MORTE DI UN FOTOGRAFO – Oliviero Toscani
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MORTE DI UN FOTOGRAFO – Oliviero Toscani

Provocatorio, dissacrante, visionario, ma anche sensibile al sociale, ambito nel quale si è speso significativamente, con Oliviero Toscani scompare un comunicatore controcorrente che ha raffigurato, interpretato, e per certi versi anche segnato, la storia del cambiamento dei costumi e della pubblica morale in Italia.

 è morto all’età 82 anni

Così lo ritrae Dafne Musolino che aggiunge: “La sua creatività, oltre la sua carriera pubblicitaria, ha firmato alcune delle campagne di impegno sociale più incisive, dall’anoressia alla violenza contro le donne, fino al randagismo e alla sicurezza stradale. Addio ad un genio italiano, che non ha mai rincorso la notorietà, ma ha imposto nel mondo un canone di narrazione per immagini.

Toscani soffriva da due anni di una malattia rara, l’amiloidosi, che era stata resa pubblica dallo stesso fotografo nella scorsa estate. Come si legge sul sito ufficiale dell’Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma: “L’amiloidosi è una patologia rara, caratterizzata da un accumulo di aggregati proteicianomali che si depositano in diversi tessuti del corpo, con conseguente danno d’organo”.

Fotografo irriverente, famoso per le sue campagne pubblicitarie fuori dagli schemi, che ha rivoluzionato il mondo della moda e della comunicazione in oltre mezzo secolo di carriera. Nato a Milano il 28 febbraio 1942, figlio di Dolores Cantoni e Fedele Toscani, uno dei fotoreporter storici del “Corriere della Sera”, dopo gli studi al liceo Vittorio Veneto di Milano, nel 1965 Oliviero Toscani si diploma in fotografia all’Università delle Arti di Zurigo, dove è allievo di Serge Stauffer, specialista di Marcel Duchamp e dell’artista Karl Schmid.

Nel frattempo aveva già pubblicato la sua prima foto: a soli 14 anni accompagnando suo padre a Predappio per la tumulazione di Benito Mussolini, mentre Fedele Toscani fotografa interamente la cerimonia, il giovane Oliviero si sofferma sul volto dolente di Rachele Mussolini ed il ritratto finisce sul “Corriere“. Un segno del destino per quello che diventerà poi uno dei fotografi più amati, apprezzati, contestati, odiati e amati nel mondo della cultura, della fotografia e dell’arte in tutto il mondo.

13 Gennaio 2025

Autore:

redazione


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