicilia caput humanitatis”, il trittico fortemento voluto da Simona Celi, direttore artistico della sezione teatro di Taormina Arte, dedicato ai temi dell’accoglienza, dell’incontro tra culture diverse e dell’emigrazione in un’isola. Nel teatro del Parco Duca di Cesarò andrà in scena di “Terra promessa! Briganti e migranti” di Marco Baliani e Felice Cappa, con Marco Baliani, Salvo Arena, Naike Anna Silipo, Aldo Ottobrino e Michele Sinisi.