FICARRA – «Afterimage». Tutt’altro che assenteismo
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FICARRA – «Afterimage». Tutt’altro che assenteismo

Il negativo che diventa a colori: «afterimage», l’illusione ottica che ha fatto impazzire il web. Una semplice illusione ottica conosciuta con il nome di «immagine residua negativa». Quella che fissando per circa 15 secondi il punto bianco al centro del soggetto – riprodotto in negativo -, e poi cambiando la messa a fuoco sul riquadro bianco sulla destra dell’immagine, si ottiene l’immagine colorata, reale, vivida. Questa illusione ottica, in queste ore, riporterebbe la reale visione di quel che è Ficarra. Non una magìa ma l’immagine di un paese tutt’altro che popolato da assenteisti.

Ficarra è popolata, da sempre, “da folletti, maghi, giullari di corte e di carte. Mercanti-affaristi-artigiani di legno e farina, unti d’olio d’oliva e spinati di fichi… – e come si continua a leggere sul sito ufficiale del comune, qui è… Festa senza fine in ogni angolo e vicolo, tra le mille discese e salite; di scale ombreggiate e piazze assolate …tra le pietre scolpite dal vento e dal vanto dell’uomo che decora le case e le rende un incanto. Piena di frutti maturi, in ogni stagione, sugli alberi; di percorsi dimenticati nei boschi e tappezzati d’orchidee… Profumo di verde fresco e colori sgargianti. Un paese, Ficarra, “incredibile” se fosse di fantasia”.

Ecco Ficarra, il paese che produce l’olio più buono dell’Isola, che mischia le sue origini al mito di Pallade, che ha visto i Gattopardi di Sicilia passeggiare per i suoi vicoli, dove tra residenze di artisti, palazzi baronali che diventano musei e sale d’arte, la cultura e le sensibilità artistiche sono state sempre di casa.

Qui si vuol scoprire nuove forme di turismo, alternativo ma industrioso, attrattivo e di qualità, dove c’è il pane buono, e le amministrazioni si sono impegnate per dare servizi e nuovi incentivi.

E oggi la sua collettività non ci sta a veder adombrata l’immagine del paese dalla cronaca i questi giorni, dai furbetti e da storie di minuti di lavoro truffati al Comune.

Il paese non difende, nè copre, i dipendente comunali assenteisti, ma fa gli ovvi distinguo.

Crede nella giustizia e le chiede di far presto.

Chiede che chi ha sbagliato paghi per quanto fatto, ma vuol evitare quel classico “di tutta l’erba un fascio”, quell’etichetta che come in altre vicende simili si attacca addosso e diventa difficile scollarsela.

Da lunedì scatteranno i primi interrogatori e da questi attendono risposte e chiarimenti.

Ed il paese, Ficarra, chiede anche alle telecamere dei media che anche oggi affollavano le sue strade, di guardar il paese da altre prospettive, sia quelle belle e patinate, dei luoghi da mettere in evidenza, ma anche quelle delle criticità di un borgo dove anche i quotidiani non arrivano più, mancano i servizi, i trasporti sono sempre più difficili, si nasce meno e si muore di più.

Un paese che pur se anagraficamente invecchia, come tanti, lotta e non vuol rischiare di morire lentamente.

Ed allora Ficarra chiede alla cronaca, oltre quella “semi-nera” di un pugno di assenteisti, da condannare senza se e senza ma, di girare le telecamere, di aprire nuove scenari, senza il sensazionalismo delle 16 ordinanze restrittive, di andare “oltre”.

Ed intanto anche domani, per chi lo vuole, una gita fuori porta a Ficarra, sarebbe un modo diverso per guardare quel paese fuori dalla cronache e dai luoghi comuni.

Ma tornando alla risonanza mediatica che hanno avuto i provvedimenti di sospensione che hanno raggiunto 16 impiegati, ma che coinvolge altri dipendenti, con percentuali da Guinnes dei primati,  un addetto ai lavori, la giudica esagerata rispetto ai fatti contestati.

Tra i 16 dipendenti ci saranno condotte disdicevoli da condannare, ma ti assicurodice a scomunicando.itche si tratta di poche posizioni; la maggior parte ha commesso fatti non gravi dell’ordine di qualche ora nell’arco di diversi mesi, spesso giustificati fuori dalla rigida burocrazia“.

E aggiunge “La stampa è stata poco generosa ed ha dato una immagine anche del paese poco edificante che è inaccettabile.

Il Comune di Ficarra ha molto investito nella propria immagine in tutti questi anni, ponendosi su posizioni di vertice nel comprensorio per quanto attiene ad eventi culturali di alto profilo.

Si rammentino il Giubileo e Ficarra salotto del Contemporaneo e le molteplici iniziative culturali che hanno avuto una eco nazionale“.

E incalza: “Ficarra è oggi sede di ben 6 musei (museo dell’arenaria, museo del giocattolo medioevale, museo del baco da seta, museo dell’arte contemporanea, museo della fiaba, museo della ceramica d’uso) e di un percorso esterno detto “I luoghi del Gattopardo” ed è meta di numerosi visitatori [solo oggi c’erano 200 persone in giro per i vicoli]”.

Parla emozionandosi, arrabbiandosi, non per nulla tenero di chi ha giocato sulla buonafede degli altri colleghi, forse perchè è stato amministratore, forse perchè ama il suo paese ma quanto dice è lì sotto gli occhi di tutti.

Infatti  girandosi intorno si vede un paese operoso, che guarda avanti, nonostante le problematiche quotidiani che accomunano i paesini dell’entroterra. Un paese che non vuol buttare la spugna, che ha subito pesanti emigrazioni, verso Vigevano, negli anni sessanta, verso la costa sino a qualche mese fa, ma che vuol cambiare tendenza.

Un paese che non è affatto popolato da assenteisti.

A Ficarra in questi anni hanno aperto ben 4 ristoranti, molto frequentati, ci sono diversi B&b ed un albergo a 4 stelle (Villa Ginevra)

E poi si investe in quelle nuove frontiere della neocommercializzazione che punta sul gusto e sul doc, sulla “rete” e che si sviluppa su giovani aziende che producono ed imbottigliano olio d’oliva, evoluzione degli antichi fratoi, con oltre dieci etichette che promuovono luoghi e prodotti.

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C’è un sistema di “albergo diffuso” che offre oltre 300 posti letto all’interno del centro storico che oggi possono godere di una Hall dedicata (un fabbricato sito in pieno centro storico, recentemente ristrutturato dal Comune dove verrà allogato il centro servizi per lo smistamento dei turisti nelle varie case vacanza, con annesse stanze – circa 10 posti letto di proprietà comunale).

Un sistema ormai collaudato che accoglie nei mesi estivi numerosi turisti e visitatori.

Un lavoro dove si è guardato anche alle infrastrutture e quindi sono stati creati nuovi parcheggi e sono stati realizzati numerosi interventi di riqualificazione urbana all’interno del centro storico (piazze e vie urbane) che hanno riportato agli antichi splendori scorci di ambiti urbani. In quest’ottica sono stati ristrutturati numerosi edifici pubblici (Palazzo Busacca, Palazzo Milio-Ficarra, l’edificio della scuola dell’obbligo, la chiesa di San Biagio) conferendo agli stessi l’antico prospetto.

Progetti portati avanti in quegli uffici ora vuoti, che vedono in fase di affidamento, la ristrutturazione della Casa comunale che fa parte dell’edificio scolastico (entrambi erano prima un antico monastero) che conferirà ad un intero comparto edilizio l’aspetto originario impreziosendo il centro storico e la ristrutturazione del più antico frantoio che sarà destinato a museo dell’olio d’oliva.

Gli uffici comunale, sotto l’input di passate e presenti amministrazioni, oggi quella che c’è è la continuazione degli anni dove ha diretto la macchina amministrativa Basilio Ridolfo, hanno acquisito il finanziamento per il miglioramento delle aree esterne del castello medioevale, che sarà accessibile anche da un punto di vista carrabile e sarà dotato di tutti i servizi.

Il paese ha raggiunto l’undicesima posizione, sui 400 comuni dell’isola, per livello di raccolta differenziata con quasi il 74% di raccolta differenziata (2° nella provincia di Messina) e si è puntato sulla qualità della vita, come la mensa, gestita dal comitato dei genitori e la qualità dei cibi somministrati è di altissima qualità puntando sulla regionalizzazione e sulla stagionalità, e qui non esiste tra le spese di gestione del comune la voce “scerbamento delle strade comunali” in quanto si effettua con gruppi di volontari costituiti da cittadini comuni, amministratori e dipendenti comunali (alcuni dei quali oggi indagati).

In buona sostanza, senza voler levare nulla all’indagine in corso, ma per evitare che patine di giudizio frettoloso opacizzino l’immagine del paese, Ficarra  è un borgo dove alto è il senso civico, che in questi anni ha molto investito per far emergere attravreso un’offerta di tipo turistico-ricettiva la sua attrattività.

Per questo, qui si pensa, in maniera quasi corale che non è sopportabile che “si spari nel mucchio” vanificando gli sforzi fatti.

Per questo, diventa più grave moralmente chi è diventato strumento dello scempio d’immagine per un paese virtuoso, ed è chiaro che nel comune non c’erano solo quelli.

Ovviamente – ci evidenziano – come si sarebbero potuti raggiungere i risultati detti senza l’apporto dei dipendenti?
I numerosi finanziamenti ottenuti, o l’undicesima posizione nella raccolta differenziata, si sarebbero potuti avere se l’UTC fosse stato popolato da persone assenteiste?

Le numerose attività culturali si sarebbero potute svolgere se all’ufficio amministrativo non c’erano i dipendenti?
Il non aver nulla di arretrato, specie all’Ufficio Finanziario, è possibile in assenza di personale?

Allora non colpirne uno per educarne tanti, ma punire chi ha realmente operato “in danno”.

Ficarra è Ficarra.

 

7 Aprile 2018

Autore:

redazione


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