Pubblichiamo intergralmente due articoli sul “caso” del Mandralisca, quello di Bartolo Fazio e l’editoriale di Emilio Borgese scritto per ilcaleidoscopio.info
Cefalù: un’altra iattura, chiude il Museo Mandralisca
Da qualche tempo in Sicilia nell’intento di far quadrare i conti della Regione dopo decenni di sprechi e ruberie si decide con esagerata superficialità di buttare “il bambino e l’acqua sporca”. E quanto sta avvenendo nel campo della Formazione Professionale dove tanti enti virtuosi sono costretti a subire i disagi causati da quelli non in regola e la stessa cosa succede con i centri culturali di eccellenza che dovrebbero pagare sulla propria pelle le nefandezze avvenute con la famosa “tabella H” ad opera di tutti i politici che nel tempo hanno avuto rappresentanza nell’Assemblea Regionale Siciliana.
Tra i centri culturali che andranno a chiudere per mancanza di fondi ci sarebbe il Museo Mandralisca di Cefalù.
Una circostanza che, se legata all’imminente chiusura del Tribunale e al futuro incerto dell’Ospedale, evidenzia l’avvio per la cittadina normanna, verso un declino da cui difficilmente si potrà riemergere. Il tutto al netto di un dissesto amministrativo delle casse del Comune allo stato per niente scongiurato.
Cefalù deve uscire dalla marginalità in cui si è cacciata e per far questo serve coralità da parte di tutti gli attori della vita pubblica locale piuttosto che sterili individualismi come purtroppo è avvenuto negli ultimi tempi.
Non si può chiudere un museo! Il “Mandralisca” di Cefalù
Il museo Mandralisca di Cefalù rischia la chiusura, a seguito dell’abolizione della tabella H da parte della Regione siciliana.
Invece di andare a snidare i punti critici che hanno consentito finanziamenti a pioggia agli enti e alle associazioni dell’Isola, la regione ha preferito fare di tutta l’erba un fascio.
È vero che neidieci anni,circa, di vita questa famigerata tabella ha dato la stura a un uso distorto dei contributi pubblici regionali ma ciò non significa che l’ingordigia di certa politica debba impedire la sopravvivenza di enti ed associazioni che rappresentano presidi culturali di rilievo nei territori.
Si combattano gli sprechi e, nello stesso tempo, si dia la possibilità agli enti e agli operatori che producono cultura veramente di continuare la loro attività.
Chiudere un museo è come spegnere la memoria di un territorio.
Chi meglio di un museo racconta la storia dell’area di riferimento con le opere d’arte e i reperti che custodisce?
Il 13 marzo 1996 crollarono la cupola, la navata maggiore e quella orientale della Cattedrale di Noto, riconosciuta dall’Unesco Bene culturale dell’Umanità.
Dopo qualche tempo, si trovarono alcuni frammenti nella discarica della cittadina, capitale del barocco siciliano.
Un grande studioso, il Prof. Pier Luigi Cervellati, Docente Universitario presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, turbato dalla notizia, dichiarò che in quella discarica avevano buttato la nostra memoria.
Lo stesso avverrà a Cefalù se, malauguratamente, il museo Mandralisca dovesse chiudere i battenti.
Dobbiamo impedire che ciò avvenga.
Dobbiamo impedire che il nostro territorio venga privato di un importante presidio della sua cultura e della sua memoria. Invito i lettori a firmare una petizione in difesa del Museo Mandralisca di Cefalù, collegandosi a questo sito web: https://www.change.org/it/petizioni/impedire-la-chiusura-del-museo-mandralisca-di-cefalù .
Perché non si può chiudere un museo!
Emilio Borgese