GIOCO D’AZZARDO – Giornalisti e Avvocati si incontrano per conoscere meglio il problema
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GIOCO D’AZZARDO – Giornalisti e Avvocati si incontrano per conoscere meglio il problema

C’è gioco e gioco: il contesto del gioco d’azzardo in Italia e le specificità dei singoli giochi,  è stato l’argomento del corso di formazione professionale tenutosi a Messina lo scorso 28 giugno – di mattinba – che ha avito, a seguire, una sezione di approfondimento sul tema del Match Fixing

Di fatto due argomenti distinti, ma legati da un unico filo conduttore. Il gioco d’azzardo e le sue problematiche, spaziando dalle slot alle scommesse sportive.

La mattina a Palazzo Antonello si il tema del confronto – dedicato ai giornalisti – è stato “C’è gioco e gioco: il contesto del gioco d’azzardo in Italia e le specificità dei singoli giochi”

Il seminario “C’è gioco e gioco”, già realizzato in altre città, ha fornito le informazioni di base sul fenomeno del gioco d’azzardo.

Ed era rivolto a chi non segue abitualmente questo settore ma si trova a doversene occupare per notizie d’attualità, di politica o anche di cronaca giudiziaria.

Due i docenti:

Giampiero Moncada, giornalista che si occupa di gioco d’azzardo da circa cinque anni e ha pubblicato un manuale dal quale il seminario prende titolo e contenuti.

e Roberto Mollica, medico e ricercatore, presidente Lombardia della Società italiana tossicodipendenze.

Nel nostro mestiere è importante partire da informazioni concrete e verificabili” dice Moncada “e quando ho iniziato a occuparmi di gioco per una testata specializzata, mi sono accorto che le notizie arrivavano quasi sempre filtrate da posizioni politiche o ideologiche. Non riuscivo a trovare le cifre sul fenomeno della ludopatia, facevo fatica a capire se in Italia c’erano leggi troppo rigorose o, invece, vivevamo in un far west, né perché fosse tanto importante la differenza tra una slot machine e una videolottery… Quando ho provato a mettere ordine nelle informazioni, ho scoperto che quella era un’esigenza comune a tanti colleghi: non si tratta di parlare bene o male del gioco, ma di partire sempre da informazioni oggettive.

Una recente ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato che più della metà dei 3000 intervistati non identificano alcuni giochi, come il Lotto o le lotterie istantanee, come vero azzardo. Come le altre forme di disturbo da dipendenza, ad esempio quella da droghe o alcol, il gioco d’azzardo è in grado di indurre modificazioni del funzionamento cerebrale; questo non vale per tutti i giocatori in quanto è necessaria la presenza di fattori di vulnerabilità che spesso si evidenziano proprio praticando il gioco d’azzardo stesso. I soggetti malati, la cui stima si aggira intorno al 2% della popolazione adulta (negli adolescenti sale all’8%) non sono più in grado di riconoscere il limite tra gioco ricreazionale e gioco compulsivo, perdono il controllo e continuano a giocare indipendentemente dalla propria disponibilità economica e dalle probabilità di vincita.

Gli argomenti affrontati hanno toccato, sia pure in sintesi, i vari aspetti della materia puntando a specificare le peculiarità e le differenze dei singoli giochi: il contesto giuridico, il contesto sociale, il contesto economico, le fonti informative, le dinamiche della dipendenza, le norme di legge e i regolamenti che regolano il cosiddetto “gioco pubblico”.

Nel pomeriggio, sempre a palazzo Antonello, una’altra sezione di approfondimento sul tema Match fixing: tra reato di frode sportiva e illecito sportivo.

Qui la platea si è allargata anche agli avvocati.

A relazione oltre ai due docenti della mattinata, Giampiero Moncada, giornalista eAntonio Cappuccio, prof. Università di Messina, anche  Giovani Villari, avvocato Foro di Messina; Carlo Rombolò, avvocato Foro di Roma; Paolo Leone, avvocato Foro di Roma. A moderare il giornalista Antonino Sangiorgi.

L’argomento trattava il fenomeno delle partite truccate e l’importanza della tutela delle norme attraverso le testimonianze degli avvocati e dei giornalisti sportivi. Il match-fixing ed il gioco delle scommesse stanno condizionando il mondo dello sport a vantaggio di sistema economico senza scrupoli.

Grande attenzione è stata dedicata, con una platea particolarmente attenta, all’esperienza dell’avvocato Daniela Agnello del Foro di Messina, oggi considerata, dopo una serie di sentenze in favore dei suoi assistiti inanellate, tra Cassazione e Corte di Giustizia Europa, tra i legali più “interessanti” e preparati sull’ostico terreno di scontro tra gli apparati dello Stato e le realtà, anche straniere, che aggrediscono quell’area – di fatto in regime di monopolio – dedicata alla raccolta di scommesse in Italia.

5 Luglio 2017

Autore:

redazione


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