Il Carnevale che sparisce all’orizzonte lasciando campo libero alle “amministrative”. Perché è chiarissimo, a Brolo, siamo in campagna elettorale e non solo perché Laccoto, con un innaturale tempismo, ha bruciato tutti e tutto candidandosi.
Due liste certe, forze la terza in lavorazione. Anche se su quel fronte – la terza lista – si da per cosa certa.
Trasversale, equidistante tra i due poli, raccattante il dissenso ed i malumori che le prime due potrebbero generare, generazionalmente giovane o almeno meno vecchia di altre.
“Non essere matematicamente vincente – dicono all’unisono i protagonisti di quest’inedito (forse) e mai testato esperimento politico – è uno stimolo, si ha consapevolezza che è possibile farcela, ma anche che il paese in larghi suoi spazi è ingessato negli schieramenti. Ma, abbiamo constatato, che c’è un trentapercento di gente che residente nel paese non è di qui e che quindi sfugge a pressioni ed alle allusive promesse, ed poi da considerare quel 20% di elettorato dove c’è il voto d’opinione che si somma alle schede bianche e nulle. Tutto questo sì che diventa un bel punto di partenza”.
Ma andiamo al concreto.
Se non si vedrà simbolo, candidato sindaco e lista anche questo fronte potrebbe essere semplicemente un’azione di disturbo. Strategicamente costruito. Punto
Giuseppe Laccoto ha la lista pronta da giorni – dice lui -, ma non mostra le carte, da abile politicante.
Diciamo noi che per trequarti ha lista bloccata, il resto è fluttuante, in attesa di eventi. E a qualcuno potrebbe essere questa una situazione scomoda e non nasconde occhieggiamenti, più o meno celati, con un terza posizione, o alla migliore offerta che potrebbe provenire dalla lista del sindaco.
Laccoto ha già gli assessori.
Anche questa è una mezza verità.
Se non si scoprono le carte mai Laccoto – che di politica se ne intende e conosce bene Brolo e i brolesi, -forse meglio di tutti gli altri – dichiarerà tutti quei nomi… Mica siamo al mercante in fiera.
Di fatto Magistro, Ziino, la Decimo in quota rosa, e poi Condipodero potrebbero avere le migliori quotazioni.
Altri ambiscono in silenzio. Essere secondi non piace a nessuno e pochi amano di immolarsi per una squadra soprattutto poi quando si ha – a sensazione – la vittoria in tasca.
Altro fronte.
Irene Ricciardello, non si candida a sindaco. Questa è una mezza certezza, confutabile in ogni momento, perchè il gioco delle varianti, come la maionese, potrebbe impazzire.
Avvocati, ingegneri, giovani professionisti, vecchi lupi della politica e altri papabili alla carica di sindaco sono stati i nomi affioranti … Una sorta di riffa che, come neve al sole, si sono bruciati nel giro di poche ore. Alcuni per dinieghi personali, altri perchè “spesi” troppo in fretta, quasi a volte a far intravedere un sadico gioco al massacro.
Ore c’è – pare – l’opzione Nino Germanà.
Troppo furbo l’onorevole brolese per rischiare la sconfitta, men che mai contro Laccoto.
Ed infatti da giorni tesse trame, recupera posizioni, intrecciata vecchi rapporti, soppesa gli avversari, ne segue le mosse, incassa una serie di si, qualche nì, pochi no.
Insomma si conta e lui sa bene come fare.
Ma una sua candidatura, che non dispiace a molti, se da un lato risanerebbe molti contrasti, ha un rischio, quello di far convergere – in uno scontro a due – su Laccoto i suoi nemici politici.
Anche quelli fatti sul campo da quest’amministrazione.
Sembra un paradosso ma la candidatura di Germanà, se si sbaglia una mossa, potrebbe rafforzare Laccoto … a menoche la terza lista diventi concretezza, e rosicchi una fascia elettorale proprio al Professore, quanto basta per fare la differenza ed aprire la partita.
E poi in questa campagna elettorale verrà fortemente fuori la parola “continuità“. Utilizzata da tutti come una mazza per denigrare l’avversario politico.
Di certo l’attuale amministrazione dovrà far anche i conti con la ricerca di nuovi innesti, studiare aperture, definire i ruoli anche se alla fine anche questo sarà un fardello pesante da gestire.
Ed allora?
In questa fase ancora tutti a guardare cosa faranno gli altri.
I Gd per esempio che cinque anni furono polo d’attrazione e di riferimento, oggi sembrano appannati, anche se di certo Amedeo Arasi sottrattosi alle chimere laccotiane, dai dictac di amici di partito proveniente da fuori comune, ha dimostrato coerenza e fedeltà agli impegni assunti, e ancora sta saldamente nella barca del sindaco.
Molti punti a suo favore.
Ed in questa area, quella del Pd ci deve essere ancora il tempo per un’analisi compara del voto sulle “primarie”.
Poi tutti a guardare i cinquestelle.
Le amministrative sono cosa diverse delle nazionali. Diamo nella migliore delle accoppiate provenienti da questo schieramento 150 voti, senza simbolo.
Determinanti. Buoni per far vincere o perdere.
E poi i commercianti.
Prima una lettera per chiedere all’ingegner Basilio Ridolfo di candidarsi – ripetiamo da non addetti ai lavori che sarebbe stata una bella opportunità – poi una riunione per dibattere e contarsi.
Di fatto vogliono esserci.
Gli altri – i terzi -… sono lì.
Hanno tra le mani almeno tre nomi buoni. Un ingegnere, una professoressa, un uomo del popolo… Quaglieranno?
Ed intanto domani se ne saprà certamente di più
Finito il Carnevale… giù la maschera. Il gioco diventa serio e tutti dovranno sfilare davanti i problemi, veri del paese a partire dalla questione degli abusivi costieri che stanno sempre lì.
Parole chiare anche per loro, mentre osserviamo che c’è anche chi cerca di intercettare il malcontento della popolazione ma non ha in mano gli strumenti per alleviarli.
Ed intanto la campagna elettorale, quella senza santini e manifesti, batte i suoi colpi.