Nell’immaginario comune si ha come l’idea che i nomi roboanti e di grido legati a certa tv, a certo spettacolo siano l’unico elemento per qualificare un festival, per determinarne l’importanza; più grave quando, gongolandosi di mediocrità, chi dovrebbe avere maggiore senso critico, si lascia invaghire dagli effetti speciali… che offuscano gli occhi e non fanno vedere la sostanza…
I politici innanzitutto dovrebbero intuire e far comprendere certe evidenti differenze, i cosiddetti componenti della società medio alta, acculturata, dovrebbero non assecondare più la vorticosa discesa verso il basso.. in cui l’Italia tutta si è diretta pericolosamente nell’ultimo decennio…
Stessa Storia per la nostra Isola: negli ultimi anni il mondo dello spettacolo, del teatro e della musica in genere è corroso da meccanismi… strani…


Eppure i talenti sono tantissimi, le eccellenze altrettanto…
Non c’è ancora modo di illuminare questo cielo che si colora solo a tratti di comete?
I festival fanno difficoltà a sopravvivere.. e chi ci è riuscito, come Gibellina e Tindari, ha compiuto un piccolo miracolo: il Festival di Tindari parla di qualità con nomi che girano il mondo sotto il segno della Sicilianità.
Così il Sindaco Mauro Aquino parla del 58° Festival:”E’ stato mezzo miracolo: gli sforzi unanimi da parte di tutti artisti e impresari con gestioni che permettessero alle amministrazioni comunali di potere sostenere i costi, nell’incertezza di fondi regionali ed europei”.

Sulle pagine di fb tuona il direttore artistico Anna Ricciardi
“Chi ama davvero l’arte, chi ama davvero la musica, la prosa , chi conosce la situazione critica attuale, sosterrà i festival che sono rimasti vivi e non schiacciati dalla dirompente noncuranza, non cercando la manna del biglietto omaggio e non contribuendo con le solite chiacchiere da caffè ad inaridire gli animi e le menti…”
Raggiunta al telefono ci dice che la strada percorsa al Tindari Festival, grazie ai ragionamenti condivisi con tutte le maestranze è stato quello della qualità “Il Festival sta cercando di riprendere le tre grandi matrici dell’ars scaenica, prosa, musica danza, aprendosi alle forme di ricerca e sperimentazione mantenendo la sua genesi greca, classica che è il suo tratto distintivo.
Tindari è un luogo incantato: ho chiesto a tutti i registi , i musicisti di avere particolare attenzione non solo per il posto, tenendo conto della skenè che si allunga sino all’orizzonte, sul mare ma anche dell’acustica che qui è sacra, adattandone il più possibile la tecnologia.
Suono, visione, parola: il pubblico, lo spettatore deve sentirla questa magia…!
Si viene a Tindari per cercare Poesia e Bellezza! Ci piacerebbe che tutti potessero ritornare a casa con la sensazione di essere stati catapultati in una sorta di sogno rivelatore.
Chi ama l’arte saprà comprendere che la musica e la prosa non sono solo quelle filtrate e decise da certa Tv, non può e non deve essere così!!!
Consiglio a tutti i ragazzi che desiderano venire a Teatro di mantenere la stessa curiosità che li ha spinti a conoscere durante la stagione invernale allo Joppolo, le nuove opere, le nuove drammaturgie, i volti e i personaggi che non conoscevano.. . è questa la strada.. anche per gli adulti”.