Un nuovo Social Network sta spopolando in quest’ultimo periodo in Italia. Foursquare, ha un funzinamento semplicissimo: quando ci si trova in un luogo basta effettuare il check-in (e, se si vuole, aggiornare con esso il proprio status di Facebook e Twitter), accumulando punti e vincendo dei badge che possono essere di vario tipo.
Quanti più check in si effettuano in un luogo tanto più alta è la possibilità di diventare mayor di quel posto; inoltre ciascun utente è inserito in una classifica comparativa con i propri amici basata sui punti accumulati e può inserire consigli e commenti sui posti visitati.
E’ evidente dunque che ci sono dei luoghi particolarmente significativi perché legati a brand specifici: Starbucks, ad esempio, ha pensato di sfruttare Foursquare dando ai propri clienti/utenti la possibilità di conquistare il badge “barista” dopo 5 check-in nei loro punti vendita.
E si vocifera già che le intenzioni della nota catena di caffetterie vadano nella direzione di offrire in premio tariffe speciali o inviti ad eventi.
Sul versante cibo, invece, Foursquare aveva stretto accordi con la catena di ristoranti Zagat per la promozione della campagna “Foodie Love”. Oltre al badge, gli utenti più attivi – i mayor – avevano la possibilità di rispondere a delle video interviste online: una mossa nella direzione del dare la parola agli utenti e confidare nei clienti che più di altri mostrano alta fedeltà al marchio.
Restando al settore cibo, va osservata anche la strategia messa in campo da Pepsi. Quest’ultima si è mossa sulla strada della brand loyalty e degli incentivi all’utente con il lancio di Pepsi Loot, applicazione di location basement che offre download musicali sulla base dei punti accumulati con i check-in. Il sistema di locating è dunque simile a quello di Foursquare ma per il momento le due cose resteranno separate. In realtà, però, sembra sia in programma anche una partnership con la fortunata impresa americana: ha senso però una strategia di questo tipo o non sarebbe forse stato meglio unire entrambe le cose? Probabilmente la risposta al problema è nel fatto che Pepsi Loot si configura un po’ come una caccia al tesoro degli hotspot per i check-in, ed è probabilmente questo l’aspetto non integrabile con Foursquare.
Quest’ultimo, per la sua stessa natura di applicazione geocentrica, ha avuto anche un impiego a fini turistici: così a Chicago è possibile conquistare una serie di badge legati all’esplorazione di precisi luoghi.
Simile l’idea di Metro News, quotidiano gratuito, che in Canada ha trasformato il proprio account in una sorta di guida ai posti e ai locali più significativi con tanto di recensioni.
Nel mondo della carta stampata si sono uniti a Foursquare anche il Wall Street Journal e il New York Times (per ricevere utili consigli e suggerimenti sui luoghi durante le olimpiadi canadesi) con relativi badge.
In realtà il connubio Starbucks + brand funziona benissimo anche nella promozione di prodotti audiovisivi ed è forse in quest’ambito che si sono registrate le iniziative più originali.