SENTENZE – La Cassazione condanna Alessandro Sallusti: 14 mesi
Cronaca Regionale

SENTENZE – La Cassazione condanna Alessandro Sallusti: 14 mesi

«Qui ora esagero. Ma prima domani di pentirmi, lo scrivo: se ci fosse la pena di morte e se mai fosse applicabile in una circostanza, questo sarebbe il caso. Per i genitori, il ginecologo, il giudice».

Per queste parole, scritte su Libero con lo pseudonimo di Dreyfus, Alessandro Sallusti, attuale direttore del Giornale, rischia il carcere.

A raccontare il singolare caso di giustizia, proprio il Giornale, che denuncia lo scandalo: “Stanno per arrestare il direttore del Giornale“, si legge sulla prima pagina del quotidiano fondato da Indro Montanelli. L’accusa è diffamazione aggravata e riguarda un corsivo pubblicato nel febbraio 2007.

Il caso che fece esplodere la miccia è la storia, raccontata sul quotidiano La Stampa, di una ragazzina di 13 anni autorizzata ad abortire dal tribunale di Torino, e poi preda di scompensi emotivi tali da richiedere un ricovero in un reparto di psichiatria. Il caso sollevò un polverone di polemiche tra i difensori della scelta dei giudici e il fronte antiaborto: su Libero apparve il corsivo scritto sopra, pesantemente critico, a firma Dreyfus.

Un magistrato torinese, Giuseppe Cociolovo, si sente chiamato in causa (e come dargli torto, davanti a chi gli augura di finire sulla forca) e querela cronista e autore del commento. Sallusti, che nega di aver scritto quel corsivo, finisce comunque sotto inchiesta sia per omesso controllo (in quanto direttore) sia come supposto autore del commento.

Nel gennaio 2009 Sallusti e il cronista Andrea Monticone vengono condannati in primo grado a 4mila e 5mila euro di multa: in appello, il 17 giugno 2011, la discussa sentenza. Monticone prende un anno di carcere con la condizionale, Sallusti 14 mesi, senza condizionale per via dei precedenti (per diffamazione) del giornalista: in altre parole, il direttore del Giornale deve espiare la sua pena in carcere.

Ma la colpa, per il quotidiano milanese, per una volta “non è dei giudici, ma dei politici che non hanno mai cambiato una legge antidemocratica”.

E in effetti vedere un giornalista in carcere, in una democrazia, non è mai una bella storia.

Oggi il ricorso del giornalista è stato rigettato. “No a misure alternative, andrò in carcere”, è stata la sua prima reazione

La V Sezione Penale ha inoltre condannato Sallusti alla rifusione delle spese processuali, a risarcire la parte civile e a pagare 4.500 euro di spese per il giudizio innanzi alla Suprema Corte.

“E’ una sentenza sconvolgente, ci sentiamo tutti Sallusti..”. E’ il primo commento all’AGI di Franco Siddi, segretario generale della Federazione nazionale della stampa.

fonte Leggo

26 Settembre 2012

Autore:

admin


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