LIBRI – Silvia Palombi a Mirto
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LIBRI – Silvia Palombi a Mirto

Per il “Maggio dei Libri” la scrittrice dialogherà sulla “relazioni” presentando il suo ultimo libro “Fuori Posto”, sabato 7 maggio alle 18,30 nell’atrio del palazzo municipale mirtese

“Due amici vanno a vivere insieme formando una coppia ben assortita, costruendo un rapporto paritario. Con il divertente lessico familiare di ciascuno, la tendenza al non spreco e al riciclo, alle manie, pur nelle differenze torna il conto della vita, del tempo, nelle sfumature delle relazioni”.

a far gli onori di casa l’assessore alla cultura Donatella Sgrò

L’evento letterario, promosso anche dalla locale biblioteca comunale, si avvierà alle ore 18,30, a Mirto. L’autrice verrà intervistata da Massimo Scaffidi, mentre Stefania Caruso, con il suo interventi di performances artistiche, tra musica e parole, arricchirà di contenuti l’incontro che si inserisce nelle iniziative del Maggio dei Libri volute dall’amministrazione locale.

La recensione del libro

da “gli amanti dei libri” di Nicola Vacca

Dopo un incidente due uomini si trovano a condividere un pezzo della loro esistenza. Uno dei due racconta la storia di questa relazione che diventa amicizia intima.

Questa in un certo senso è la trama di Fuori posto, un romanzo anomalo di Silvia Palombi. Ma forse questo libro una trama vera non ce l’ha e in questo sta tutta la sua forza narrativa.

Uno dei due racconta la storia di questa amicizia e nel libro l’autrice ci regala una serie di divagazioni che abbracciano i temi universali dell’esistenza. Una prima persona assertiva che si avventura in questo rapporto di amicizia e di amore che cresce dalla convivenza. Il racconto è essenziale e lineare, rafforzato dalla forma del romanzo breve Silvia Palombi fissa in queste poche e illuminanti pagine alcuni punti importanti in cui la letteratura diventa vita e viceversa.

Siamo tutti fuori posto rispetto all’esistenza.

In questo romanzo incontriamo due persone che mettono a fuoco se stesse attraverso una relazione umana. Fuori posto non è altro che il racconto esistenziale di un’esperienza di vita. «E al termine di tutta questa rassegna di fuori posto, in chiusura e conclusione, ho messo a fuoco che nella mia esistenza si è ripresentata l’azione fuori posto per eccellenza, il suicidio. Tanti, ciascuno a suo modo, hanno deciso di uscire dalla loro vita e dalla mia». Si entra a piccoli passi in questa storia che parla di esistenza e delle sue complicazioni, di relazioni e condivisioni. Molti sono i frammenti che tornano al loro posto in questo racconto in cui tutto sembra fuori posto.

Anche se prevarrà sempre una disarmonia che rivela verità amare.

«Non dovrebbe essere così difficile credere al male di vivere, forse non è istintivo percepirlo, vederlo a occhio nudo, sicuramente non è fisiologico, ma non è estraneo ai pensieri, troppo spesso non ci accorgiamo di chi ci muore vicino ogni giorno un po’». Questa considerazione vale tutto il romanzo. Ma forse possiamo affermare che il cuore pulsante di Fuori posto è in questo pensiero e nell’esperienza che facciamo del male di vivere. Anche se non ci rendiamo conto che tutto questo può essere devastante.

Nelle pagine di questo romanzo c’è un sano e consapevole pessimismo della ragione e il punto di vista dell’autrice sulle cose dell’esistenza è convincente, sempre fuori posto.

il libro

Dopo un incidente due uomini si trovano a condividere un pezzo della loro esistenza. Uno dei due racconta la storia di questa relazione che diventa amicizia intima. Questa in un certo senso è la trama di Fuori posto, un romanzo anomalo di Silvia Palombi. Ma forse questo libro una trama vera non ce l’ha e in questo sta tutta la sua forza narrativa. Uno dei due racconta la storia di questa amicizia e nel libro l’autrice ci regala una serie di divagazioni che abbracciano i temi universali dell’esistenza. Una prima persona assertiva che si avventura in questo rapporto di amicizia e di amore che cresce dalla convivenza.

Il racconto è essenziale e lineare, rafforzato dalla forma del romanzo breve Silvia Palombi fissa in queste poche e illuminanti pagine alcuni punti importanti in cui la letteratura diventa vita e viceversa. Siamo tutti fuori posto rispetto all’esistenza. In questo romanzo incontriamo due persone che mettono a fuoco se stesse attraverso una relazione umana.

Fuori posto non è altro che il racconto esistenziale di un’esperienza di vita.

«E al termine di tutta questa rassegna di fuori posto, in chiusura e conclusione, ho messo a fuoco che nella mia esistenza si è ripresentata l’azione fuori posto per eccellenza, il suicidio. Tanti, ciascuno a suo modo, hanno deciso di uscire dalla loro vita e dalla mia». Si entra a piccoli passi in questa storia che parla di esistenza e delle sue complicazioni, di relazioni e condivisioni. Molti sono i frammenti che tornano al loro posto in questo racconto in cui tutto sembra fuori posto. Anche se prevarrà sempre una disarmonia che rivela verità amare.

«Non dovrebbe essere così difficile credere al male di vivere, forse non è istintivo percepirlo, vederlo a occhio nudo, sicuramente non è fisiologico, ma non è estraneo ai pensieri, troppo spesso non ci accorgiamo di chi ci muore vicino ogni giorno un po’».

Questa considerazione vale tutto il romanzo. Ma forse possiamo affermare che il cuore pulsante di Fuori posto è in questo pensiero e nell’esperienza che facciamo del male di vivere. Anche se non ci rendiamo conto che tutto questo può essere devastante.

Nelle pagine di questo romanzo c’è un sano e consapevole pessimismo della ragione e il punto di vista dell’autrice sulle cose dell’esistenza è convincente, sempre fuori posto.

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Autore:

redazione


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