Eddie è tornato, e le tinte metal, finalmente, riaprono le danze da dove le avevamo lasciate, ben cinque anni fa, con The final frontier. La Vergine di Ferro si riappropria della macchina da guerra, e non c’è nè per nessuno.
Undici tracce suddivise su un doppio cd, che nella gustosa versione deluxe a forma di libro con copertina rigida apribile, delizierà i fan più esigenti.
The book of souls non deluderà gli appassionati del genere, ma si spinge alle soglie del nuovo millennio, sondando terreni sempre scoperti dell’Heavy Metal.
L’energia regge ancora sull’ugola di Bruce Dickinson, (malgrado i suoi recenti problemi di salute), e Steve Harris dal canto suo, non risparmia riff taglienti, veloci, impronte melodiche che si ricongiungono all’unisono lungo il percorso della durata mediolunga dei pezzi, potenti, grezzi, chiaramente un marchio che aggiungerà nuova linfa per gli eventi live della band.
Non mancano i passaggi strumentali, le rese, i momenti in cui i suoni sembrano quasi spezzarsi, dentro una fruibilità di un certo d’impatto, ma che ascolto dopo ascolto, faranno di The book of souls un gioiellino certificato.
Dilatazioni rock/prog, melodie folkeggianti, testi che trattano tematiche come la seconda guerra mondiale, il suicidio di Robin Williams, e disastri aerei, il tutto ben amalgamato. La stessa titletrack dell’album, che chiude il primo cd, incede come un classico nel suo incedere epico, distruttivo.
Non mancano i pezzi veloci di facile impatto, come The red and the black, con gli “oh oh” intervallati, Death of glory, con il suo inconfondibile stile dell’Era Maiden. L’album della rinascita, che ci riporta a quel capolavoro di Brave New World.Trentacinque anni dopo, Dickinson&soci non battono la fiacca, ma offrono delle jam session in presa diretta, senza bisogno di sovraincisioni.
Qualità, competenza, e semplicemente Heavy Metal.
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