C’è chi lo fa con un commento, una frase, un pensiero su facebook – questi a contarli sono più di mille.
C’è chi telefona, passa, si fa vedere.
Così dal presidente del consiglio, Peppe Miraglia a tutta l’amministrazione, la lista è lunga e tocca giornalisti, commercianti, gente del popolo, politici, vecchi compagni di scuola, gli amici di sempre e quelli nuovi.
Non c’è “passerella”, c’è comprensione.
Non ci sono limiti o distanze, anche questo è la “rete”.
Linda e Rina Marino sono conosciutissime.
Una rete di amicizie, di impegni, di interessi, tra politica e presenza sociale.
Linda è anche stata presidente dell’Acib – la locale associazione dei commercianti antiracket- e raccoglie la solidarietà di tanti dei suoi colleghi, anche del presidente della Fai, la federazione antiracket italiana, Pippo Scandurra. E’ immediata, atytraverso i verici della stessa Acib.
Solidarietà, vicinanza che arriva con una stretta di mano, un abbraccio, un sorriso che accoglie lo sgomento che ancora trapela dallo sguardo delle due sorelle Marino vittime, a Brolo, di un incredibile quanto azzardata rapina e che ha visto la più giovane, Rina, in quel momento sola in gioielleria, subire il trauma che tocca a chi si vede portare via, in un attimo, i sacrifici di una vita.
Ieri, dopo un attimo di riflessione, è Linda a descrivere le emozioni e i pensieri generati in queste ore. Quasi a testimoniare con uno “sfogo” umanissimo il travaglio e lo sgomento che un atto criminale – quella rapina subita- determina. Un gesto che, evocando antiche paure la rapèimna con sequestro di pesrona che la stessa famiglia subì nel ’89 – , ma anche dolori e lutti recenti.
E le assenze diventano voragini.
“Abbiamo lavorato insieme una vita, abbiamo vissuto e superato insieme momenti difficilissimi, anche questa volta siamo convinte che sei stato come angelo insieme a noi …
Vogliamo quindi ringraziare insieme a te, quanti ci sono stati vicini con il loro affetto, con poche parole, con semplici cenni, con i loro “mi piace ” ai post di solidarietà.
Qualcuno ha scritto “La Gioielleria Marino” un’icona di Brolo …
Grazie, grazie da parte nostra e di nostro padre che ha dedicato a questo lavoro la sua vita, che ce lo ha fatto amare dandoci il coraggio, dopo quella terribile rapina, in cui siamo state sequestrate e che è durata una notte infinita, di continuare …
E’ stata dura e la nostra vita è cambiata radicalmente … ma siamo andate avanti perché non volevamo aggiungere dolore a dolore, se avessimo chiuso, per nostro padre sarebbe stata la fine …
Noi non avevamo ancora dimenticato, non ci siamo mai più ripresi da quella terribile rapina e non era giusto che dovessimo rivivere un’altra volta quell’esperienza … sopratutto perché a tenerci per mano non c’è più lui … ci siamo sentite sole più che mai quindi e questa volta la solidarietà di molti di voi ha costituito per noi Rina e Linda un abbraccio ancora più forte, ancora più sentito …grazie!”.
Parole che testimoniano timori, preoccupazioni, che guardano a scenari futuri che annunciano forse scelte irrimediabilmente già prese.
Parole che riportano alla memoria Attilio Marino. Il Gioielliere.
Uomo d’altri tempi. Stile e professionalità uniti da buongusto.
Aprì una gioielleria, vera, per i tempi anche innovativa.
L’aprì a Brolo.
Quasi una scommessa.
La vinse e divenne un punto di riferiemento – negli anni – per tanti, per famiglie intere, delle quali vedeva passare – al di qua del banco – le ricorenze più importanti, nascite, battesimi, matrimoni, anniversari, lauree .. ma anche dolore.
Conosceva tutti e tutti lo conoscevano.
La “Gazzetta del Sud” sempre in mano, in poltrona, a guardare le figlie che raccoglievano la sua passione… fino all’ultimo.
Una bella persona.
Ma la rapina, che diventa cronaca, apre altri fronti di discussione, a partire dalla videosorveglianza e della sicurezza nel e del paese, mentre le indagini dei carabinieri vanno avanti, ci si chiede se tutto funzionava.
E se questo non è avvenuto … il perchè.