TURIDDU  – Esempio di Serenità che induce ad una riflessione collettiva
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TURIDDU – Esempio di Serenità che induce ad una riflessione collettiva

    turiddu

Turiddu se ne va… oggi i suoi funerali, ma “l’assenza” di questo personaggio, tutto pattese, induce, oltre all’umano dolore, ad una riflessione, quella che ben articola Nino Lo Iacono, che va oltre e guarda “al rapporto con l’anziano”: Chi ha anziani in famiglia è bene che sappia che la persona cui si rapporta in tutte le ore della giornata, è, probabilmente, la stessa che lo ha accudito quando era piccolo, che lo ha sostenuto nei momenti di bisogno e che lo incoraggiato nei momenti di difficoltà. Ecco cosa significa acquisire serenità. Riceverla o trasmetterla come faceva Turiddu, trasmetterla soprattutto a chi ne ha più bisogno, ai più deboli come gli anziani. A prescindere dal posto nel quale l’anziano passerà gli ultimi anni della propria vita, non deve venirgli meno, l’affetto, il calore, l’amore dei parenti e degli amici. A chi  ha già  dato durante la propria vita non importano, di solito, i problemi materiali. I nostri nonni vivono di sorrisi, ammiccamenti , carezze anche sulla mano, e bacetti, tanti bacetti.

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“Turiddu”, alias Salvatore D’amico, è andato a irradiare la sua serenità e la sua allegria  fra gli angeli e le persone buone come lui.

Da tempo viveva, amorevolmente accudito da tutto il personale, nella casa di riposo Sciacca Baratta, apparentemente in compagnia di tanti altri anziani, ma di fatto come aveva sempre vissuto, accompagnato dalla sua solitudine, specie da quando soffriva di ipoacusia.

Spesso, persone di ogni età e soprattutto giovani, lo andavano a trovare allo Sciacca Baratta. La rinomata cortesia e il sorriso sempre pronto di Turiddu rendevano tutto semplice.

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Insieme con alcuni degli altri anziani si riusciva a scherzare e per quelle ore, i pensieri dell’età  e dei malanni  si dimenticavano.

La scomparsa di Turiddu ha destato costernazione in città ed i commenti apparsi subito sui SNW, hanno evidenziato che verso quest’uomo non vi era solo simpatia ma amore, di quello vero, concesso in cambio di un solo ma disarmante sorriso.

Turiddu girava in città con tutti i suoi averi addosso, le tasche spesso sembravano bisacce piene delle poche cose ,il cui valore era solo affettivo, di fazzoletti, qualche sigaretta racimolata fra la gente e di alcune chiavi di una casa utilizzata solo come rifugio notturno.

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Le ragazze della mia generazione non possono dimenticare i garbati complimenti, gli inchini ossequiosi ,che questo singolare cavaliere d’altri tempi rivolgeva loro.

E nessun fumatore ha mai negato a Turiddu una sigaretta.

Involontariamente era diventato un monumento di bontà e di dolcezza, caratteristiche rimaste inalterate anche dopo un episodio  nel quale fu vittima di mascalzoni ruba-polli che lo bastonarono, non sapendo, i vigliacchi, che la ricchezza di Turiddu era costituita esclusivamente da quella bontà e da quel sorriso che loro non avrebbero mai avuto.

Una caratteristica che, suo malgrado, ha contagiato tanta gente, che ora piange sul suo ultimo letto.Si sente il rimpianto per la dipartita di un uomo semplice,verso il quale, se non altro, tutti abbiamo un debito di valori, di cui percepiamo la valenza soltanto quando chi ne è dotato viene a mancare.

Siamo sicuri che Turiddu contagerà anche gli Angeli che il Grande Padre Celeste gli avrà inviato incontro per  accoglierlo come si deve, con il rispetto che merita,  per fargli mantenere quel  dolce sorriso, viatico di quella serenità, che ha accompagnato la sua semplice e , a modo suo, intensa vita.

La vita di Turiddu è stata lineare, serena, anche perché  non era legato a valori materiali.Infatti non aveva denari da accumulare né proprietà da gestire e difendere.

Amministrava la sua semplicità con la sapienza di chi è cosciente dei suoi limiti o di chi sa che i suoi averi sono solo quelli che si porta addosso e che si porta dentro di se.

Turiddu, chiaramente, non può essere un esempio di vita, perché non lo è.

E’ piuttosto un’icona da rispettare.

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Un uomo da ricordare perché ha dimostrato che pur fra innumerevoli difficoltà di ordine materiale, finanziario, logistico, ha vissuto senza far pesare la sua condizione su nessuno, dividendo con tutti quella serenità che, forse, era insita nel suo DNA, ma che comunque non è difficile da acquisire.

Come sarebbe bello se tutti i nostri anziani potessero vivere il loro tramonto con la stessa specificità che aveva Turiddu, lontano dai quotidiani pensieri che spesso affligge chi ha eredità da lasciare, o rapporti fra parenti da raccordare.

Chi ha anziani in famiglia è bene che sappia che la persona cui si rapporta in tutte le ore della giornata, è, probabilmente, la stessa che lo ha accudito quando era piccolo, che lo ha sostenuto nei momenti di bisogno e che lo incoraggiato nei momenti di difficoltà. Ecco cosa significa acquisire serenità.

Riceverla o trasmetterla come faceva Turiddu, trasmetterla soprattutto a chi ne ha più bisogno, ai più deboli come gli anziani.

A prescindere dal posto nel quale l’anziano passerà gli ultimi anni della propria vita, non deve venirgli meno, l’affetto, il calore, l’amore dei parenti e degli amici. A chi  ha già  dato durante la propria vita non importano, di solito, i problemi materiali.

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I nostri nonni vivono di sorrisi, ammiccamenti , carezze anche sulla mano, e bacetti, tanti bacetti.

Trasmettere serenità è restituire felicità ogni giorno a chi ha sicuramente cercato di darcene, a prescindere dalle difficoltà oggettive che ha dovuto affrontare, come Turiddu.

Nino Lo Iacono

nino lo iacono patti

altro scritto ieri.

http://scomunicando.hopto.org/notizie/personaggi-che-vanno-via-turuzzu/

12 Aprile 2016

Autore:

redazione


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