Alla fine restano comunque da un lato i dubbi e le perplessità sollevati dai gruppi d’opposizione e d’opinione, con le richieste di tanti tavoli tecnici per confronti diretti, dall’altro le e certezze dell’amministrazione di aver ben fatto, pur dovendosi confrontare con uffici azzerrati, programmi e software inesistenti, una pessima gestione commissariale, pari a quelle ancor precedenti. Ma sopratutto rimangono i mal di pancia dell’utenza costretta a pagare una tassa, non tanto ritenuta iniqua, ma soprattutto difficile da digerire per i servizi non ricevuti.
Certo il dibattito di ieri ha risolto ben poco.
Non ha dato nè ricette miracolose nè regalato verità inimmaginabili.
E’ servito ad aprire una finestra di dialogo.
E questo è già tanto.
Ognuno ci ha messo la faccia, ogni tanto abbandonando la piazza virtuale di facebook e senza profili anonimi.
Non è stata la bagarre che qualcuno temeva o si aspettava, o peggio sperava.
Né tantomeno i toni si sono esasperati trasformando la sala cinematografica, da troppo tempo utilizzata solo e solo per confronti e dibattiti, in un’arena.
Sono giunte risposte – quelle già dette – da parte dell’amministrazione, ma di certo c’è stata l’attenzione ad ascoltare quel grande disaggio sociale, che proveniva ed era palpabile dagli interventi del “popolo”, che dalla platea, o in tribuna, fuori da schemi di gruppi o movimenti, ha detto chiaramente che non si possono pagare tante tasse, non perchè non si vuole ma perchè non ci si arriva.
I cittadini rivendicavano l’efficienza del servizio, la voglia di pulizia e le attenzioni nelle contrade, nelle vie fuori dal “centro” e nel centro storico. Servizi che in passato sono stati latitanti e che oggi sono costretti a pagare, e pure tanto.
E’ emerso il malcostume dell’abbandono sconsiderato dei rifiuti, la necessità di percorre consapevolmente la strada della sensibilizzazione, la necessita del rispetto di regole ed orari per il deposito dei rifiuti; e poi i costi gravosi del servizio, dello smaltimento, il futuro incerto delle discariche siciliane, la necessità di mettere a regime il centro di raccolta comunale, far comprender la sua utilità, dare ai cittadini l’incentivo per recarsi a depositare quello che non è da considerasi “umido”, la necessità di definire una campagna di informazione.
Cose note, ma che non ha fatto male a nessuno riascoltare.
Per i singoli interventi ci sarà spazio dopo, in altri articoli a rammentarli, di certo hanno contribuito al dialogo in sala Ettore Salpietro, di Kronos ( vedi articolo seguente), Nino Damiano di “Io amo brolo” – forse il più attento tra numeri e conteggi – Alessandro Tripi, Pippo Natoli , Ada Agnello a rappresnetare l’opposizione consiliari di “Per Brolo”, Franca Ferraro, Virgilio, Rigano, Nino Ricciardo, Sara Ceraolo del movimento Insieme per difenderci, Graziella Carsuo, Fabiana Aria di “Cambia-Menti” e tanti altri, e tra questi anche Tiziana Vinci, non nel ruolo di Revisore contabile del comune che ha svolto in questi anni passati, ma da cittadina e madre che ha puntato l’indice sulla necessità , in stretta sinergia con la scuola, di costruire una cultura del riciclo del rifiuto.
Solo riducendo questi, nella loro massa globale, differenziando e attivando le procedure di recupero si potrà, nel tempo, ridurre i costi, migliorare l’ambiente, far di Brolo un paese sempre più vivibile.
A rispondere direttamente alla platea, in sala anche ben presenti anche i responsabili del movimento “Brolo 360°” è stato il sindaco, Irene Ricciardello, che ha introdotto i lavori, Gaetano Scaffidi, il vicesindaco responsabile, nell’esecutivo, anche dell’area tributi e tasse, e Basilio Ridolfo, l’ingegnere capo dell’ufficio tecnico, per quanto concerneva gli aspettri tecnici, i conteggi, le procedure, gli affidamenti, la tempistica.
Ovviamente tutti hanno interpretato i ruoli istituzionali di competenza.
Così l’opposizione non è stata tenera, nel sottolineare ritardi e anomalie nelle procedure, confrontando i prezzi con gli altri comuni, annoverandosi a “Cassandra” in quanto già da tempo parla di tasse e dissesto, in consiglio e fuori da quest’ambito.
Un giudizio senza appello ma alla fine un’apertura, più politica che nei fatti, per trovare soluzioni ragionate.
Ricciardello e Scaffidi per l’amministrazione hanno evidenziato – più volte – che questa Tari non serve a risanare i conti del comune, non serve a pagare né mutui ne quei decreti ingiuntivi che gravano sul comune frutto di azioni passate, hanno puntato il dito sulle loro scelte, fatte con responsabilità, con serietà, con il carico oneroso della consapevolezza di comprendere quello che stanno chiedendo al cittadino, ma non se ne poteva fare a meno – dicono – è la legge che lo impone, avevano pochi margini, anzi nessuno, di discrezionalità.
Un euro al giorno, per una famiglia di quattro persone, dice il vicesindaco, è la media dell’imposta attuale.
In cambio la garanzia di un servizio efficiente .
Questo è l’impegno che sottoscrivono, dal tavolo, Sindaco e Vicesindaco, insieme alla giunta ed al gruppo di maggioranza, tutti presenti in aula.
Ma il dibattito ha visto emergere la novità più importante, quella che verrà da martedì in poi.
L’opportunità di poter rateizzare oltre al Tari tutti i tributi comunali.
Un apposto regolamento sarà infatti varato dal consiglio comunale. Non più scelte ad personam, come ha sottolineato Gaetano Scaffidi, ma in maniera trasparente.
Una boccata di ossigeno per chi non ha ancora pagato, per chi ha difficoltà finanziarie a farlo.
Poi si vedranno i dettagli, le fasi e gli scaglioni in cui verrà articolata questa opportunità di rateizzazione.
E poi, a margine della discussione, quasi sul finire, da registrare una stoccata, da parte del sindaco, all’Infotirrena, la società che gestiva il recupero dei tributi.
Arriva la denuncia di solleciti mai trasmessi, bollette inoltrate più volte e sempre le stesse, ed una serie di inadempienze..
Sarà argomento di discussione e chiarezza ma in altre aule.
Poi a casa.
Oggi ancora festa, domani comunque le bollette si dovranno – in un modo o nell’atro – pagare.
Ha condotto il dibattito Massimo Scaffidi