di Silvia Rossi Mileto.
Alla base della sofferenza che si sperimenta in amore e non solo, c’è quel terribile fantasma chiamato “illusione”.
Donne e uomini, di tutte le età, prima o poi nella vita ne sono vittime, alcuni sondaggi, sembrano piazzare le donne in capo alla classifica ma l’abbaglio non risparmia nessuno, per fortuna, replico, da donna. Per alcuni, talvolta l’illusione riempie tutta la vita, fatta di frustrazione e tristezza.
Alla fonte dell’illusione, la mancanza di accettazione ed il coraggio di riconoscere la verità e un grande legame, direi un attaccamento perverso a rincorrere il sogno in cui si è totalmente persi e identificati.
Sogno che da lì a poco si tramuta in incubo, e aimè, non c’è speranza di un epilogo diverso.
Ad un certo punto, prima o poi, il sogno e l’immagine dell’altro mutano, ovviamente, perché non sono aderenti alla realtà e da qui il via alle prime delusioni, i primi conflitti, le prime insoddisfazioni, alle quali si continua a non voler dare ascolto e non voler vedere, quindi si passa dalle giustificazioni, al far finta di essere in grado di accettare quello che disturba o ferisce. Bisognerebbe fare i conti con la realtà ed abbandonare il sogno, ma non si vuole.
Quando il sogno non rende più sereni, gioiosi ed ha creato delle circostanze che non piacciono, o fanno soffrire, bisognerebbe valutare onestamente, guardare chi abbiamo sinceramente di fronte e saper abbandonare il sogno prima di rimetterci le penne. Il segreto non sta nel non avere sogni, ma nella sinergia tra sogno e realtà e per realtà intendo Verità.
Saper confessare la verità a se stessi e ricordando qual è il sogno della propria vita, quello capace di rendere veramente felici, comprendere ed accettare che non è ancora arrivato e occorre a quel punto sapervi rinunciare, senza lasciarsi abbandonare nello sconforto del vuoto della solitudine.
Il lavoro su stessi, che va praticato, è quello dell’osservazione dei propri moti interiori, particolarmente quelli del pensiero, delle proiezioni, delle fantasticherie che si sviluppano sull’altro o sulla situazione e confrontarle sinceramente con la realtà. Il lavoro richiede un’attenta sorveglianza, soprattutto nei momenti di cedimento, come in quelli di eccessiva enfasi ed entusiasmo, circostanze che allontanano la coscienza dalla realtà.
La realtà non è quella statica, arida condizione da cui la maggior parte vuole fuggire, nella realtà c’è lo splendore e la magia delle emozioni che si trovano in ogni attimo ed in ogni luogo, dove l’essenza dell’individuo si posa può creare il sentimento e la felicità, l’importante è desiderare di essere creativi in ogni gesto e portare sentimento in ogni attimo ed in tutto ciò che si fa. La risposta dalla vita sarà certamente di amore e appagamento anche nelle circostanze inaspettate.
L’osservazione e l’analisi di quali sono i processi mentali abituali, l’ascolto profondo senza paura dei sentimenti, come nelle emozioni, sono veritiere rivelazioni, perché ciò avvenga è fondamentale controllare ma non reprimere le proprie reazioni, a quel punto si sarà in grado di Vedere la realtà com’è veramente. Bisogna imparare a riprogrammare le convinzioni, imparare a vedere fuori dal sogno, che spesso è nascosto dietro solide certezze razionali e da qui nasce la comprensione, l’ascolto del corpo emozionale, l’unico capace di svelare la veridicità.