Ancora una ribalta nazionale, su Rai3, per il poliedrico artista e uomo di cultura santangiolese, ma da considerarsi cittadino del mondo. Si parlerà di Bussana Vecchia.
alle 20 e 30 su Rai Tre
Report ha realizzato un servizio giornalistico sul suo operato nel campo spaziante dal giornalismo all’arte contemporanea.
Vanni Giuffrè, nato a Sant’Angelo di Brolo, rappresenta una figura di spicco nell’arte italiana ed europea, la cui carriera ha attraversato decenni di fervente sperimentazione e successi, spaziando dalla pittura al cinema, dalla fotografia alla divulgazione culturale. Attento pòrotagonista del suo mondo, curioso e intraprendente come un diciottenne, è anche giornalista di talento, ,
Giovanissimo, Giuffrè si dedica alla pittura e già nel 1958 viene selezionato per il prestigioso Premio Mancini dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Lo stesso anno partecipa al Salone dell’Ecole Française al Museo d’Arte Moderna di Parigi. La sua carriera prende subito una piega internazionale: espone in città come Parigi, Amsterdam e Sanremo, e nel 1960 ottiene una borsa di studio dal Governo Olandese, trasferendosi ad Amsterdam dove fonda il movimento artistico Nouvelle Réalité.
Avanguardie e successi multidisciplinari
Nel 1964, a Milano, Giuffrè collabora con il grande designer Bruno Munari, contribuendo alla nascita dello Studio di Cinematografia Sperimentale “Monte Olimpino”. Questo lavoro gli vale il primo premio al Festival Mondiale di Bruxelles. Sempre nello stesso anno, è presente alla Triennale di Milano con cortometraggi commissionati da aziende come Pirelli e Mondadori.
Nel 1965, si stabilisce a Bussana Vecchia, vicino Sanremo, fondando la Comunità Internazionale degli Artisti, un laboratorio collettivo di grande fermento culturale che presiede fino al 1974.
Giornalista e Fotoreporter
Gli anni ’70 segnano per Giuffrè un periodo di viaggi avventurosi in Oriente, Africa e Centro America, che alimentano la sua passione per la fotografia. Realizza reportage pubblicati su riviste specializzate e lavora su incarichi prestigiosi, come un reportage per il Governo di Capo Verde.
Rientrato in Italia, si dedica alla produzione di documentari culturali ed etnologici, tra cui “I mestieri perduti dei Nebrodi” e “Sant’Angelo, fra leggenda e realtà”, oltre che un primo video su Brolo, dove raccontò della miniera d’argento e delle storie dei pescatori. Opere che consolidano il suo ruolo di custode della memoria e delle tradizioni locali.
Negli anni ’80, Giuffrè si distingue per il lavoro sulla valorizzazione della cultura locale. Organizza il convegno “Realtà e sopravvivenza dei paesi dell’entroterra” e produce il documentario “Alla ricerca delle radici”, dedicato all’emigrazione e alle tradizioni siciliane. È anche promotore di eventi come la mostra sulla Rivoluzione Cubana (1994) e numerosi progetti educativi per le scuole.
Nel 2006, Giuffrè fonda il Museo degli Angeli a Sant’Angelo di Brolo, l’unico al mondo dedicato a questa tematica, un centro che diventa simbolo della sua dedizione alla comunità e all’arte, ma apre , in tempi non sospetti, anche un agriturismo, recuperando la casa di famiglia.
Giuffrè ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Premio Francesco Carbone Exsperimenta nel 2018, per i suoi meriti artistici e culturali. La sua influenza è documentata da decine di critici e studiosi, che hanno analizzato la sua produzione in ogni ambito: pittura, cinematografia, fotografia e organizzazione culturale.
Visionario senza confini
Vanni Giuffrè è stato un artista, un innovatore, un ambasciatore della cultura siciliana, un pioniere delle avanguardie che si è speso anche per la politica locale, con un segno di grande rettitudine e coscienza democratica zeppa di legalità. Attraverso una carriera costellata di successi internazionali e progetti comunitari, traccia ancora un’impronta indelebile nel panorama artistico e culturale contemporaneo, riuscendo a rendere la sua vita un’opera d’arte a sé stante.
Ecco perchè la notizia che Report gli dedichi uno spazio, era totalmente messa in conto.
Bravo Vanni.