Da lunedì 30 settembre inizia il decimo anno accademico per La Macchina dei Sogni, i corsi di teatro organizzati dall’associazione Nuovi Teatri e diretti dal regista pattese Stefano Molica. Era il 2004 infatti, quando i primi ragazzi si accostavano a questa affascinante disciplina.
Negli anni è cresciuto sia il numero di iscritti, sia l’entusiasmo che ha portato La Macchina dei Sogni a compiere un compleanno così importante.
I partecipanti avranno modo di avvicinarsi alle tecniche teatrali fondamentali, attraverso un percorso basato sul ruolo del Corpo: vera e propria “macchina dei sogni” che consente all’attore di comunicare ad un livello diverso e con una intensità e una forza espressiva uniche.
Il corso è basato sulle idee, i principi e le suggestioni di K. Stanislavskij, E. Barba, J. Grotowski.
Durante l’anno i bambini, i ragazzi e gli adulti hanno partecipato a diversi incontri con gli attori che hanno arricchito la stagione teatrale invernale, inoltre quest’estate alcuni attori de La Macchina dei Sogni hanno preso parte ad uno stage che si è concluso con la messa in scena in prima nazionale nel teatro antico di Tindari, di Giocasta, spettacolo interpretato da una protagonista del teatro italiano, Caterina Vertova, con le musiche di Luca Pincini e diretto da Stefano Molica.
«È stata un’esperienza intensa e bellissima – dice Stefano Molica – Caterina Vertova si è dimostrata un’insegnante oltre che un’attrice di valore unico, dotata di una passione e di un’energia che pochi riescono a coltivare e a mantenere nel tempo. Per me è stato il culmine di un anno fruttuoso e vivace, in cui soprattutto i bambini e i ragazzi ci hanno regalato emozioni davvero straordinarie».
Gli appuntamenti con attori professionisti continueranno anche quest’anno e già a dicembre è previsto uno stage con un nome importante della scena nazionale.
Il Teatro va oltre il palcoscenico, diventa uno strumento di crescita individuale e collettiva. Non è protagonista il singolo, ma il gruppo, che diventa uno attraverso la responsabilità e il rispetto verso sé e gli altri. Lo spettacolo, il saggio finale, non è altro che la messa in scena di un percorso formativo. «Il corpo – come sostiene Stefano Molica – non è più una barriera che ci divide dagli altri o dalle nostre emozioni, ma un mezzo per viverle, un modo per entrare in contatto con l’altro, per costruire un rapporto che mette al centro la bellezza e la sensibilità dell’essere umano».
Tra le tante soddisfazioni va anche ricordato che diversi allievi de La Macchina dei Sogni sono oggi impegnati nel mondo del teatro in tutta Italia. Alcuni di loro frequentano accademie importanti, altri lavorano presso compagnie teatrali professionali. «Questo per me è certamente motivo di orgoglio – dice il regista pattese – oltre che rappresentare una opportunità in più presente sul nostro territorio».