STEFANO MOLICA – Oltre il palcoscenico… L’intervista
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STEFANO MOLICA – Oltre il palcoscenico… L’intervista

In occasione dell’avvio del Corso di Teatro,  di Nuovi Teatri, colloquiamo con il regista pattese Stefano Molica.

Dal 2004 la tua associazione, Nuovi Teatri, organizza corsi di teatro. È appena iniziato il 16° anno accademico. Non sei stanco? 

No, non sono stanco perché dal 2010 mi aiuta mia moglie Valentina (ride). A parte gli scherzi…Non sono stanco perché questo è un lavoro che ha si un percorso molto preciso con degli obiettivi molto precisi, ma è sempre diverso, perché le persone che lo frequentano sono sempre diverse: crescono, cambiano, portano con sé bagagli pieni di emozioni, non sempre facili da gestire…ma comunque stimolanti. Quindi no, non sono affatto stanco. Anzi non vedo l’ora di ricominciare.

E perché è così importante per te il teatro per i bambini, per i ragazzi e anche per gli adulti?

È importante perché non siamo più abituati a condividere, non siamo più abituati a guardarci negli occhi, non siamo più abituati ad ascoltare.

I bambini hanno l’opportunità di conoscere l’altro senza nessun filtro: possono farlo entrare nel proprio mondo ed entrare in quello dei compagni attraverso un gioco, una musica, un’improvvisazione. Il teatro è un momento in cui possiamo essere tutti uguali, buffi e goffi; possiamo ridere e inventare tutte le storie che vogliamo.

I ragazzi invece, imparano a conoscere se stessi attraverso l’aiuto dei compagni: accettare e superare difetti e limiti è più facile se trovi qualcun altro che lo fa insieme a te, con naturalezza.

Gli adulti, diciamo che vengono a teatro per tirare fuori tutte quelle emozioni che rimangono chiuse per bene durante il resto della giornata….A volte è tremendo, ma è anche bellissimo.

E poi, per tutti, c’è la grande occasione di conoscere testi e autori che magari non si è abituati a leggere. Interpretarne i personaggi è un viaggio davvero affascinante. Infine bisogna ricordare l’alto valore formativo che il meccanismo teatrale offre. È una disciplina che forma il corpo e la mente allo stesso tempo.

Hai parlato di limiti. Mi viene in mente la timidezza, credo sia uno dei primi ostacoli che bisogna affrontare per confrontarsi con gli altri e poi con il pubblico.

Si, certo. Ma non bisogna pensare alla timidezza come a qualcosa di negativo: fa parte di noi, di tutti noi. Bisogna solo imparare a gestirla.

Spesso è più facile di quanto si pensi: basta avere un compito: qualcosa da dire – possibilmente di sensato – o qualcosa da fare  – sulla scena ad esempio – e il gioco è fatto. Puntare la mia attenzione non su chi mi guarda o ascolta, ma su quello che devo fare.

Consiglieresti ad un ragazzo di fare l’attore?

Di solito no. O meglio, dico sempre che bisogna avere il fuoco dentro: cioè bisogna sentire che non c’è niente altro al mondo che vuoi fare. È una scelta di vita, non è semplicemente un mestiere. Nel nostro corso consideriamo il teatro come uno strumento  per comunicare e conoscere l’altro e noi stessi. Fare l’attore è un’altra cosa.

Di attori ne avete incontrati tanti in questi anni. Com’è stato far lavorare insieme professionisti e allievi?

Non è semplice. Gli attori spesso non vogliono mettersi in gioco. Ma devo dire che siamo riusciti a creare un ambiente, un’armonia che ha permesso uno scambio molto positivo e produttivo. Caterina Vertova è stata una maestra dura ma eccezionale e precisa. Edoardo Siravo ci ha insegnato tantissimo facendoci fare un sacco di risate… E poi Renato Campese, il nostro caro Renato: un Signore del teatro, la sua eleganza e la sua professionalità sono stati impagabili.

Se non sbaglio, Siravo è stato ospite anche della rassegna Terra Fertile. Cosa mi dici di questa esperienza?

Si, è stato uno degli ospiti più attesi, anche perché ci sentiamo davvero legati a lui.

È stata una bellissima esperienza. Insieme a Peppino Bisagni e Patrizia Bellitti, abbiamo deciso di intraprendere un percorso teatrale all’insegna della condivisione – torna sempre – del ritrovarsi. Abbiamo avuto tantissimo pubblico e abbiamo tanta voglia di ricominciare.

Siete già a lavoro per la prossima stagione?

Si, siamo già al lavoro naturalmente e presto usciremo col calendario degli appuntamenti previsti per questo inverno fino alla primavera. Ci saranno ovviamente novità interessanti e conferme importanti. Teniamo molto a creare dei rapporti duraturi con gli artisti che frequentano e frequenteranno Terra di Teatro. Abbiamo bisogno di professionalità che fecondino questo nostro territorio.

Per concludere, cosa diresti a chi, leggendo questa intervista, avesse il desiderio di frequentare il vostro corso di teatro?

Pensaci bene perché è impegnativo,  ma una volta che inizi…difficilmente riuscirai a smettere! Vi aspettiamo!

18 Ottobre 2019

Autore:

redazione


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