Dopo la ridda di voci di questi giorni, i sequestri di atti al comune brolese e gli avvisi di garanzia giunti, l’onorevole Giuseppe Laccoto, sindaco per anni del paese e assessore comunale nella prima fase dell’era Messina ha commentato:
“Sono del tutto estraneo da qualsiasi forma di responsabilità sulla vicenda dei mutui del Comune di Brolo ed ho sempre lottato per la legalità e la salvaguardia degli interessi generali pur al prezzo di inimicizie, cruente contrapposizioni politiche e personali oltre che tentativi continui di delegittimazione – aggiungendo – Penso sia veramente grave che si provi a coinvolgere il sottoscritto in vicende rispetto alle quali è assolutamente estraneo, peraltro in un momento in cui vi sono in corso indagini dell’autorità giudiziaria sottoposte a segreto istruttorio”.
L’onorevole brolese non ha escluso di querelare chi già si sia reso reo di affermazioni calunniose nei suoi riguardi, sentendosi, tra l’altro, di essere obiettivo principale degli attacchi dell’opposizione, – non solo ex consiliare – ma allo stesso tempo si dice sereno – come ha dichiarato – e certo di aver agito sempre sulla strada della legalità e nella trasparenza.
La molla dell’azione puntualizzatrice di Laccoto, che in queste settimane era stato solo un attento, quanto silente, osservatore di quanto accadeva a Brolo, potrebbe essere scaturita da una recente intervista televisiva l’ex consigliere comunale Gaetano Scaffidi Lallaro che ha rammentanto come l’amministrazione Laccoto, nel periodo delle sue due sindacature, dal 1997 al 2007, avesse contratto 23 mutui.
Laccoto senza entrare mai nel cotradittorio verbale ha comunque voluto puntualizzare che dei 23 mutui citati, nove di questi – per un complessivo valore di un 1.700.000 euro – sono da intendersi ad esclusivo e totale carico dello Stato.
Per una prerogativa che al tempo vantavano i comuni al di sotto del 5mila abitanti come Brolo; mentre un altro mutuo, quello di 2milioni e 400mila euro di stanziamento, contratto nel 2002, relativo alla metanizzazione del paese e della frazione di Piana, rimane a carico dell’Eni – fornitrice del gas per il riscaldamento – in base agli accordi di contratto ed al numero di utenze al tempo definite.