MUSICA & PROTESTE – Dopo il “Concertone” i Patagarri replicano
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MUSICA & PROTESTE – Dopo il “Concertone” i Patagarri replicano

 “Macabro è il mondo in cui muoiono i bambini”

I Patagarri rispondono alle accuse dopo il Concertone del Primo Maggio

È bufera sull’esibizione dei Patagarri, giovane band milanese, che durante il Concertone del Primo Maggio a Roma ha intonato lo slogan “Palestina libera” sulle note di Hava Nagila, celebre brano della tradizione ebraica. L’esibizione ha subito suscitato polemiche e accuse, in particolare da esponenti della comunità ebraica e da parte di quel mondo politico filo ebraico.

Ma la replica della band non si è fatta attendere.

Attraverso i propri canali social, i Patagarri hanno voluto chiarire le motivazioni della loro performance, difendendosi dalle accuse di antisemitismo e provocazione:

“Siamo esseri umani che non riescono a stare in silenzio di fronte alla morte e alla distruzione – hanno scritto nelle loro Instagram stories –. Abbiamo scelto di suonare una canzone ebraica perché crediamo nella forza della musica di unire, non di dividere. Abbiamo tolto il testo originale, che celebra la gioia dello stare insieme, per sottolineare che quella gioia, in Medio Oriente, è scomparsa da tempo”.

Nel mirino è finito il momento in cui il frontman Francesco Parazzoli ha guidato il pubblico nel coro “Free Palestine, Palestina libera” sulle note di Hava Nagila.

Un gesto che ha fatto insorgere parte della comunità ebraica.

Il presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun, ha definito l’episodio “sinistro e macabro”, parlando di un “appropriarsi della nostra cultura per invocarne la distruzione”.

Dello stesso tenore il commento della presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, che ha parlato di una “strumentalizzazione ignobile” e di uno “sfregio a una melodia simbolo della gioia condivisa”. Duro anche David Parenzo, giornalista e conduttore: “Non sapevo chi fossero i Patagarri. Ora lo so. Raccapricciante. Un insulto”.

Anche dalla politica sono arrivati attacchi trasversali. Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha commentato: “Non passeranno alla storia della musica, ma forse a quella delle farneticazioni”.

Ma i Patagarri ribattono con fermezza:

“Abbiamo dato voce a chi non ne ha. I report internazionali parlano chiaro: il numero di vittime civili, bambini inclusi, tra i palestinesi è spaventoso. Chi ci ha definito macabri dovrebbe guardare cosa accade realmente: ospedali bombardati, civili sterminati, bambini uccisi. Macabro è questo”.

La band, formatasi a Milano e nota per il suo stile swing contaminato da jazz e sonorità folk, è composta da Francesco Parazzoli (voce e tromba), Jacopo Protti (chitarra), Daniele Corradi (chitarra), Giovanni Monaco (clarinetto e sax) e Arturo Monico (trombone e percussioni).

Avevano raggiunto una prima visibilità grazie a X Factor, sotto la guida di Achille Lauro.

“Non siamo contro un popolo. Chiediamo solo che si possa parlare di pace senza finire intrappolati nella retorica dell’odio o accusati di antisemitismo”,

concludono. E rilanciano:

“Mettiamoci d’accordo su quali siano le parole giuste per dire che nessun bambino deve morire. Se ‘Palestina libera’ non va bene, diteci quali usare”.

Nel frattempo, il dibattito continua a infiammare i social. Tra chi grida allo scandalo e chi difende la libertà d’espressione, una cosa è certa: i Patagarri hanno lasciato un segno.

Forse controverso, ma impossibile da ignorare.

  

3 Maggio 2025

Autore:

redazione


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