Sono stati resi noti i testi delle canzoni del 75° Festival di Sanremo.
In questo articolo cercheremo di inquadrare la globalità dei testi (29 canzoni sono tante), sviluppandoli in gruppi che chiameremo, per semplificare, “Case”.
Perché? Perché ci troviamo di fronte a dei veri e propri monopoli, dai quali emerge chiaramente che le parole di Conti: “Io ho scelto le canzoni e non i cantanti” sono buffonate. Possiamo avere tutta la buona fede che vogliamo, ma non crederò mai che il brano escluso di Arisa, ad esempio, non fosse migliore di quello di Sarah Toscano, che mi piace tra l’altro, ma se non fosse stata la vincitrice di “Amici” dell’anno scorso sarebbe stata presa in considerazione?
Non lo so, può sempre essere, ma dopo lo “scandalo” Martina Attili, di cui abbiamo parlato nello scorso articolo relativo ai finalisti di “Sanremo Giovani”, i dubbi su tante cose ci sono. Anche se sono gli stessi di sempre, quelli di ora dipendono proprio da Conti (con un rincaro di Amadeus), che ha sbaragliato i talent e gli streaming come leva di appoggio per entrare nel cast della kermesse.
Dunque, partiamo dal primo gruppo che chiameremo “Casa Federica Abbate”.
Chi è Federica Abbate? Un’autrice talmente gettonata da avere in gara ben 6 brani (erano 7, ma Emis Killa ha lasciato la gara per le questioni legate all’inchiesta “Ultras dell’Inter”).
Legata alla Universal, a partire dal 2014 ha scritto diversi brani per artisti come Anna Tatangelo, Giusy Ferreri, Il Volo, Deborah Iurato, Fedez e Francesca Michielin.
La stretta collaborazione con Marracash (“In radio”, “Niente canzoni d’amore”), l’aver letteralmente “creato” Alessandra Amoroso e hit come “Roma-Bangkok” di Baby K feat. Giusy Ferreri (risultata la più venduta in Italia in quell’anno), “Nessun grado di separazione” interpretata da Francesca Michielin e arrivata all’Eurocontest, “Il diario degli errori” di Michele Bravi, “Un bel viaggio” degli Articolo 31, “Due” di Elodie e “Supereroi” di Mr. Rain, e tanti, tanti altri.
La sua carriera come cantante, però, non decolla: anche Sanremo Giovani, qualche anno fa, non la promuove nei big, lasciandole il secondo posto con la bella canzone “Finalmente”.
È del 2023 il suo primo album di inediti, Canzoni per gli altri, anticipato dall’omonimo singolo in collaborazione con Elisa.
“Casa Abbate” dunque partecipa a Sanremo 2025 con le canzoni cantate da Clara, Fedez, Joan Thiele, Rose Villain, Sarah Toscano e Serena Brancale.
La capacità di quest’artista di muoversi all’interno di diversi percorsi musicali è davvero impressionante.
Clara porta il brano “Febbre”, che occhieggia all’uso di termini come “glitch, chic, bling bling…”.
Joan Thiele entra nel rapporto intimo con il fratello nel bel testo “Eco”.
Rose Villain, con il brano “Fuorilegge”, sembra ripercorrere le stesse vie dell’anno scorso di “Click Boom”, Serena Brancale idem con il brano “Anema e core”, che riprende lo stile linguistico (dialetto barese, inglese, italiano) della hit “Baccalà”.
La vera sorpresa, per me, di quest’anno è il bellissimo testo di Fedez, “Battito”: un percorso attraverso la depressione, i farmaci, l’oscurità dei momenti bui di una malattia talmente devastante e inafferrabile che portarla dentro le parole scivola spesso nel luogo comune.
Lo reputo l’unico brano di quest’anno che affronta un argomento difficile e attualissimo.
Spero in una bella melodia e in un ritmo (già presente nella parola stessa “Battito”) che possa spazzare via polemiche e gossip. Non amo Fedez, ma dicono che bisogna essere privi di pregiudizi, ed è quello che cerco di fare, senza mettere da parte però le mie idee (ammazza, sic.). Intanto Fedez (come già predetto dal guru Corona) è primo sui social.
La seconda “casa” possiamo chiamarla “Petrella, Simonetta, Antonacci”: tra l’uno e l’altro partecipano a ben 9 brani.
Achille Lauro con “Incoscienti giovani”, una sorta di continuazione della ballata “Amore disperato”. Elodie, con una canzone sull’amore finito (tema ricorrente in questo Festival, ancora più di sempre). Francesca Michielin idem, ma con un testo molto più sentito, articolato e compatto.
Francesco Gabbani (anche se più autoriale) con “Viva la vita” – già dal titolo si può capire il tono. Gaia con “Chiamo io, chiami tu”, titolo martellante ripetuto un milione di volte.
Rocco Hunt, che ci ripropone il solito riscatto da Napoli, ma in maniera più serena.
The Kolors, che vogliono duettare con il brano dello scorso anno con “Tu con chi fai l’amore”, tra Raffaella Carrà e “Mon Amour” di Annalisa.
Infine, Tony F. con “Damme na’ mano”: Roma, mamma e Califano, citato nel testo, che si starà rivoltando nella tomba.
Anche qui si intravedono percorsi diversissimi, eppure un orecchio attento sente benissimo le tracce di questi autori
Petrella: Nel corso della sua carriera ha scritto brani per numerosi artisti, tra cui Cesare Cremonini, Fabri Fibra, Elisa, Jovanotti, Emma Marrone, Elodie, Alessandra Amoroso, Blanco, Francesca Michielin, Fedez, Mahmood, Rkomi, Coez, Marracash, The Kolors e Marco Mengoni, l’anno scorso aveva scritto Apnea, Un ragazzo una ragazza, Click boom!, e Casa mia.
Davide Simonetta: Legato sentimentalmente dal 2015 al 2017 ad Annalisa , autore per lei di canzoni quali Annalisa Bellissima, Mon Amour e Sinceramente in totale 18 dischi di platino. Collabora praticamente con gli stessi cantanti di Petrella
Nel 2023 figura tra gli autori del brano Due Vite di Marco Mengoni, con cui il cantante vince l’edizione. Suo anche il brano che ha venduto di più nel 2024:” I’ pe me tu p’ te” di Geolier
Paolo Antonacci: figlio di Biagio Antonacci e nipote di Morandi,anche lui nello stesso giro di Petrella e Simonetta. Possiamo aggiungere alla sua collaborazione, “Tango” di Tananai, “Storie brevi” di Annalisa e ancora Tananai
Sono gli autori di mega hit come “Sinceramente” di Annalisa, “Cenere” di Lazza.
La terza casa è “La riserva dei cantautori”: Willie Peyote, Simone Cristicchi, Brunori Sas, Lucio Corsi. Possiamo includere anche i Modà, Bresh e Rkomi.
A mio parere, il premio come miglior testo è già assegnato a Simone Cristicchi: un’emozionante lettera alla madre che, invecchiando e vittima dell’Alzheimer, dimentica. Lui la tiene per mano come fosse una bambina che comincia a scoprire e quindi ricordare le piccole grandi cose della vita.
Davvero toccante, mai smielato o ovvio.
Willie Peyote con “Grazie ma no grazie” si esprime sul tentativo di sfuggire da discorsi scomodi. Unico testo che si permette, a mani basse però, di accedere all’attualità e a qualche lieve sferzata alla politica.
Lucio Corsi con “Volevo essere un duro”: un testo apparentemente spensierato e leggero, ma che attinge a un vissuto di incomprensione e ricerca di sé.
Brunori Sas, molto atteso, con un testo su sua figlia, ma ancora di più sulle difficoltà di essere genitori: parole ricercate, nette, a volte verso Montale, a volte verso il cantautorato classico italiano.
In questa casa possiamo anche mettere Bresh, con “la tana del granchio” il rifugio che ognuno di noi ha, Rkomi con “il ritmo delle cose” più verso il linguaggio hip-pop a tratti trap, Olly(vera sorpresa di quest’anno dal quale prenderà il volo) con “Balorda nostalgia” un amore conflittuale si, ma anche ad un non banale omaggio alla sua città, Genova. E infine i Modà, testo e musica di Francesco Silvestre, il cantante, ma nessuno sforzo, restano nel loro recinto con l’emblematico brano “Non ti dimentico”.
La zona mummie si dibattono tra un ottimo testo di Tiziano Ferro e Nek “Tra le mani un cuore” interpretato da Massimo Ranieri e un’inevitabile quota Fratelli d’Italia, Marcella Bella con il brano femminista, un pò scontato e già letto, “Pelle Diamante”.
Due Brani per Blanco da solo, uno per Giorgia “la cura per me” belissimo testo, poetico che la grande voce e capacità interpretativa della grande Giorgia, resterà in questo festival, anche senza la vittoria. Il secondo e con Irama, “lentamente” che invece con la sua penna smonta Blanco e riporta l’ennesima storia d’amore come si dice in questo periodo, tossica.
Blanco insieme a Mahmood invece scrivono per Noemi un bel testo grezzo e vitale perfettamente vestito per la cantante, “Se t’innamori ti ammazzi”
I Coma-Cose corrono da soli con un brano intitolato”Cuoricini” che si presenta come un tormentone che ci spaccherà il cervello fino all’estate.
E infine, Shablo, un producer e non un cantante: prima volta che accade. Cantano Guè, Tormento e Jhoshua, tre generazioni del rap italiano, ma non quello attuale, quello di “soldi, strada e ce l’ho fatta mentre tu no”.
Ovviamente, i testi senza la musica hanno intenti che magari vanno fuori o imprimono le parole in un modo diverso.
Dobbiamo quindi aspettare martedì 11 febbraio, quando si apriranno le porte dell’Ariston e ascolteremo tutti i brani.