Appuntamento con la musica live questa sera a Brolo, sul palco, in acustica il musicista orladino che ritorna qui dopo la performance nel borgo durante il “Marshà Dhalia” di fine agosto.
Ed intanto arrivano nuove testimonianze di solidarietà – che non guasta mai – diciamo noi – anche se tutti non la pensano così e quindi non sempre ritengono giusta darla pubblicamente – ai titolari del Pub brolese che sono stati oggetto, nei giorni scorsi, di un atto vandalico.
Filippo Collovà scrive: Sono veramente amareggiato per quanto successo, è incredibile dover avere a che fare con queste situazioni solo per guadagnarsi da vivere, solo per tenere in piedi un locale che magari oltre ad essere il proprio lavoro è anche il progetto, il sogno di una vita. non buttatevi giù ragazzi, continuate, stringete i denti, quello che fate come imprenditori è notevole, la vostra insieme a tutte le altre attività commerciali sono il sangue della nostra comunità, avete un locale magnifico e fate sempre ottima musica. Spero solo che questo vigliacco bastardo la paghi cara. A te, Valeria ad Agostino e sopratutto a Giusi va il mio più caloroso abbraccio e tutto il mio sostegno.
Carmelo Ioppolo, il presidente dell’Acib. “Nessuna giustificazione per un atto di vigliaccheria………ai titolari de Il Borgo Saraceno Brolo la mia vicinanza e solidarietà !!!!”
Sonny Foschino – Presidente della “Peppino Impastato” :Senza parole …
Simone Luca Reale: Se si trattasse di un atto d’intimidazione legato alle vicende che hanno riguardato il locale (la cautela è doverosa), questo gesto sarebbe di una gravità inaudita. […]. Utilizzando sempre il condizionale innanzitutto esprimo la mia più totale solidarietà ai titolari. Comunque devo dire che chi compie gesti simili non è altro che un codardo senza alcuna dignità e senza un briciolo di coraggio. Vergognatevi, gente senza palle! […]
Linda Marino: Ma che schifo di gente!
E tornando all’appuntamento musicale di quest’oggi.
Noi riproponiamo la recensione dell’album che Corrao riproporrà al Pub scritta da Federico Miragliotta che l’ha ascoltato e ne parla così….
“Ci vuole coraggio ”…ascoltando e assaporando Twin Rivers di Marco Corrao (Sponsored by Crossroad Club Capo d’Orlando 2013) ruotano in testa queste parole.
Si tratta di restare in silenzio magari con una pinta di birra scura in mano e lasciarsi trasportare da note che inseguono note, che si rincorro l’un l’altra sino a perdersi, confondersi e confondere. Marco Corrao classe 1981 nato e cresciuto tra Naso e Capo d’Orlando in provincia di Messina con Twin Rivers ha dato vita ad un progetto musicale sentito, vissuto sino in fondo e costruito con orecchio e mani sapienti.
Da buon professionista e fine musicista appoggia la sua sensibilità artistica sulle larghe e mai stanche spalle di un blues rurale, essenziale e riccamente povero, strizzando l’occhio alla musica popolare e ad un certo folk d’autore.
Le undici tracce (ove si alternano inediti a cover d’autore) che compongono il disco, nella loro essenzialità, nel minimalismo degli arrangiamenti procedono verso un obiettivo certo : abbracciare l’ascoltatore, distrarlo (forse) dal tram tram quotidiano, dal già provato e visto e accompagnarlo infine in un mondo musicale costruito ad arte.
Le cover di Lay down (River of Faith) o di Girl from the North Country o ancora di Come on up the house sembrano rivelare quali siano le muse ispiratrici ma proprio l’originalità delle rivisitazioni di questi classici di autore, lo stile chiaro e determinato e l’assenza di manierismi ci donano ossigeno musicale, alimentano il desiderio di ascoltare e farlo ancora e riaccendono il piacere per la buona musica da non confondere con certi prodotti mordi e fuggi.
Twin Rivers non è certo un disco immediato, va compreso, letto, osservato da diverse angolazioni.
I need ad esempio, pezzo inedito e strumentale dell’artista siciliano, evoca qualcosa di indefinito ma profondamente piacevole e con la sua atmosfera dilatata ci lascia sospesi, in bilico, in attesa, comunque scossi da vibrazioni autentiche.
Il rischio, scongiurato, era quello di dar vita ad un prodotto sterile, identico a mille altri e destinato inevitabilmente a cadere nel dimenticatoio.
Siamo dinnanzi, invece, ad un manufatto di ottima qualità, vivace, pieno di riferimenti musicali illustri, ma singolare nella sua unicità; ciascun pezzo ha personalità, mai autoreferenziale né scontato negli arrangiamenti e nella scelta degli strumenti, utilizzati, questi ultimi, con sapiente equilibrio: la sezione ritmica incisiva resta al servizio della voce e della chitarra di Corrao mentre si affacciano divertiti, divertenti ed efficaci l’armonica, la tromba, il trombone e il mandolino.
Twin Rivers è stato definito come un disco dalla concezione minimal, in cui tutti i brani sono registrati live, in studio o in home recording, che nasce da un semplice incontro di musicisti che si divertono a suonare insieme improvvisando sulla base di un feeling suscitato dal momento.
Certamente questo restituisce un’idea chiara dell’approccio dell’ artista alle sette note ma personalmente ritengo che ci sia dell’altro: c’è un’attenta analisi di musica impolverata e un forte desiderio di portarla a nuova vita, ci sono acute interpretazioni delle sofferte note dei maestri del blues, c’è l’universo di mostri sacri come Dylan o Waits ai quali Corrao si avvicina con la dovuta riverenza ma con il coraggio di mettersi in gioco senza giocare.
Ascoltando il disco si accendono sensazioni ed emozioni (e a cosa mai servirebbe la musica se non ha suscitarne?).
Una frizzante allegria si alterna a sottile ironia mentre la tristezza tipica di un certo blues viene rielaborata con discrezione senza risultare mai invadente o appesantire i pezzi. L’artista in certi frangenti sembra voler comunicare a se stesso e all’ascoltatore la necessità di non prendersi troppo sul serio: ci riesce e facendolo rende il tutto convincente e autentico.
Kim con la sua voce graffiante e i magistrali arrangiamenti rimanda inevitabilmente a certi colori e a certe stanze di vita che, in poco più di tre minuti, sembrano prendere forma. Potremmo benissimo trovarci seduti attorno ad un tavolo di legno scuro, in un ambiente scuro e fumoso, con i nostri sorrisi scuri, a sorseggiare whisky e pensieri. Ma potremmo anche correre su di una autostrada deserta, in silenzio alla ricerca di qualcosa di non ancora ben chiaro.
Oppure più semplicemente potremmo trovarci nella nostra splendida Sicilia, in provincia di Messina in contrada Due Fiumare ( da qui il titolo dell’Album) nel Comune di Naso a respirare il profumo degli agrumi, seduti su di una sedia in vimini, ad ascoltare il nostro musicista con la sua chitarra e il suo sorriso.
Twin Rivers è un disco nel quale si palesa la maturità artistica di Corrao destinata inevitabilmente a crescere ed ad arricchirsi ( e arricchirci ).
Non possiamo che essere fieri e onorati sapendo che queste note hanno e avranno sempre anche l’odore della nostra terra.
Buona Fortuna Man!!!
Federico Miragliotta