Nel disastro della Vucciria, al centro del mercato immortalato da Guttuso, dopo il crollo dell’ala di un palazzo diroccato emerge il caso “del recupero” del cuore di una città dove 228 palazzi sono a rischio.
Allarmanti gli ultimi dati. Censiti dal Comune di Palermo
Nel suo centro storico 1.300 edifici necessitano di interventi rapidi eurgenti.
Un quadro desolante che diventa emergenza in un caso su cinque.
Decisamente “pericolanti” sono 329 stabili – allarme rosso già scattato per 228 che rischiano di crollare da un momento all’altro.
Ma dicono in tanti che il problema oltre alla stabilità sta in vicende famiolioari complesse.
Queste abitazioni hanno più di 7 mila palermitani come proprietari.
Effetto di eredità indivise, liti familiari, abbandono.
Sono stabili che per chi li detinene non valgono niente e per i quali non si hanno i soldi – i privati – nè la convienza nemmeno di metterle in sicurezza.
Con rischio il rischio diventa collettivo.
Quello fisico – del crollo – e quella sociale di perdere un contesto storico chye è il cuore della città.
Ed intanto il Comuneaveva deciso di chiudere un’intera piazza facendo innalzare dei muri su tutte le strade di accesso.
Ma all’alba di domenica duemila giovani – quelli che nel fine settimana si raccolgono abitualmente in zona per la movida cittadina – hanno dato vita ad una sorta di guerriglia sociale urbana, abbattendoli dopo averli colorati con frasi che evocano il Muro di Berlino.
Mentre le foto del sindaco Leoluca Orlando nei panni di un generale sovietic diventavano il motivo dominante della nottata.
Un “miro” che diventa il beffardo Checkpoint di una Palermo offesa dal mancato recupero di un centro storico dove i vicoli di via Argenteria o di via Chiavettieri diventano “Vucciria Est” e “Vucciria Ovest”, con tanto di cartello che richiama Berlino, “You are leaving the American sector (State lasciando la zona americana)”.
Ed ora Palermo ha un altro nodo da sciogliere quello del “Checkpoint Palermo”.
Che tristezza!
foto palazzotto, cavallaro, scaffidi