DA LEGGERE – Crocetta e le “figurine” antimafia
Dal Palazzo

DA LEGGERE – Crocetta e le “figurine” antimafia

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Uno stralcio,per leggero tutto:

http://livesicilia.it/2014/10/18/da-marino-a-sonia-alfano-cercando-grasso-crocetta-e-le-figurine-antimafia_553039/

“Sonia Alfano? Per carità, con Nicolò Marino e Beppe Lumia c’è già abbastanza antimafia nella lista del Megafono”. Era il gennaio del 2013.

E l’album delle figurine antimafia era pieno. Non c’era spazio per l’europarlementare che fu presidente proprio della commissione a Bruxelles che si occupa di criminalità organizzata. Il vicepresidente di quella commissione era Rosario Crocetta. Che in quei giorni in cui stava per essere chiusa la lista del suo movimento in vista delle elezioni del Senato, “snobbava” la Alfano. Quest’ultima replicava, a dire il vero: “Persone vicine a Crocetta mi hanno cercato, ma il Megafono non mi interessa”. Passa un anno e mezzo e Sonia Alfano, invece, dopo il rifiuto si scopre più interessata ai rifiuti. Crocetta l’ha scelta per guidare l’Ato Belice Ambiente a Trapani. Lì, forse, non c’era abbastanza “antimafia”. “Dovremo avere la certezza – ha commentato la Alfano – che tutti coloro che lavorano nell’Ato siano estranei a connivenze, per la mafia i rifiuti sono oro”.


Già, perché a dire il vero la matrice antimafiosa sembra prevalere su ogni altra valutazione. In certi casi persino soppiantarle. In un caso, però, cognome e competenze hanno trovato una sintesi efficace. Lucia Borsellino, in fondo, era stata per anni dirigente proprio dell’assessorato Sanità che adesso guida. Fu lei la prima componente della giunta “della rivoluzione” scelta dal governatore. Lucia Borsellino, un cognome contro il quale Crocetta si era “scontrato” (da punto di vista politico, è ovvio) quando l’allora europarlamentare del Pd appoggiò la corsa di Fabrizio Ferrandelli alle primarie per sindaco di Palermo, contro Rita Borsellino, appunto. Ci sono “figurine e figurine”, insomma.

[…]

Ma tant’è. La “cifra” antimafia è una cifra universale. Chiave che apre tutte le porte. Anche quelle più adatte per una recita, per la messa in scena, per l’impostura: quelle di un teatro. Valeria Grasso, imprenditrice che ha denunciato i suoi estortori, viene scelta come Sovrintendente della Fondazione orchestra sinfonica siciliana. Le competenze? Nessuna, dal punto di vista artistico. Come ammette onestamente la stessa Grasso. “Mi è stato detto che la mia nomina era legata – spiega – alla mia esperienza di imprenditrice”. Ma la storia “antiracket” anche in questo caso recita una parte fondamentale. Se non fosse per il cognome. Quel cognome così sfortunato, però, nella microstoria della Regione siciliana. Valeria Grasso, dopo pochi mesi, non è più il sovrintendente. “Si sono dimenticati di me”, confessa a Livesicilia. Dimenticando forse che a un suo omonimo era andata ancora peggio. “Abbiamo deciso – annunciò Rosario Crocetta qualche mese fa – di affidare il dipartimento tecnico, che dovrà valutare tutti gli appalti della Sicilia a una personalità come Tano Grasso. E’ una scelta di particolare rilievo. Da tale dipartimento dipenderà anche l’osservatorio regionale per i lavori pubblici e quindi la politica di legalità e di controllo che il governo Crocetta intende portare avanti, viene potenziata con la massima espressione antiracket italiana”. Da allora, Tano Grasso attende la chiamata. Ma non si insedierà mai. La sua figurina non è mai stata rinvenuta. La sua casella, nell’album dell’antimafia è ancora vuota.

19 Ottobre 2014

Autore:

admin


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