Da Mannarino al mito di Eolo, passando attraverso Nicolò Fabi e Fausto Mesolella tra il facsino di una riserva incontaminata con la musica di Buttà e Pincini. Pubblico, emozioni, gioia, musica vera e palpitante. Inaspettato e meritato il grande riscontro di pubblico che ha accolto con scroscianti applausi e calore tutti gli artisti che si sono succeduti. Soddisfatta Anna Ricciardi, il direttore artistico per questa scommessa fatta e vinta, Fabio l’assessore al turismo pattese, e Mauro Aquino il sindaco di Patti che ha sottolineato l’impegno dei tanti che hanno permesso la “Notte della Cultura” e degli organizzatori dell’Indiegeno Fest
Facciamo il punto, esaminando i momenti, quasi a volerli rivivere, di queste quattro appuntamenti. Sono l’essenza del Tindari Festival, di questo teatro che cerca luoghi per rappresentarsi e rappresnetare, per vivere e far vivere di cultura e musica il territorio… di tutti.
Si parte con il concerto di Alessandro Mannarino e la sua formazione musicale di livello che ha avuto nella sezione ritmica il suo forte: le chitarre di Tony Canto e Alessandro Chimienti, Nicolò Pagani al contrabbasso, Francesco Arcuri, polistrumentista, con il violoncello, la sega sonora, alcune percussioni al violino, tamburo battente e voce femminile e Lavinia Mancusi, vera regina dello spettacolo.
Uno spettacolo, più maturo dei precedenti, sicuramente interessante e bello, davvero da e per Tindari con gli strumenti a corde che si appoggiavano invece sulle ritmiche del percussionista polistrumentista Daniele Leucci.
Il pubblico letteralmente in delirio, non ha mai smesso di cantare con questo Romano sempre più interesante e affascinante: quasi tre ore di musica regalate da un artista che fino ad oggi non ha mai deluso le aspettative e mostra di essere in grande crescita (Il brano scendi giù è stato vincitore della tredicesima edizione del premio amnesty international italia).
Così commenta una fan sul profilo fb del teatro “Mannarino ci ha donato un concerto straordinario ma il teatro ha reso lo spettacolo magico… eravamo sospesi nel cielo di Tindari… eravamo stelle danzanti. Grazie a tutti per quanto ci avete regalato. …musica, parole ed emozioni!”
Bis di gradimento per Fausto Mesolella, nell’atrio della villa romana per la riuscitissima notte della cultura: le poesie di Stefano Benni musicate dalla dolcezza compositiva di Fausto e cantate dalla sua voce, inaspettatamente calda e profonda, hanno colpito gli spettatori che a fine spettacolo si son intrattenuti con il chitarrista per strappare qualche segreto e anche qualche anedoto della sua carriera, i suoi 50 anni di chitarra, come ama definirli.
La seconda edizione dell’indiegeno fest è stata davvero un successo di pubblico.
Oltre mille presenze a Tindari per ascoltare generi musicali diversi e non commerciali: musicisti siciliani e non si sono avvicendati sul palcoscenico (incantevole Levante) sino alla coinvolgente esibizione di Nicolò Fabi e gli Gnu quartet: questa manifestazione è destinata a crescere ampiamente.
14 agosto the big date con il magico concerto di Luca Pincini e Gilda Buttà alla baia di Marinello ha davvero fatto sognare.
Le sensazioni così diverse provate dagli oltre seicento spettatori sono state davvero di effetto magico, di estasi.
Il connubio tra l’incanto della natura “divina” e musica, magistralmente suonata dal meraviglioso Luca che avvolge, ammalia, esplorando tutte le possibilità sonore del suo violoncello, ci porta con se, chiedendoci col suo sguardo magnetico di chiudere gli occhi insieme a lui e di essere musica e dalle mani fatate di Gilda, perfetta compagna d’arte e di vita, le cui capacità interpretative toccano le corde dell’anima ed elevano lo spirito.
Dulcis in fundo… l’ultima serata in musica nell’atrio della villa romana è stata davvero di valore: anche qui il pubblico numeroso ha riempito l’atrio per il reading: Aulòs Xai Anemos, ensamble musicale con la straordinaria voce narrante di Cinzia Maccagnano che ci ha interpretato le storie legate al mito di eolo, dio del vento.
Eolo che porta tempeste di morte per i troiani dell’eneide, all’assenza di vento che richiede il sacrificio di Ifigenia, alla divinazione dei venti eoliani e alla majare, sino ad una chiusa pascoliana di grande profondità.
Bravissima, piena di pathos la Cinzia recitante che rivela le sue straordinarie capacità interpretative sia nella recitazione tragica che in quella dialettale.
Applauditi calorosamente anche i musicisti: Fabio Sodano, l’aulòs dell’ensamble non si è smentito; i suoi flauti hanno deliziato e accompagnato vari momenti dello spettacolo insieme al piano del virtuoso Michele Catania. una riconferma di maestrìa e bravura anche il fisarmonicista Pierpaolo Petta e Salvo Nigro, moderno cantastorie e compositore ricco di ancestralità e fascino.
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