Il nido, di cui nessuno mai si era accorto, era situato a circa trenta metri dalla battigia e ad una profondità di circa 50 centimentri. Le prime tartarughine sono “emerse” dalla sabbia intorno alle 23,30 di mercoledì 11 settembre, sbagliando però strada: piuttosto che dirigersi verso il mare infatti sono risalite in direzione opposta, forse attratte e disorientate dalle luci dei lampioni che illuminano la litoranea. Prontamente allertati, sul posto sono intervenuti il sergente Antonino Adella e il 2° capo Giuseppe Calapaj, militari della Capitaneria di porto di Milazzo, che hanno “aiutato” amorevolmente le tartarughe a prendere il largo. Ieri mattina, sopralluogo in spiaggia disposto dal comandante della Capitaneria, Fabrizio Coche, alla ricerca di possibili altri nidi. Dalle prime ricerche condotte dal maresciallo Piervincenzo Raffa non sembra però che ce ne siano ancora. Oltre la Capitaneria, mobilitati anche la Ripartizione faunistico venatoria e ambientale di Messina, coordinata dal dott. Giovanni Dell’Acqua, e il Centro recupero tartarughe marine di Comiso, diretto dal biologo Gianni Insacco. Secondo gli esperti, si tratta di un evento davvero eccezionale per la costa tirrenica, solitamente evitata dalla specie Caretta Caretta in favore delle spiagge della Sicilia meridionale, evento che necessita uno studio di approfondimento. Le tartarughe marine della specie Caretta Caretta prediligono nidificare sulle più tranquille spiagge di Lampedusa, Pantelleria e del ragusano, possibilmente lontano da occhi indiscreti. Sorprende quindi la schiusa delle uova sulle spiagge di Venetico. E ancor più sorprende che il deposito delle uova sia avvenuto in piena stagione balneare (più o meno nei primi giorni di luglio) senza che nessuno si accorgesse di nulla. Probabilmente le uova sono state depositate di notte e ben mimetizzate sotto la sabbia, a tal punto da non subire alcun danno dalle centinaia di bagnanti che per tutta l’estate hanno frequentato la spiaggia di Venetico Marina. Tartarughe fortunate, insomma. Ma al di là delle fortuite circostanze, agli esperti intriga molto capire come sia stato possibile un simile evento. Cosa cioè, avrebbe spinto la tartaruga madre a nidificare sulle spiagge tirreniche: casualità, contingenti necessità, effetti magnetici, mutamenti climatici, la qualità delle acque? Interrogativi ai quali gli esperti, nelle prossime settimane, tenteranno di dare una spiegazione.
Franco Tumeo