STORIA & RICERCHE – Brolo nella tesi universitaria di Arturo Caranna
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STORIA & RICERCHE – Brolo nella tesi universitaria di Arturo Caranna

Parlando di turismo, cultura popolare, tradizione, gastronomia e luoghi della Costa Saracena si sviluppa l’interessante tesi universitaria di Arturo Caranna.

La tesi finisce con l’avere un indubbio valore scientifico, toccando più ambiti e per ciò passando dal punto di vista storico a quello biologico e, infine, culinario.

Arturo Caranna è attento ad osservare la vita che gli corre intorno, ama il mare, l’ambiente marino, la natura nel suo complesso. E il senso del rispetto per la natura, per l’ecosistema lo ama trasmettere anche ai più giovani. Così le sue scelte universitarie sono state indirizzate in tal senso, laureandosi ora in scienze turistiche. Un percorso che punta all’insegnamento della geografia, ma anche a diventare un esperto di marketing dei flussi turistici.

La sua tesi ha creato un interessante focus sul territorio brolese. Un lavoro tra lo storico e lo scientifico dal titolo “Le tre A di Brolo: Arte, Ambiente, Agricoltura!.

La discussione della tesi ha avuto, in sessione di laurea, come relatrice la professoressa Emilia Sarno e “racconta”, anche con inedite rivelazioni, storia e costume di Brolo e delle sue genti.

Spiega Arturo Caranna che tutto nasce della necessità di interrogarsi su cosa s’intenda per turismo ai nostri giorni.

Lui lo fa seguendo le indicazioni dell’Agenzia delle Nazioni Unite, secondo cui il turismo è da considerarsi come la pratica svolta da tutti colori i quali si recano in luoghi diversi dall’ambiente in cui sono soliti vivere la loro quotidianità e il cui fine non sia l’esercizio di attività remunerate all’interno del Paese visitato.

L’obiettivo principale del lavoro di tesi è stato dunque quello di offrire una visita guidata all’interno del paese di Brolo, inquadrando il “viaggio” all’interno e nel contesto della Costa Saracena in una bellissima Sicilia.

Un lavoro dove la suggestione evocativa dl “viaggio” finisce con l’avere un indubbio valore scientifico, toccando più ambiti e per ciò passando dal punto di vista storico a quello biologico e, infine, culinario.

Una tesi che si legge anche come un racconto, dove la storia narra come la prima leggenda che richiami il paese di Brolo risalga ad Omero (Odissea, IX libro), precisamente dopo la fuga di Ulisse da Polifemo: la leggenda vuole che una delle potenti rocce scagliate da Polifemo contro i fuggitivi, abbia attaversato la Sicilia intera, finendo sulla sua costa settentrionale, dove ancor oggi affiora dalle acque e identificandosi nello scoglio di Brolo.

Proseguendo nel suo racconto leggendario su Brolo, Arturo Caranna  rammenta una delle leggende meno note, col principe saraceno Arif, al quale una maga greca, Angela, aveva predetto che l’incontro che avrebbe deciso la sua vita sarebbe avvenuto in prossimità di una rocca marina.

Il peregrinare del principe lo avrebbe portato presso Dante Alighieri il quale,  ricordando che “rocca marina” era il significato del nome del luogo di nascita di Manfredi Lancia, indirizzò Arif verso la parte di terra siciliana più prossima alle Eolie, lì dove si trovava “Voab”.

In quel luogo, Arif trovò l’amica maga che lo aveva portato in quel luogo, come la donna amata. Una leggenda narrata anche dal Michele Spadaro nel suo “I Nebrodi nel mito e nella storia”.

Non è avaro nel raccontare “i fatti di Brolo” il dottor Caranna anche quando si addentra nelle realtà della marineria brolese, quando parla della tonnara di Brolo, quella concessa mediante Regio privilegio nel 1488 e, che ancora nel 1816, il D’Amico, proprietario della tonnara di S. Giorgio, ne descriva il valore  legandola a quella detta “di Zappardini” che si estendeva fino allo scoglio di Brolo e creata con concessione regia in favore del marchese don Diego Forzano di Gioiosa.

Interessante leggere nel lavoro universitario di Caranna della marineria brolese, “conosciuta per l’uso costante del cianciolo, usato prevalentemente per la pesca del pesce azzurro, specie acciughe, sarde e sgombri, patrimonio ittico del mare antistante Brolo” e si riscopre grazie al lavoro fortemente documentato di quel  sistema costiero intorno a Brolo, peculiarmente umido, “da essere rotta migratoria della cicogna (Ciconia Ciconia), della Egretta Garzetta, di aironi bianchi, nonché habitat elitario per i nidi di gheppio, corvo imperiale e falco pellegrino”.

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Un bel lavoro. Sicuramente punto di partenza di altri interessanti studi tesi al recupero delle memorie di un luogo.

 

 

14 Marzo 2020

Autore:

redazione


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