“Ridateci quei colori!” – Gli straordinari scatti del giovane fotografo romano ritraggono la gente del Nepal prima e dopo i devastanti terremoti della scorsa Primavera. La mostra, a scopo benefico, patrocinata dall’Unicef, è stata già allestita con successo al Maxxi di Roma e all’Expo di Milano. Prossima tappa, Messina: sarà il Palacultura “Antonello” ad ospitarla dal 9 al 15 Novembre. Proseguirà poi a Reggio Calabria dal 19 al 26 dello stesso mese, in un “abbraccio solidale” dello Stretto che subì il sisma nel 1908. L’autore: “Ho cercato di ritrarre i colori e il dolore dei nepalesi con estrema delicatezza. Si tratta di un progetto a scopo umanitario. Troviamo fantastico che Messina e Reggio, che hanno già vissuto questo dramma, vogliano aiutare un popolo così lontano”. Dopo la Calabria la mostra si trasferirà a Mosca.
Cinquantotto scatti distribuiti in un percorso suddiviso in due parti, riferite, rispettivamente, al periodo antecedente e successivo ai devastanti terremoti che colpirono il Nepal il 25 Aprile e il 12 Maggio scorsi.
“Bring back those colours” – “Ridateci quei colori”, è un progetto fotografico di Jacopo Brogioni, venticinquenne fotografo romano, figlio d’arte, amante dei viaggi, attratto dalle varie culture che animano il Pianeta e sensibile alle problematiche di taluni popoli che lo abitano. La mostra è stata dedicata a Gianni Giansanti, grande fotoreporter scomparso prematuramente nel 2009, amico di famiglia dell’autore.
Il titolo dell’evento è già in sé significativo di un forte e chiaro grido di rivendicazione e di speranza di un popolo privato dei propri “colori” vitali, da un terremoto catastrofico che fece migliaia di vittime. E non solo, perché assieme alle perdite di vite umane “parlano” i danni incommensurabili al patrimonio artistico-culturale di quell’affascinante, coloratissimo Paese asiatico, ricco di storia, natura, riti e tradizioni culturali e religiose.
Il tutto è ripreso alla perfezione da Brogioni, il quale, con eccellente tecnica e arte fotografica, scorge la bellezza a tutto campo di quel popolo, cogliendone l’anima, la forza interiore, i valori e la dignità che lo contraddistinguono. Ogni soggetto è ripreso nel luogo che gli appartiene, ciascuno con la propria storia, il proprio background sociale e culturale, mentre compie un’azione o espleta un ruolo che gli è proprio. Così tutti i protagonisti ritratti in questo straordinario viaggio tra vari distretti, città, villaggi: Kathmandu, Bhaktapur, Dhodeni, Tashipalkhiel Tibetan, Simjung etc., emergono in tutta la loro essenza.
Nessun set, nessun “palcoscenico” costruito ad hoc, né fotogramma lasciato al caso: è questa la più importante caratteristica della rassegna, che si distingue per la naturalezza dei contenuti e la profondità dell’occhio sensibile ed interessato dell’autore nell’osservare le scene che gli si presentano davanti, sia prima che dopo la tragedia. “Ho cercato di ritrarre i colori e il dolore dei nepalesi con estrema delicatezza, rispettando le persone, le quali non si sono offese affatto davanti all’obiettivo”, ci ha detto Brogioni, accompagnandoci lungo il percorso della mostra al Maxxi di Roma, prima che la stessa prendesse il via per l’Expo di Milano, per essere installata negli stand della Russia e del Nepal.
La mostra, allestita da Brogioni assieme al team CultRise, riporta nella sua prima parte il lavoro effettuato dal fotografo nel Dicembre del 2014, quando si recò in Nepal per la prima volta. Allora riprese una terra dai colori forti, dai contrasti vivaci e decisi, dall’architettura semplice, integra e variegata, specchio sincero dell’animo dei suoi abitanti.
Tutt’altra cosa è stato il suo ritorno, a Luglio di quest’anno, dopo i terremoti: il Paese è trasformato, ferito dalla tragedia, “tradito” dalla stessa natura tanto adorata e rispettata dai nepalesi. Ma il Nepal raccontato da Brogioni non si scoraggia e al cospetto del dolore ci mette il cuore, la voglia di rinascere. Ed il senso pieno della reazione di quella gente è riassunto in questa affermazione dell’autore: “Mia intenzione è raccontare la loro dignità, segno di una popolazione che sta cercando di rialzarsi mantenendo integre le proprie radici”. Ecco emergere, allora, sorrisi che sembrano spegnersi di gioia ma accendersi di speranza; mani che pregano e ricostruiscono; sguardi che ricercano forme di sopravvivenza attraverso muri e tetti di case crollate ridotte in calcinacci sparsi qua e là; o persi nel vuoto, nel ricordo di un congiunto che quel tragico destino ha sottratto loro per sempre. Nonostante tutto, non ci sono immagini di morte: non sarebbe stata una corretta testimonianza verso gente così coraggiosa e profondamente religiosa.
E’ dunque un popolo che non si arrende, che spera e che ci crede fino in fondo, ricostruendo le condizioni per riscoprire colori e aspetti di vita che sembravano smarriti, che gli scatti di Brogioni mettono molto bene in evidenza e che aiutano a ritrovare. Lo dimostra il fine primario del suo lavoro: “Si tratta di un progetto a scopo umanitario che prevede una raccolta fondi attraverso donazioni spontanee e la vendita delle foto”, ha tenuto a precisare ancora il giovane fotografo. Con un target particolare: “Teniamo, più che altro, ad aiutare i bambini, che costituiscono il quaranta per cento della popolazione nepalese, di cui rappresentano il futuro”.
Lungo il percorso espositivo, all’interno di un box, vi è anche installato un video con immagini e racconti di quei luoghi. Presenti anche due quaderni scolastici, estratti dalle macerie dopo il sisma, donati a Brogioni durante il suo viaggio.
A Roma, la mostra, allestita al prestigioso Maxxi – Museo nazionale delle Arti del XXI Secolo dal 25 al 27 Settembre, ha riscosso un grande successo di pubblico e di critica, vantando anche un notevole risalto sulla stampa nazionale. Parecchie personalità della cultura, dello spettacolo e del giornalismo hanno tenuto a visitarla.
Tra questi, il direttore generale di Unicef Italia Paolo Rozera, il direttore di Rai 1 Giancarlo Leone, il console onorario del Nepal Paolo Nugari, il direttore editoriale della Treccani Massimo Bray.
Da lì la rassegna si è spostata all’Expo di Milano, trovando spazio nei padiglioni della Russia e, naturalmente, del Nepal.
Dopodiché, questa straordinaria “esplosione” di immagini e solidarietà, si sposterà in riva allo Stretto, ad iniziare da Messina. Il motivo è riconducibile al ricordo del sisma del 1908, in un abbraccio di solidarietà con il popolo nepalese. L’occasione è stata colta dall’assessore Sebastiano Pino, che a seguito dell’impossibilità dell’assessore alla Cultura Tonino Perna, regge le sorti degli eventi culturali in città. Naturalmente, la “causa” è stata sposata con grande interesse dal sindaco Renato Accorinti.
A Messina, “Bring back those colours” sarà ospitata al Palacultura “Antonello da Messina” dal 9 al 15 Novembre.
A seguire, cambierà sponda, spostandosi a Reggio Calabria dal 19 al 26 Novembre.
Il progetto, per quanto concerne la raccolta fondi per il Nepal, prevede che gli stessi vengano devoluti all’Unicef Italia.
Su proposta di Messina, le donazioni che perverranno da entrambe le città dello Stretto, saranno destinate dall’Unicef ad interventi specifici sul territorio nepalese, in forma diretta ed esclusiva.
Entusiasta il commento di Jacopo Brogioni e del suo team: “Troviamo fantastico che Messina e Reggio, che hanno già vissuto questo dramma, vogliano aiutare un popolo così lontano”.
Adesso il fotografo romano, per la sua rassegna, attende conferma riguardo ad una successiva tappa a Lamezia Terme. “Bring back those colours”, a Dicembre, si trasferirà infine all’estero, in Russia, destinazione Mosca.
Corrado Speziale
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