a Tremestieri Etneo, arrestato il sindaco Rando.
Operazione “Pandora”
Nell’oscurità dell’alba di oggi, è scattata l’operazione “Pandora”, un’azione coordinata che ha visto più di 100 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania impegnati nell’esecuzione di un’ordinanza di misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale etneo. L’operazione ha coinvolto le province di Catania e Palermo, mirando ad individuare e perseguire presunti reati di natura politico-mafiosa che hanno gettato un’ombra sinistra sulla governance locale.
Undici soggetti, tra esponenti politici, funzionari comunali ed imprenditori, sono stati destinatari di misure cautelari, accusati a vario titolo di gravi reati tra cui “scambio elettorale politico – mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione aggravata, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti”.
L’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo di Catania sotto il coordinamento della Procura Distrettuale, ha risalito a intese illecite stipulate tra alcuni amministratori del Comune di Tremestieri Etneo e elementi legati alla cosca mafiosa “Santapaola-Ercolano”. Queste intese, avvenute nel contesto dell’elezione del Sindaco Santi Rando nel 2015, hanno portato all’accusa di “scambio elettorale politico – mafioso” e “corruzione aggravata” nei confronti dello stesso Rando, attualmente destinatario di custodia cautelare in carcere.
Ma l’indagine ha portato alla luce anche un’ulteriore “degenerazione affaristica” nell’ambito dell’ente comunale, con funzionari infedeli che, mediante corruttele, hanno favorito imprenditori legati agli ambienti politici dominanti. Questo sistema di favoritismi e corruzione ha minato la trasparenza e l’equità nella gestione degli appalti e dei permessi.
Intrigante è anche il coinvolgimento di un consigliere d’opposizione, Mario Ronsisvalle, che secondo gli investigatori avrebbe accettato accordi corruttivi con la maggioranza per ottenere vantaggi personali e politici. La sua presunta complicità, unita alle connessioni con esponenti politici di rilievo come Luca Rosario Sammartino, ha portato all’accusa di istigazione alla corruzione.
Per Sammartino, attuale Vicepresidente della Regione Siciliana, l’accusa è di corruzione aggravata, con conseguente sospensione di un anno dai pubblici uffici.
L’operazione “Pandora” mette in luce il pericoloso intreccio tra politica e criminalità organizzata, che mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e danneggia gravemente il tessuto democratico e sociale. La lotta alla corruzione deve essere un impegno prioritario per garantire la legalità e la giustizia nella gestione della cosa pubblica.
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