Operazioni di voto concluse.
A votare sempre meno santagatesi, probabilmente stanchi di dovere essere costretti a scegliere da quasi un quarto di secolo sempre tra le stesse proposte. Non so chi vincerà e poco mi importa. Mi interessa molto di più stigmatizzare che, purtroppo, c’è stato .
Quelli depositati e distribuiti sono generici, neutri, evanescenti.
E’ chiaro che tutti vorrebbero il (ognuno a modo suo), ma nessuno ci parla delle decisioni relative alle sua gestione dopo il completamento.
Tutti vorrebbero ottenere dal Governo Regionale (che decide sulla nostra sanità) , ma nessuno ci ha detto come pensa di farlo, se non ostentando come in processione deputati vari, che però quasi tutti c’erano anche ieri e l’altro ieri, per cui non si capisce finora di che si sono occupati.
Tutti vorremmo l’asse viario e una città meno strangolata dal traffico, ma nessuno ci ha parlato di come si intende ridurre l’uso dei mezzi e di come incentivare la mobilità sostenibile interna.
Tutti parlano di decoro e recupero del centro storico, ma nessuno dice che “centro storico riconosciuto e tutelato” a Sant’Agata, non è neppure Via Roma, con la sua splendida porta della città. Si è parlato vagamente di valorizzazione della fiera storica, ma nessuno dice come intende farlo, neppure per grandi linee.
Tutti parlano del verde e delle manutenzioni, ma negli ultimi dieci anni hanno fatto acqua da tutte le parti e nessuno, neanche questa volta, ha detto come intende affrontare questa porzione del quotidiano.
Tutti parlano delle mareggiate, di muri e strade, ma nessuno ha un’idea vaga del rapporto tra lo sviluppo urbano di Sant’Agata in relazione al proprio litorale e più in generale del consumo del territorio e del suo rapporto atavico col mare e nessuno ne parla, se non quando si devono imbonire i pochi pescatori rimasti.
Non una parola su come si intende intervenire per mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Abbiamo assistito invece alla solita rappresentazione personalistica e paternalistica della politica locale e territoriale, che manca di respiro, visione e programmi.
Abbiamo assistito invece alla e territoriale, che manca di respiro, visione e programmi. Alla solita contrapposizione eccessiva, vissuta quasi esclusivamente sul piano personale.
Non era questo che da Santagatese avrei voluto.
Alle note autobiografiche dei candidati, di cui avrei fatto volentieri a meno, avrei preferito maggiore attenzione per la vita di tutti, per la vita della comunità, che è quella che mi interessa di più.
Chiunque amministrerà questa città non potrà più farlo da solo. Serve il coinvolgimento vero della società civile e di tutte le componenti politiche e sociali. Serve l’attivazione di ogni strumento che incentivi la partecipazione del cittadino alle scelte concrete che lo riguardano e che non posso essergli calate dall’alto.
Se così non sarà, tra qualche anno questa città sarà il fantasma di se stessa.