La Sicilia ha perso i due miliardi di fondi europei già stanziati per i siti Unesco dell’isola.
In cinque anni (2007-13), la Regione non ha neppure redatto i Piani di gestione: adempimenti preliminari per ottenere i fondi che dovevano essere impiegati per i 5 luoghi della lista Unesco: Valle dei Templi di Agrigento, Eolie, Piazza Armerina, Val di Noto, Siracusa-Ortigia-Pantalica.
Alcuni di questi siti rischiano anche, a causa delle “gravi mancanze dei lavori di riqualificazione, restauri e gestione”, di essere depennati dall’elenco della Lista del Patrimonio mondiale.
Questo è accaduto a pochi giorni dalla missione di scienziati e amministratori dell’Unesco che hanno trascorso una settimana sull’Etna per valutare l’inserimento del vulcano nella lista Unesco: la risposta si avrà tra giugno e luglio, quando si riunirà in Cambogia il World Heritage Committee.
Un pesante monito contro la mancata gestione dei beni culturali tutelati dall’Unesco era già venuto a giugno 2012, quando venenro diffusi i dati sull’affleunza turistica a Siracusa: persi il 40% dei visitatori.
Allora Ray Bondin, ambasciatore permanente di Malta all’Unesco già presidente dell’ICOMOS, ricordando che l’unesco manda ispettori anche in incognito per controllare lo stato dei siti, dichiarò: “In Sicilia non c’è valorizzazione, fruizione dei beni, diffusione della cultura classica, servizi di accoglienza turistica. Saltati i Piano di Gestione, saltate nuove opportunità di lavoro professionale”.
L’architetto S. Baio, docente a Siracusa, che ha denunciato la perdita dei due miliardi dell’UE per i mancati Piani di Comuni e Regione, rivela: Anche altri fondi europeri sono andati perduti, parte di quelli che annualmente il Mibac mette a disposizione per i siti Unesco e quelli previsti dai programmi operativi del FESR”.
Pubblicato da Ylenia Olivo