La commemorazione di oggi attraverso l’attualissimo commento del sindaco.
Ricorre oggi il 76° Anniversario della Liberazione dell’Italia dall’oppressione di una dittatura e di un occupante straniero che si sono resi artefici di innumerevoli lutti, di dolore incommensurabile e della privazione per tutti gli italiani delle libertà più elementari.
I nostri anziani hanno vissuto quel tempo. La gran parte di noi possono averne avuto notizia solo attraverso gli studi e le letture e grazie ai racconti ascoltati dalla viva voce di chi c’era.
Anche adesso abbiamo tutti un forte desiderio e coltiviamo sogni e ideali di liberazione, prima di tutto, dalla pandemia che ha funestato il mondo negli ultimi mesi ma anche da tutte le ingiustizie, dalle iniquità, dal bisogno, dalle limitazioni della libertà, dalle guerre.
Chi può sapere se e quando, anche in piccola parte ciò si realizzerà. La Festa di oggi ci ricorda, però, che è possibile che ciò accada, che le varie liberazioni sono alla portata dell’umanità.
Ricordiamolo e facciamone motivo di vita vissuta.
Centotrenta cadaveri, finiti in fondo al Mediterraneo nei giorni scorsi, appartengono a nostri simili che hanno gridato a gran voce “liberazione”, ciascuno una sua liberazione.
Il loro grido, purtroppo, è rimasto inascoltato.
Non da me, non da te. Ma da tutti i popoli che si affacciano sul Mediterraneo ad opera di quanti, avendo autorità e mezzi per intervenire, sono rimasti sordi ed immobili.
Un pensiero anche a queste donne e a questi uomini che non ci sono più e che sarebbe bastato poco perché ci fossero ancora.
Nella giornata della Liberazione ricordiamo che dobbiamo liberarci anche da certe forme di cecità, di sordità, di individualismo e di immobilismo per puntare alla Liberazione di tutti e non solo di quanti stiamo vivendo in un nostro orticello confortevole.
il partigiano ficarrese Amedeo Piraino

Un contributo importante, in questa giornata di ricordo e di memoria, arriva dal giornalista Franco Tumeo, che rammenta la storia del partigiano ficarrese Amedeo Piraino.
Piraino fu comandante in capo delle cinque brigate “Mazzini” attive in Lombardia dal giugno 1944. “Pur essendo stato tra i protagonisti della Resistenza, la figura di Piraino e il ruolo rivestito – scrive Tumeo – sono però del tutto sconosciuti nel paese natio dove il ricordo è stato inspiegabilmente consegnato all’oblio”.
La partigiano siciliano Milano gli intitolò una via ed ora Tumeo annuncia che la sua storia diverrà un libro biografico.
Piraino morì a Milano il 25 febbraio 1988, dove svolse la sua professione da medico.