C’erano i militari, quei colleghi di lavoro, in quella divisa che aveva onorato a rendergli gli onori. C’erano gli amici, ed anche chi pur non essendo tale lo stimava per l’impegno, la forza, la lealtà e la coerenza. C’erano i compagni del figlio, gli amici delle cento scalate, quelli che incontrava nelle sue escursioni domenicali che amavo le penombre delle grotte, la neve, gli spazi liberi come li amava lui; c’erano i compagni di viaggio, gli attivisti politici, il popolo dei “cinquestelle”, e con loro anche gli avversari. C’erano sindaci e consiglieri comunali, c’erano studenti e professori, c’era un intero paese. c’era tanta gente che era difficile contarla… ma alla fine, di quel lungo e mesto corteo mancava i politici dei “5stelle”, quelli che aveva fatto eleggere, ai quali aveva dedicato tempo, impegno, lealtà.
Ecco, oggi c’è stato il funerale di uno che ha fatto nascere e diffuso il m5s tra Brolo e Acquedolci.
Che l’ha rappresentato e ne è stato immagine e bandiera.
Oggi c’è stato il funerale di un attivista e uomo di partito, che sotto altri simboli si sarebbe chiamo “uno dei quadri”, e che in altri partiti avrebbe meritato il “presente”.
Oggi non avremmo voluto scrivere quest’articolo, ma c’è indignazione per quelle assenze.
Silvio è stato tra quelli che sono andati all’Assessorato Territorio e Ambiente di Palermo a mostrar i muscoli, urlare la propria rabbia, sventolato bandiere, rivendicando i diritti di una comunità per far chiudere la discarica del Torrente Inganno. C’è stato insieme a chi, tra i primi, credeva nel potere dell’innovazione, del nuovo della politica, in quella bella brezza di rinascita rappresentata da Grillo e da quel manipolo di uomini che si identificavano tra i CinqueStelle.
Lui, pur minato nel fisico, non ha mollato mai.
“E ora in marcia su Roma” ha scritto in uno dei sui ultimi post su facebook, e fino a qualche giorno fa, con entusiasmo, ha fatto la campagna per il referendum, sempre in prima linea, e prima aveva fatto l’attivista, cercato firme, raccolto voti, messoci sempre la faccia anche durante le ultime amministrative a Brolo e poi animato blog e social a partire dal “grillo dei nebrodi”.
Lui meritava il rispetto del partito, quello fatto non solo dai ricordi su un blog da parte di Grillo, o i post da Roma di altri, ma quello fatto dai volti, dalla fisicità di uomini\onorevoli, che “amici” si erano dichiarati, e che per i quali Silvio si era speso, aveva consumato sino all’ultima energia.
…Oggi, a Brolo, nemmeno un rappresentante istituzionale del M5s!
Un partito giovane dalla memoria corta… non è una bella cosa.
E allora facciamo così.
Questo è un’articolo che è uno sfogo, scritto da chi nei partiti, negli ideali, nella voglia di fare, ci ha creduto. Che ha creduto nelle gerarchie dei partiti.
E’ un articolo per buoni intenditori.
Perchè – come hanno sottolineato oggi anche diversi suoi amici con i quali aveva condiviso impegno e battaglie – prima della politica, prima del lavoro, prima degli impegni, prima del ruolo sociale, prima del ruolo istituzionale, ci sono le regole del vivere sociale, dell’educazione, della sensibilità, dell’umanità.
Prima di tutto bisogna essere uomini mai pessimi uomini.
Perché gli uomini pessimi lo saranno sempre, anche se onorevoli con le stelle.
E noi ricordiamo Silvio così Illuminate con il suo sorriso.
Lui resta sempre Silvio e il suo ricordo non passerà mai, e forse questo non accadrà per altri.
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