Sono 10 le cittàitaliane (sulle 27 monitorate) nella morsa delle ‘ondate di calore’, secondo il quotidiano bollettino della Protezione civile. In particolare, ‘ondate di calore’ – cioé condizioni meteorologiche tali da richiedere interventi di prevenzione per la popolazione a rischio – vengono segnalate oggi a Bolzano, Catania, Firenze, Frosinone, Latina, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Roma e Venezia. Per queste cittàè una giornata da bollino rosso, cioé quel ‘livello 3’ – su una scala da 0 a 3 – che indica appunto l’ondata di calore.
Per domani ondate di calore sono indicate in 14 città: oltre alle 10 odierne anche a Brescia, Messina, Milano e Rieti. Domani, dunque, ancora caldo soprattutto al centro sud, ma tra mercoledì e giovedì, questo verràspazzato via da tutta la penisola e ci aspettano almeno una decina di giorni di temperature gradevoli, anche se qualche temporale è da mettersi in conto, ci rassicura il meteorologo Mario Giuliacci. Secondo il colonnello Giuliacci, giàda domani una perturbazione atlantica porteràaria fresca che, proveniente dalla Francia, faràil suo ingresso in Italia prima a nord-ovest, per scendere poi verso il meridione. Ondate di caldo in maggio – dice il meteorologo – sono cosa normale: eccetto che nel 2004 ci sono state ogni anno. Il problema è che questi primi caldi forti vengono sentiti molto di più perché ci colgono impreparati.
“Non bisogna farsi prendere da quella che io chiamo ‘la sindrome del 2003′ – aggiunge Giuliacci – che fu veramente un anno eccezionale, il più caldo da 200 anni. E’ vero, le nostre estati sono mediamente più calde da una quarantina d’anni, anche per effetto del riscaldamento globale che c’é, ma questa, prevedibilmente, saràun’estate normale: su 90 giorni ne avremo una sessantina con temperature sopportabili, con picchi di 28 gradi, e poi ci saranno un’altra trentina di giorni che, come accade sempre, ci faranno soffrire”.
Le estati più calde, spiega il meteorologo, sono quelle in cui agisce l’effetto amplificatore del Nino, l’anomalo surriscaldamento del’area del Pacifico equatoriale compresa tra le coste australiane e quelle del Perù. E’ un fenomeno che si ripete abbastanza regolarmente ogni cinque anni (c’é stato nell’83, nell’88, nel ’94, nel ’98 e nel 2003) determinando estati eccezionalmente calde. Quest’anno il Nino non c’é. (ANSA)