Grandi infrastrutture, servizi pubblici e bolle speculative.
Giovedi 18 giugno ore 17.30, presso l’aula consiliare della provincia regionale di Messina, saràpresentato, a cura di Salvo D’Allura (Rete No Ponte), il libro dal titolo “Ponte sullo stretto e mucche da mungereâ€Â, interverranno gli autori: Antonello Mangano, Peppe Marra, Luigi Sturniolo.
“Ponte sullo stretto e mucche da mungereâ€Â- Editore: terrelibere.org
Fino a poco tempo fa era il peggiore dei mali. L’intervento pubblico in economia oggi è centrale sia nella socializzazione delle perdite che nelle Partnership Pubblico Privato: “grandi opereâ€Â, servizi di pubblica utilitàcome acqua, gestione dei rifiuti, trasporti, persino l’economia dei disastri e delle guerre dall’Africa all’Afghanistan. Sono le “mucche da mungereâ€Â, costruite o gestite con denaro pubblico o garantito dallo Stato, ma pensate per portare profitto ai privati con operazioni ad alto rischio ed inutili per il territorio. Il Ponte sullo Stretto – esempio estremo di questa strategia – può diventare un crack finanziario, una bolla speculativa pagata da tutti i cittadini.
Cosa hanno in comune il Ponte sullo Stretto, una diga in Lesotho, la gestione dell’acqua in Calabria, i cumuli di rifiuti nel centro di Napoli, le razioni di pollo per i soldati in Afghanistan ed un hotel extralusso a Kartoum con vista sulle capanne di fango inondate dal Nilo?
Sono tutti casi-esempio di una nuova strategia, l’economia basata sulle partnership tra pubblico e privato che “mungono†attivitàsenza rischio. Al primo soggetto spettano i costi, al secondo i benefici. E’ l’economia delle infrastrutture inutili, addirittura non volute ed imposte al territorio. E’ l’economia dei disastri e delle guerre.
Dopo i sistemi basati sul welfare e sulla presenza dello Stato, dopo la lunga fase delle privatizzazioni e del liberismo – quando l’intervento pubblico in economia diventa un tabù, e neanche i partiti di sinistra osano citare Keynes - inizia l’era delle PPP (Partnership Pubblico Privato), capaci di controllare il settore pubblico da detentrici del capitale di ciò che viene costruito o gestito.
Aumenta il differenziale sociale, ovvero l’eterno scarto tra il ricco ed il povero. Le residue risorse pubbliche sono spostate a favore di contractor privati. Si generano debiti che verranno trasferiti sulle generazioni a venire.
I “movimenti di protesta territorialiâ€Â, etichettati come egoisti e retrogradi, hanno avuto la “lucida follia†di comprendere il “grande inganno†delle politiche di privatizzazione dei servizi e dei beni pubblici, di pubblicizzazione del costo, di distruzione ambientale e sociale, della shock economy che trae profitti dalle guerre e dai disastri naturali.
Questo libro prova a raccontare una storia diversa. Scheda dopo scheda, paese dopo paese, esempio dopo esempio capiremo che la questione, in realtà, è una sola.