Al di là dei programmi e dei propositi e delle finalità di facciata (che saranno tutti buoni, colorati, documentati e ben scritti) non si può trascurare che tutti i papabili e principali protagonisti della prossima campagna elettorale, i nomi che per scelta, per vocazione o per chiamata, saranno schierati trasversalmente in tutte le squadre che si preparano sulla scena sono – sino a questo momento – in prima persona i soliti noti, o comunque riconducibili alle famiglie, ai personaggi, ai gruppi d’interesse, agli schieramenti, agli agglomerati imprenditoriali che da sempre o da almeno trent’anni, a volta insieme, altre volte alternandosi in un classico gioco delle tre carte, amministrano il comune Brolese.
Questo è un fatto certo, ed accertabile.
Dicendolo non si mistifica nulla, né si svende mercanzia taroccata.. è storia.
E si può anche sorridere pensando che, finita l’era dei podestà, chi ha “regnato” qui, ha sempre dovuto prendere il bus per scendere a Brolo.
O da Ucria, o da Jannello, a volte da Lacco, e sono stati in tanti, tanto per finire, con l’ultimo sindaco, metaforicamente, da “Casette” periferia di Matini.
Ma tornando all’oggi.
Non è difficile intravedere una campagna elettorale che sarà particolarmente dura ed avvelenata, in cui a parte il prevedibile rimpallo di accuse e colpe; l’esigenza di distinguere ruoli e responsabilità; il distinguo tra c’ero e non c’ero; ho votato o mi sono astenuto, dormivo quindi ero assente; sognavo quindi illuso, ho accusato o mi sono difeso, con i mutui non c’entro oppure ero omertoso …. sarà una sorta di costante fil rouge.
Una ridda che diverrà ben presto rissa e si scontrerà con la voglia, facendo scorrere le immagini dei nuovi santini elettorali, di omologarli, di guardare le differenze ad incominciare dal recente passato.
Una fine legislatura amministrativa che ha visto una parte dell’ opposizione, quella stessa che oggi dentro e fuori dal consiglio guida la rivolta popolare (Irene, Carmelo, Gaetano, Basilio, Giuseppe, Pippo, tanto per fare qualche nome) dimenticare l’appoggio – oggi colpa pienamente riscattata – aperto o silente dato all’allora Salvo Messina mentre c’è chi si sente certamente miracolato, quindi indenne di colpe, di non esserci finito in mezzo, dimenticando che solo per un caso fortuito o per un accordo saltato – gli uni e gli altri – non sono stati “insieme”.
Ma lo spulciamento non si ferma certo qua e va anche indietro alle precedenti compagini.
Ma non è questo il punto giusto di partenza.
Oggi qualcuno pensa di poter mantenere ancora la situazione in pugno contando sul radicamento, sulle “librette” e su qualche nome di comodo, qualche altro pensa di poterla prendere facilmente in pugno per meriti sul campo e per squalifica degli avversari.
Altri vogliono rientrare in gioco nonostante il triplice fischio dell’arbitro.
E su tutto – forse per questo ancora nessuno esce allo scoperto – pende l’incognita degli accertamenti delle autorità.
Inquirente per prima; Contabile alla pari della prima; Fiscale in seconda battuta.
E questa non è certamente fantapolitica.
E’ l’analisi dell’oggi.
Un quadro di grande confusione e certamente poco incoraggiante per il cittadino qualunque, per un non addetto ai lavori.
Dove poli politici e sociali – una volta certi – oggi sono sconvolti e dipingono la nuova realtà.
Gli schieramenti potrebbero sembrare già definiti e fuori dalla confusione: gli uni, gli altri, i “terzi” (grillini ma non solo) in realtà non è così.
E non parliamo delle solite variabili impazzite in cerca di collocazione.
In primo luogo perchè il distinguo, come abbiamo argomentato, tra uni, altri e terzi, non è così marcato e marcabile come si potrebbe dire, in secondo luogo perchè i “terzi” attualmente sono “uno, nessuno e centomila” ed in tutto questo non si può trascurare il consenso da percentuali “bulgare”che hanno consegnato le ultime tre elezioni al gruppo capeggiato dall’on. Laccoto culminate con l’87% del Messina bis.
Brolo allora potrebbe anche decidere di andare non verso liste trasversali ma verso una di “moralità pubblica“.
Ovviamente potrebbe essere una provocazione, ma ci sta tutta parlando di elezioni a Brolo.
Provocazione & politica insieme, progettualità aggregante e frazionismo di routine … in questo scenario Brolo va alla scelta.
Un tempo le elezioni anche a Brolo erano il confronto, ipotesi progettuale di un futuro, momento di aggregarsi.
A tratti erano anche irruenza, faziosità, scontro e insulti, comizi da circo equestre, volgarate.
Ma sempre elezioni.
Voti che si scambiavano, famiglie che si frantumavano, preferenze che si contavano, ma anche giovani promesse che venivano avanti, volti nuovi che poi sono divenuti certezze, progetti concreti che dai programmi elettorali sono diventati fatti, ed ancora volti spariti tra sorrisi e dinieghi, tra pieghe della schiena e triturazioni mediatiche.
A Brolo c’è chi coccola il sogno di far il sindaco.
Chi ne accarezza il pensiero.
Chi anela che gli altri facciano il proprio nome.
Chi conta i favori fatti, gli incarichi dati, le prebende elargite, in vario modo nei tempi giusti.
Chi divide il paese in uno scacchiere, ci gioca sopra.
E le pedine, tra mosse contromosse, saranno infarcite di piano regolatore, debiti, spazzatura, ricorsi, tasse e mutui da ricercare, svelarsi, ora emergono anche le bollette telefoniche, trovare bandoli di matasse, capri espiatori, ladri e coglioni.
A Brolo c’è aria di elezione e queste sono alle porte.
Finito lo spauracchio di una lunga gestione commissariale, prende corpo l’ipotesi – è la tendenza – a nominare, se trattasi di dissesto, una commissione liquidatrice, che sarà tecnica, operativa. In grado di trattare, chiudere controversie, arraffare quello che resta dal bilancio comunale, salvata l’ordinaria amministrazione, per liquidare, sanare, erogare.
Anni di sangue e conti, di tasse e rigore. Sarà uno scotto da pagare, mentre la magistratura dipanerà l’affaire dei mutui, altro punto fermo della prossima campagna elettorale.
Nell’ipotesi reale di votare a primavere, ci sono poche settimane per far liste e schieramenti, alleanze e compromessi, furibonde litigate per quel posto che tanti ambiscono, poca voglia – oggi – di entrare in lista in un consiglio già depauperato di poteri oggi svilito dai fatti di questi mesi.
E se poi arrivano, dopo gli avvisi.. le notifiche di reato.
Ineleggibilità, ineleggibili, in candidabili, impresentabili….
Parole pesanti.
Difficili da gestire.
Ma che assottigliano gli elenchi.
Ed allora se da un lato c’è il rischio – ed è concreto – che nelle liste entrino rancori, voglie di regolare i conti, tali da soffocare il confronto di chi ci crede ancora, l’impegno di chi c’è stato, l’onesta intellettuale di chi ha denunciato, il vanificare lo sforzo di chi ci ha messo la faccia, pagato di persona i no detto, dall’altro c’è quasi la certezza che non ci sia il tempo di aggregare su programmi, su progetti, su idee che portino fuori Brolo dalle langhe stantie in cui è stato cacciato.
Allora ecco la provocazione.
Uniti verso una lista di moralità pubblica.
Una lista che unisca, che aggreghi, che metta insieme, che aiuti Brolo a traghettare verso una nuova e futura amministrazione.
Pochi punti in programma, quelli indispensabili.
Poche disponibilità economiche, ma tante idee oneste.
Uomini disposti a sacrificare tempo e impegni, tra il “lavoro” di sindaco e quello di un nuovo consiglio comunale.
Tecnici in giunta.
Un ruolo alle associazioni, agli ex consiglieri, a chi ha meriti da spendere e a chi vuole spendersi per il paese.
Passando dai giochi, quasi primarie, di categorie, di gruppi, di partiti, di giovani.
Rappresentare e rappresentarsi.
Uno vale uno.
Una lista. Un nome super partes per fare il sindaco di tutti.
Scelto pubblicamente.
Un carico oneroso da portare addosso, sotto gi occhi di tutti, ma a tempo.
Per poi riconsegnare un paese che intanto ha elaborato lutti e fratture, al “nuovo.
Il paese, si avverte, sente il bisogno di unità e coesione al di sopra degli schieramenti.
Sente la necessità di ritrovare fiducia in una classe dirigente che sia affidabile e meritevole del consenso per il consenso.
Ribadiamo: Una lista unica che veda a capo un sindaco ed una giunta “Tecnica” che non sia la solita squadra di persone perbene ma di scarsa attitudine, buona solo perchè esordiente?
Una lista che metta insieme: capacità, storia personale, buona volontà, interessi leciti, umiltà, che sia rappresentativa di Brolo che chiami tutti ad un contributo di idee e di lavoro e che selezioni un gruppo che sia rappresentativo in termini di idee, propositi, testimonianze di vita e di associazionismo ma che sia rappresentativa anche in termini di consenso.
Affiancata, sostenuta e formata anche da tutti quegli addetti ai lavori che non vorranno fare gli schizzinosi perchè già si immaginano nuovi padroni delle ferriere?
Utopia?
Forse. Ciò che non è utopia è pensare che una compagine così fatta, anche se non lista unica, si possa costruire comunque e si possa proporre al paese come alternativa ed elemento di discontinuità con il passato, tutto il passato recente.
Un progetto a tempo.
.. Potrebbe essere un’idea, come tante, fra tante.
Per ridare spazio e spazi , senza impotenza senza cinismo per essere cittadini che si rapportano all’amministrazione senza mediazioni.
M.G.G.