A memoria d’uomo a Messina non si ricordano campagne elettorali di questo tipo.
E c’è un perché: non c’è mai stato un candidato che somigliasse neanche lontanamente a Renato Accorinti, storico eco-pacifista che da oltre 40 anni si batte per i diritti ed una sana convivenza civile a tutto campo, come nessun altro.
E’ questa l’ “anomalia”, ed anche la speranza costruita, insieme, da tutti coloro che, sempre di più, giorno per giorno ed ora dopo ora, si stanno riconoscendo nel suo disegno e nei suoi ideali.
“Renato Accorinti Sindaco – Cambiamo Messina dal basso”, ancor prima della consultazione elettorale del 9 e 10 Giugno, al di là di come andrà a finire, è un progetto che ha già vinto, perché è già scritto nella storia. Questo, al di là del fatto che sondaggi, voci ed opinioni che girano in città, dimostrano quanto il popolare insegnante di educazione fisica “semplicemente sindaco”, stia raccogliendo così tanti consensi da renderlo l’autentica rivelazione di questa campagna elettorale.
Ciò fa preoccupare, e non poco, gli altri contendenti alla carica di primo cittadino che, fatta qualche ovvia e doverosa eccezione, rappresentano la “vecchia” politica, ossia quella che, seppur in misura differente a seconda dei suoi rappresentanti, ha portato Messina al declino sociale, economico e culturale.
Ed a proposito di vittorie, è doveroso tener conto di quella registrata dall’eco-pacifista messinese, insieme a tutto il movimento No Ponte, riferita al fallimento, senza mezzi termini, del progetto della mega – opera, “bocciato” dalla storia, ed imploso nelle mani di una classe politica che egli ha sempre avversato.
Quello di Accorinti con la città è ormai un abbraccio continuo, un rapporto d’amore che non conosce flessioni in un susseguirsi di eventi vissuti con sentimento e senso di partecipazione, con semplicità e convivialità, senza alcuna retorica. Incontri e dibattiti nelle piazze della città, in tutti i quartieri ed i villaggi, nei cortili, sulle scalinate, dentro i condomini ed in tantissime case private in cui si raduna la gente, ne sono la dimostrazione. In questi “luoghi d’incontro”, gli fanno da supporto, tra gli altri, i candidati della lista in Consiglio Comunale, tutte persone che, a vario titolo, hanno vissuto e condiviso campagne a sostegno dei diritti civili, delle minoranze, dell’ambiente, ed in generale, sui più importanti temi sia a carattere locale che nazionale. A loro si aggiunge tanta gente comune che intende, in vari modi, dare il proprio contributo, aiutando lo storico portavoce del Movimento Nonviolento a tessere un fitta tela di consensi che porti la città dello Stretto ad essere “cambiata dal basso”. Con tutto ciò, Accorinti non rinuncia certo ai dibattiti televisivi o sul web, laddove qualcuno potrebbe metterlo in difficoltà: lui, abituato da sempre a gettare il cuore oltre l’ostacolo, non teme neppure le situazioni in cui la forma, talvolta, sta al pari o supera addirittura la sostanza.
L’essere e sentirsi “uomo comune, uno fra tutti”, con l’umiltà e la semplicità che lo contraddistinguono, fa sì che Accorinti non esponga parte della sua storia che lo inquadra tra i “grandi”. Eppure egli, grazie alle sue battaglie, con quel simbolo No Ponte che porta scritto sul cuore e sulle magliette, è sicuramente tra i messinesi più famosi oltre i propri confini territoriali. In tal senso basta citare due casi, tra i tanti che si hanno a disposizione, in cui ha parlato dinnanzi a centinaia di migliaia di persone (quale “politico” messinese l’ha mai fatto?): “No Berlusconi Day”, Roma, 5 Dicembre 2009 e la Festa per l’Unità d’Italia, Napoli, 17 Marzo 2011.
Adesso ci sono i numerosi gruppi di cittadini che l’attendono e l’accolgono in ogni angolo, in varie ore del giorno, dal mattino alla sera. Avantieri, per documentare uno di questi incontri, l’abbiamo seguito ai piedi della scalinata Santa Marta, uno degli angoli più belli e sottovalutati della città, che collega l’omonima via a viale Italia, ossia la “circonvallazione”.
Renato Accorinti, a braccio, estemporaneamente e senza alcun microfono, parla alle persone radunate ai piedi della scalinata, incontrando i loro sguardi, rispondendo alle loro battute, interessate ed incoraggianti, e percependo sensazioni che in altro modo non è possibile percepire.
Parla di esperienze di “bene comune”, lui che se lo può permettere, essendo l’unico tra i candidati a sindaco che ha seguito gli ultimi eventi cittadini legati al “Teatro Pinelli” che hanno dato seguito a dibattiti costruttivi anche con giuristi d’eccellenza come Ugo Mattei che sta studiando “sul serio” la materia. Non a caso Accorinti ha previsto a tale scopo un assessorato ad hoc: strumento fondamentale per il futuro di Messina, considerata la crisi economica con la mancanza di fondi che metterà al tappeto qualsiasi altro amministratore abituato a fare politica solo ed esclusivamente maneggiando ed elargendo denaro pubblico.
“La bellezza è scambiare opinioni, trovare modi per andare d’accordo anche con chi non la pensa esattamente come noi. Lentamente, incontrando e conoscendo gli altri miglioreremo la nostra umanità, che è la cosa principale”, dice Accorinti, in uno dei suoi frequenti passaggi sul tema della convivenza civile. E precisa: “Il male peggiore è l’indifferenza. Non prendere posizione di fronte alle ingiustizie, accanto a chi subisce gli oppressori, è una vigliaccata. Ci hanno massificato pensieri e sogni e per questo dobbiamo reagire. Un essere umano è un essere speciale. Quando si fa qualcosa di umanamente buono ci si sente più tranquilli e sereni”. Cita, andando avanti su vari esempi di civiltà, cultura e buona politica, personaggi come Sandro Pertini, Paolo VI, Martin Luther King. Ma anche nostri “conterranei” come Giovanni Impastato, fratello di Peppino, ed il compianto, indimenticato sindaco di Reggio Calabria, Italo Falcomatà. Racconta, quindi, storie vissute accanto ad un suo grande amico e maestro di vita, il priore Arturo Paoli, religioso e padre spirituale di altissimo profilo che il prossimo novembre compirà 100 anni.
Appena si concentra su Messina, il suo pensiero è inequivocabile: “Da 60 anni chi va al potere ha fatto affari e sottomesso la gente per veder accrescere quel potere sempre di più. Questo, purtroppo, l’abbiamo permesso noi tutti. Non ci dobbiamo rassegnare, niente è fermo, tutto cambia. Io non chiedo il voto, ma molto di più, chiedo la partecipazione. Se non partecipiamo abbiamo già perso. Il miglior sindaco del mondo di fatto non esiste, perché è costituito dalla gente, dai cittadini tutti insieme”.
E sulla campagna elettorale: “Votare l’amico in quanto tale o chi ti fa promesse è una prostituzione. Un cittadino col proprio voto compromette la vita di tutti. Non sopporto che si calpestino i diritti di qualcuno, il nostro impegno inizierà considerando gli ultimi e i bambini”. Va, quindi, sull’argomento che da tempo considera prioritario: “C’è crisi, tagliamo il superfluo, ma ai nostri figli non togliamo la cultura”. E sull’argomento che più gli sta a cuore, torna su un evento di Messina organizzato che ha sempre avversato, facendo un paragone originale: “Fare solo una Notte della Cultura è come far trascorrere ad un figlio in un anno un solo giorno di scuola”.
E ribadisce il suo intento su cultura ed aggregazione a Messina, che interessa 21 scuole dismesse: “Sono una ricchezza immensa e dobbiamo ristrutturarle con l’aiuto della gente del posto affinché ciascuna diventi il loro luogo di incontro, la loro casa comune”.
Prosegue, allora, accennando altri punti del suo programma ad alto contenuto sociale e urbano: “Trasformiamo Messina in una grande comunità. L’obiettivo è costruire una città di relazioni con adeguati spazi per la socializzazione, e per gli incontri culturali, con tanto verde pubblico”. Ed ancora: “Liberiamo il Palacultura e rendiamolo funzionale solo per la cultura”. Accorinti si affida, quindi, con passione ed ottimismo, ad un esempio di città che per strutture e qualità della vita per noi appartiene all’utopia ma che può contribuire come stimolo per crescere e migliorare: Berlino. E’ superfluo aggiungere altro.
Passa allora, alla mobilità urbana e territoriale con i suoi due fiori all’occhiello: “Stiamo progettando la realizzazione della flotta comunale per l’attraversamento dello Stretto e libereremo la Rada San Francesco utilizzando per il traghettamento gommato il molo Norimberga”.
Il tutto, ovviamente, si inquadra dentro un diverso assetto di sviluppo: “Promuoveremo il made in Sicily attraverso artisti ed artigiani cui assegnare con pochi soldi tanti locali tra cui quelli dell’ex Fiera per realizzare dei laboratori aperti. Chiederemo loro in cambio solo di organizzare dei corsi gratuiti per i bambini messinesi”, precisa, tra l’altro, il candidato sindaco.
E quanto a qualità della vita non poteva mancare l’aspetto della raccolta dei rifiuti, portando un esempio cittadino che a dispetto dei pregiudizi che gravano sulla zona è una piacevole sorpresa: “A Santa Lucia Sopra Contesse hanno fatto un esperimento porta a porta di raccolta differenziata con un risultato dell’80 per cento”. E avendo nel suo programma la strategia “rifiuti zero”, spiega perché finora Messina non l’ha attuata: “L’immondizia portata alla discarica di Mazzarrà è un affare per pochi, mentre la differenziata sarebbe un affare per tutti…”
Il programma di Accorinti, facilmente consultabile sul suo sito, è ampio e dettagliato. Nonostante ciò egli invoglia tutti a contribuire ancora per migliorarlo ed ampliarlo: “Non è un programma blindato – dice – apriamo insieme nuovi orizzonti. Quella che stiamo vivendo è un’avventura bellissima che ci rende oltremodo felici. Indipendentemente dall’esito elettorale, sul quale siamo molto ottimisti, dopo il 10 Giugno dobbiamo continuare sulla strada che abbiamo tracciato. Intanto ci siamo, e visto come vanno le cose, abbiamo già vinto”.
Corrado Speziale