ARTE E FEDE – La bellissima edicola votiva a Sant’Angelo di Brolo
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ARTE E FEDE – La bellissima edicola votiva a Sant’Angelo di Brolo

A Sant’Angelo di Brolo, in contrada  Rinarolo, è dedicata alla Madonna del Tindari,e l’Università di Palermo l’ha definita artefatto popolare inserendola nei percorsi d’architettura spontanea dell’Isola.

La Cappella di Patrizio

Un’opera d’arte nata dalla grande devozione verso la Madonna e verso la Chiesa realizzata da Patrizio Dicembrino. L’autore di tanta genialità è un grande artista sull’arte del riciclo. Qui anche il parroco del luogo si sofferma a dir messa diventando, da trent’anni, luogo di culto e di fede. L’opera è il risultato di un insieme di tanti materiali, assemblati con gusto.

Il materiale varo e di riciclo, dalle mattonelle divelte a vecchie bombole, cestelli di lavabiancheria e tubi, cerchioni, vecchi orologi e tanto altro ga dato vita ad una struttura atipica e originale. L’opera conclusa dopo quindi anni di lavoro rimanda ancora un’immagine di se forte e suggestiva.

Ma scopriamo il senso di tali costruzioni.

L’edicola votiva è quel tempietto (dal latino, aedicula) che in Sicilia costella strade e viuzze di campagna, ma anche inserite nelle facciate di case patronali che assume valenze magiche e religiose.

Una nicchia nel muro o in una base di calce, di solito a forma di parallelepipedo, costruita appositamente per ospitare il simulacro di un Santo, della Madonna o del Cristo e che si caratterizza anche con aspetti architettonici atipici. Per esempio a Palermo ne sorge una in perfetto stile arabo.

Sorgono in punti strategici dell’Isola, come un crocevia, una piazza, solitamente nei borghi, appena fuori dei grandi centri abitati, oppure in centro città.

Solitamente, come quella a Sant’Angelo di Brolo, di iniziativa privata, solitamente occupanti un terreno pubblico, le edicole fungevano da vera e propria segnaletica: rassicuravano il viandante lungo il suo peregrinare, oppure venivano costruite a mò di demarcazione del perimetro di un latifondo; avevano inoltre lo scopo principale di proteggere il luogo nel quale erano stati edificati.

Considerate da molti oggi più come vere forme di arte popolare svecchiate del loro senso religioso, una volta, e in alcuni luoghi lo sono ancora, erano considerati veri e propri luoghi di culto.

Delle mini-cappelle o dei mini-altari dunque, nati molto spesso dall’adempimento di un voto; a volte arricchite con oggetti legati alla preghiera come rosari e ceri, ma anche fiori e altre raffigurazioni sacre: foto, statue e dipinti.

Note sono le edicole votive palermitane. Chiamate più familiarmente “a marunnuzza” o “a santuzza”, le edicole di Palermo, appartenevano esclusivamente a coloro che abitavano nei pressi. Spesso dedicate all’Immacolata oppure a Santa Rosalia, ma anche al Cristo o alle Sante delle diverse contrade, le troviamo spesso complete di frasi di preghiera o supplica nei confronti del viandante, per ricordargli di lasciare un’offerta in cambio di una benedizione sulla via.

Sui Nebrodi cambiano la raffigurazioni sacre. ed ecco quelle dedicate alla Madonna del Tindari ed al porto di Capo d’Orlando ve ne è una dedicata a tutti i Santi della zona.

Sono testimonianze di una profonda religiosità ininterrotta nei secoli, l’edicola è anche una sorta di simbolo dello ‘status sociale’ di chi la realizzava.

Spesso il simulacro veniva dipinto su muro, raramente anche su vetro o tela. A volte invece, nelle edicole votive venivano incastonate statuette in gesso o cartapesta, e persino in ceramica.

Se ci spostiamo nella provincia di Catania, nella zona dell’Etna, troviamo anche edicole, sempre presumibilmente negli anni dell’Ottocento,  poste a celebrare la tragedia scampata dalla colata lavica. A Bronte, l’edicola votiva della Colla, in onore della Madonna Annunziata venne realizzata a celebrazione del giorno in cui un drappello di cittadini si salvo dai bombardamenti del ’43. Quei terribili giorni sono ricordati in una placca di creta e dalle lapidi poste accanto all’edicola, che riportano i nomi delle famiglie e degli oboli donati per la costruzione della struttura architettonico-religiosa.

 

 

3 Aprile 2020

Autore:

redazione


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