Le personalità traducono volontà e sentimenti in gesti che appartengono al rapporto con gli altri ed ai buoni esiti che da questo possono scaturire.
Nelle relazioni ciascuno mette voglie, desideri, esercitazioni di stile ed artifici che evocano realizzazioni giocose e conturbanti di ciò che si è, illuminando di senso le occasioni che si presentano: nel tempo impegnato o anche in quello libero.
Così affermare il sé significa capire, innanzitutto, ciò che interiormente si possiede: ovvero tic, nei, riflessi condizionati, ossia misteriose linee carsiche che rendono ogni esperienza vissuta l’unica possibile da realizzarsi per ognuno, che non può avere uguali, perché distinta e distante da qualunque altra.
Nessuna delle esperienze di ciascuno può somigliare a qualunque altra.
Eppure nella consapevolezza di ciò c’è sempre un insoddisfazione di fondo che inganna la percezione della realtà e che rende ogni persona manchevole di qualcos’altro e quindi sempre alla ricerca di entità capaci di completarsi e soddisfare il bisogno di definirsi e sia in grado di concedersi speranze, suggestioni, sogni.
In ciò consiste l’ambizione ovverosia il modo più bello di riempire con una magia la spinta al meglio, in cui relazionarsi col mondo equivale a disegnare una trama, a rendere più forte un legame e accendere la mente intorno ad una idea da realizzare.
Si avverte nel sogno la narrazione di un sentimento che vuole realizzarsi, affinché il mondo assuma un senso diverso e si riempia di bellezza: quello di coinvolgere altri in un piacere condiviso: una conversazione, un impegno solidale, l’indicazione di un tragitto comune in grado di combinare ambizioni affinché l’insieme sia in grado di moltiplicare la partecipazione che realizza e non si limita a negare il passo o a manifestare obiezioni.
Ogni esperienza così gusta ciò che merita, non rappresenta, certo, il traguardo di chi ostacola l’attraversamento del guado della vita, che vuole i più rassegnati alle paure ed alle sconfitte ma che invece può riservarci gioie compiute: perché il sogno può coincidere con una magia, frutto di impegno e sacrificio, a volte anche di rinunce, ma altrettanto capace di dare sfoggio all’intelligenza posseduta e produttiva, quella che rende l’uomo vivo e vivace.
(Rino Nania / 21 novembre 2017)
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