BROLO – 50 anni fa, la svolta politico – amministrativa del paese
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BROLO – 50 anni fa, la svolta politico – amministrativa del paese

La primavera brolese

il ricordo di Antonino Speziale

Il 20 aprile 1974 l’onorevole Nino Germanà rassegnava le dimissioni dopo 28 anni di incontrastato dominio della Democrazia Cristiana. Da qui sbocciò la “primavera brolese” che portò ad anni di rinnovamento politico.

Pubblichiamo il ricordo di Antonino Speziale, che da primo sindaco successivo a quel periodo “traghettò” il paese fuori dal vecchio sistema di “personalizzazione” dell’Amministrazione, verso un nuovo modo di amministrare la cosa pubblica con la partecipazione di una crescente comunità, fatta da giovani politici, piccoli commercianti, professionisti, artigiani, imprenditori e gente comune. 

di Antonino Speziale

Cinquantesimo anniversario della svolta politico amministrativa di Brolo detta “primavera brolese”.

Dopo 28 anni di dominio assoluto della Democrazia Cristiana con sindaco l’onorevole Antonino Germanà è avvenuto un improvviso cambiamento in seno al Consiglio comunale e quindi nella gestione dell’Amministrazione comunale di Brolo. Il 20 aprile 1974 Germanà rassegnò le dimissioni sindaco, carica che occupava fin dal 1946. Le sue dimissioni, dovute a lacerazioni interne alla DC, apparse improvvise alla maggior parte degli abitanti di Brolo, hanno messo in fermento tutta la cittadinanza. Un’automobile organizzata dagli attivisti di sinistra, girando per le vie del paese e per le contrade, con gioia dava l’annuncio della notizia con questo ritornello: “È caduto, è caduto Germanà, è caduto!”. L’auto diffondeva anche la registrazione di un disco che ripeteva il bollettino della vittoria annunciato dal generale Armando Diaz, il 4 novembre 1918: “I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza”. Così, la caduta del cavaliere Germanà, vista come “esercito che saliva e scendeva le montagne…”, in paese ha avuto notevoli ripercussioni. Alcuni dicevano: “Ora veni u commissariu e si mancia u paisi”; altri, “Ora vanno i comunisti o comuni”. Espressioni, o meglio, chiacchere che hanno creato panico ed equivoci. Lungo la strada principale del paese e nelle piazzette c’erano gruppetti di persone che discutevano fra loro per darsi una spiegazione di ciò che stava accadendo. Qualche volta sono stato invitato a partecipare ai loro discorsi, così ho fatto qualche “lezione civica” fuori dalla scuola. Ero il “professore” e dovevo ascoltare, quelle cose le dovevo sapere! Quando ciò avveniva ne ero soddisfatto e felice.

C’erano in corso trattative fra i consiglieri di maggioranza, rimasti uniti, e quelli di minoranza, per formare una nuova Amministrazione. I cittadini volevano conoscere in tempo reale l’evolversi della situazione. In Consiglio comunale il caso fu risolto con l’accordo storico tra otto consiglieri di maggioranza: Vincenzo Agnello, Pippo Bonina, Pippo Fonti, Peppinello Garofalo, Emilio Ricciardo, Antonino Speziale (l’imprenditore), Emanuele Tripoli ed io.

E quattro di minoranza, eletti con l’Unione Popolare Brolese: Duccio Lenzo; Cono Ziino, padre dell’attuale vicesindaco, Carmelo; Pippo Piccolo e Nino Indaimo.

Alla riunione con cui si raggiunse l’accordo, hanno preso parte anche esponenti locali del PCI e del PSI, che godevano dell’avallo delle rispettive segreterie provinciali, Mariano Scarpaci e Salvatore Ziino, i quali si erano opposti decisamente a che i dirigenti della DC potessero stipulare segretamente un accordo con i consiglieri d’opposizione per formare una nuova maggioranza post Germanà.

A quel tavolo sedette anche un giovane Pippo Ricciardello, esponente di quella “fronda” DC, padre di Irene, attuale capogruppo di minoranza in Consiglio comunale ed ex sindaca di Brolo. Si è deciso di formare una nuova maggioranza e concordato il mini-programma firmato dai quattro consiglieri di minoranza, più i due rappresentanti politici. Il documento, manoscritto in maniera frettolosa e informale, riportava semplicemente: “Redazione del Programma di Fabbricazione o Piano Regolatore Generale; attuazione della Legge 167 (edilizia economica e popolare, ndr); costruzione del campo sportivo; acqua di Mariano (realizzando acquedotto comunale, ndr); luce nel centro e nelle contrade; eliminazione sbocco fogne a mare; lungomare”. Sette punti per un immediato futuro che mezzo secolo fa cambiò il paese in un periodo difficilissimo da un punto di vista politico, economico e sociale.

 

Allora, il sindaco veniva eletto dal Consiglio comunale. Conclusasi l’operazione politica con l’elezione a sindaco del “maestro Speziale”, molte persone contente dell’esito davano anche suggerimenti e consigli. Una signora, mamma di un mio alunno, dopo avermi augurato “buona salute e buona sindacatura”, con accento imperioso mi disse “Mi raccumannu, faciti i cosi giusti e travagghiati pu beni du paisi!”.

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I cittadini erano felici d’avere un sindaco proveniente dal popolo, tant’è che alcuni anziani salivano con fatica le scale delle case popolari dove aveva sede il Municipio, esclusivamente per avere il piacere di parlare con il nuovo sindaco. Fino ad allora Germanà riceveva i cittadini esclusivamente la domenica a casa sua, essendo egli impegnato durante la settimana a Palermo poiché ricopriva il ruolo di assessore regionale. Molti, tuttavia, non mettevano piede nella sua lussuosa residenza per timore reverenziale o per motivi politici.

L’entusiasmo del momento è continuato anche dopo l’elezione del sindaco: c’era grande partecipazione ai comizi elettorali e alle riunioni del Consiglio comunale, che per aver più spazio si tennero nel costruendo cinema comunale. Vi era anche molta partecipazione femminile. Nella primavera del 1975 si tennero le elezioni amministrative. L’Amministrazione uscente ha presentato la lista civica, “Rinascita Brolese” con simbolo una spiga di grano. Alcuni giovani dopo aver votato, soddisfatti d’averlo fatto liberamente e convinti della vittoria della lista “spiga”, hanno raccolto dei covoni di grano con le spighe dorate e mature e lo hanno sparso per le vie del paese. Così, il giorno successivo, con la notizia che la lista aveva stravinto, i cittadini hanno avuto la sorpresa di toccare con mano le spighe vere. Alcuni le hanno raccolte e portate in casa. Fu una vittoria plebiscitaria. I cittadini hanno premiato il lavoro svolto dall’Amministrazione comunale, dandoci la possibilità di continuare nella nostra opera di amministrazione, in ossequio al suggerimento, facendo le cose giuste e lavorando per il bene del paese.

L’iter amministrativo dell’Amministrazione Speziale è riportato nel mio libro “Brolo ai tempi della rinascita – la mia esperienza politica amministrativa negli anni 70”.

Ho voluto fare questa breve testimonianza riportando alcuni episodi inediti, accompagnati da aneddoti, affinché gli adulti possano ricordare e i giovani conoscere le varie vicissitudini del paese di Brolo. Ma soprattutto per ricordare e rendere omaggio a quella gente semplice e virtuosa che partecipava con interesse all’evolversi della situazione che si verificava in quei giorni cruciali di concitato lavoro, poiché anche loro avevano a cuore lo sviluppo e la crescita della nostra Brolo e non risparmiavano suggerimenti e consigli: “Faciti i cosi giusti e travagghiati pu beni du paisi”.

 

22 Aprile 2024

Autore:

redazione


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