Ad esprimerlo le varie associazioni del mondo dell’artigianato regionale tra cui Confartigianato, Confederazione Nazionale Artigianato, Casartigiani e Confederazione Libere Associazioni Artigiane Italiane
A fronte delle recenti notizie diffuse a mezzo stampa che hanno paventato una possibile fusione della Crias – Cassa Regionale per il Credito alle Imprese Artigiane con l’Ircac – Istituto Regionale per il Credito e la Cooperazione, Confartigianato, Confederazione Nazionale Artigianato, Casartigiani e Confederazione Libere Associazioni Artigiane Italiane hanno mostrato il proprio dissenso e si sono schierate apertamente contro la manovra di accorpamento, ipotesi nata dopo un iniziale propositi di accorpamento degli enti che pare essere andato a vuoto.
“La misura è colma, stiamo assistendo all’ennesimo pasticcio ed inversione di rotta della Regione – affermano le organizzazioni degli artigiani – a proposito del futuro del credito agevolato.
Dopo riunioni, incontri, promesse, oggi si parla di altro e la politica battibecca attraverso i giornali. L’Assessore alle attività produttive Turano e l’Assessore all’economia Armao si muovono lungo due lunghezze d’onda differenti, ma in gioco ci sono i soldi degli artigiani”.
Urgente allora è l’aggettivo giusto da usare in questo caso per definire il bisogno, l’esigenza che le associazioni artigianali riscontrano di avere risposte e certezze.
Proprio per questo motivo hanno chiesto un incontro al Presidente della Regione, Nello Musumeci nel tentativo di fare chiarezza:
“Soltanto Musumeci – affermano i portavoce – può, al di sopra dei suoi assessori, comunicarci la reale strada che il governo intende intraprendere. Al Presidente della Regione chiederemo le garanzie su quale fine farà il credito agevolato delle imprese.
Non comprendiamo come mai non siamo stati resi partecipi di questo inspiegabile cambio di rotta.
Non permettiamo a nessuno di cancellare questo strumento di importanza vitale per le nostre imprese artigiane.
Il credito agevolato va garantito da subito senza interruzione alcuna. Qualora dalla Regione non giungessero risposte certe e immediate, le imprese scenderanno in piazza al fine di far valere le proprie ragioni”.
Vittorio Tumeo