Ho seguito questa campagna elettorale molto da vicino e alcune verità devono essere conosciute, perché come scrive Oriana Fallaci “…Ci sono momenti in cui parlare è un dovere morale”.
Scrive così la Marino in un lungo post su facebook. Una serie di commenti e di precisazioni che fanno riferimento, precisano, puntualizzano, chiariscono, quanto pubblicato su alcuni siti on line e sulla stampa in quest post elezioni sant’agatese ancora irto di “punti neri”.
La Marino, che ha seguito direttamente e spesso “dal di dentro” la campgana elettorale santagatese appena conclusa ha voglia di precsiare e puntualizzare – in riferimento alle analisi del voto fatto – che definisce così: “quest’analisi contiene delle imprecisioni che meritano di essere corrette. Rispetto il giudizio politico sull’opportunità di candidare a sindaco l’ex assessore Antonio Scurria e non entro nel merito, perché altro è ciò che m’interessa”.
Sulle preferenze Linda Marino dice, alludendo a quanto pubblicato: “Poco più di 1000 schede con la preferenza data dall’elettore ad un candidato delle liste a sostegno ma nessun voto espresso per il candidato Benedetto Caiola” – Sono esattamente poco meno di 1400.
In merito alle affermazioni sulla vice-sindacatura reclamata da Calogero Pedalà, fedelissimo del dott. Mancuso afferma che “E’ una notizia che mi lascia basita! Dalle mie informazioni ne il vice-sindaco Pedalà ne il presidente del consiglio Barone ne l’assessore Scurria ne l’assessore Caiola, hanno mai “reclamato” ma data soltanto la propria disponibilità, quest’ultimo successivamente rispetto agli altri. Quindi – continua la Marino – se dare la propria disponibilità significa “reclamare”: tutti hanno “reclamato” senza alcuna eccezione. E aggiunge “La candidatura dell’ ex assessore Caiola nasce dopo diversi tavoli a cui il senatore Mancuso aveva affidato la designazione, tra la rosa dei nomi, del candidato a sindaco”
La Marino, ovviamente sa quello che afferma, Caiola per la cronaca è suo cognato, ma l’analisi che lei fa, pur condizionata da questo rapporto di stima e parentela, vola alto, più alto da quello che potrebbe essere un condizionamento oggettivo. Da chi ha vissuta dal di dentro questa campagna.
“Il tavolo era composto dai cinque coordinatori delle cinque liste – scrive ancoar puntualizzando i fatti – Alla fine di diversi incontri non trovandosi l’accordo qualificato su un nome, tutti e sottolineo tutti, rinnovano al senatore Mancuso, già un’altra volta incaricato dopo una riunione al Miljunka, il mandato della designazione.
Il senatore Mancuso infatti la prima volta ritorna senza alcun nome, dichiarando che questo avrebbe dovuto essere il risultato di un accordo e non di una sua designazione.
Ma di fronte alle ripetute fumate nere e rinvestito per la seconda volta, compie la scelta.
Sul nome di Caiola non si levano opposizioni e se malumori serpeggiavano la responsabilità è di chi non li ha apertamente e lealmente manifestati, certo non dell’avv. Caiola che si sentirà e prodigherà il proprio impegno, quale espressione unanime della coalizione a servizio di un progetto politico a cui aveva negli anni partecipato e non come quello che certa stampa o certe affermazioni hanno inteso far passare: un candidato calato dall’alto contro la volontà di tutti!
Dice bene – scrive sempre la Marino – chi afferma che “L’avvocato Caiola è persona pregiatissima…” che afferma a seguire: “Di un pregio raro che mai lo avrebbe portato a quella candidatura se non gli fosse stata data la massima assicurazione di essere voluta e condivisa senza se e senza ma.
Mai un uomo del suo calibro e della sua statura morale , riconosciuta anche dagli avversari politici dal palco della vittoria, a cui sono seguite le pubbliche parole di ringraziamento soltanto del consigliere Gianluca Amata della coalizione Mancuso, avrebbe “scalzato” qualcuno spinto da velleità sindacali o ambizioni personali che non sono notoriamente scritte nel suo corredo genetico.
La Marino non commenta quando si dice su Caiola: “Non era la persona giusta da candidare a sindaco, in quella che è stata una campagna elettorale arroventata” men che mai l’ipotesi politica che il duello Sottile- Scurria sarebbe stato ben diverso, nè tantomento il dipinto scenario che la “mancata candidatura a sindaco del dott. Scurria ha fatto tirare un sospiro di sollievo dall’altra parte dello schieramento”. Ma sottolinea “Sono affermazioni opinabili che non correggo ma sulle quali esprimo la mia altrettanto opinabile considerazione:la presentazione della candidatura Caiola ha fatto ritirare all’altra parte dello schieramento, l’artiglieria pesante!
Liinda Marino ha letto nell’analisi del voto di tutto e l’opposto di tutto come “la pacatezza e la troppo bontà di Caiola sono stati un boomerang” smentita da altre affermazioni: “La squadra certamente ha commesso degli errori, oppure è venuta meno in qualche suo “big”, che non ha rispettato le consegne”. Delle due l’una..
Una sconfitta poteva anche essere attesa ma …non con quello scarto (che sopra attribuisce alle famigerate schede) e non con una festa iniziata ancor prima che lo spoglio elettorale fosse completato.”
Ed infine conclude: Sciascia scriveva :”I siciliani sono affetti dalla sindrome dell’invisibilità dell’evidente” … ma l’evidenza è un dato oggettivo.