PONTE DI GENOVA – L’ultima Lilliput. L’impresa Ricciardello di Brolo, da sola contro una cordata di grandi aziende nazionali
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PONTE DI GENOVA – L’ultima Lilliput. L’impresa Ricciardello di Brolo, da sola contro una cordata di grandi aziende nazionali

Una forte impresa del sud che si confronta ad armi pari con le migliori imprese italiane tra esse associate. Tra le innovazione progettuali ed i vincoli imposti in sede di capitolato c’è anche l’inedito “tocco” di alta sensibilità sociale, si propone infatti un “parco della memoria” a ricordo della immane tragedia ma nel contempo documentando la storia di questo ponte considerato a livello mondiale un vero e proprio “monumento”. La definizione della procedura potrebbe avvenire entro Natale.

Ricciardello Costruzioni e il Ponte Morandi ultimato in 37 settimane con un importo dell’opera pari a € 122.000.000,00.

Una forte impresa del sud che si confronta ad armi pari con le migliori imprese italiane.

Tra le poche imprese invitate a Genova – dieci in tutto – per la demolizione e ricostruzione del Ponte sul Polcevera, Ricciardello ha sfoderato una qualità progettuale di tutto rilevo con idee innovative molto competitive.

lUn’opera pensata, ideata e progettata in casa Ricciardello con la collaborazione del prof.Enzo Siviero [Bridge Builder Rector University eCAMPUS Novedrate Como Italy; Vice President SEWC (Structural Engineers World Congress); Honorary Member RMEI (Réseau Méditerranéen des Écoles d’Ingénieurs); Deputy Secretary General EAMC (Engineering Association of Mediterranean Countries)], dell’ing. Mario Organte , dell’ing. Adolfo Bacci, dell’arch. Alessandro Stocco coordinati dal p.m. ing. Giovanni Fiordaliso, oltre a tutto lo staff tecnico dell’impresa.

Sul fronte della demolizione, nel progetto elaborato viene dettagliata la procedura per le varie fasi (con la scelta controcorrente di non demolire i 600 m del viadotto di accesso), con una brillante soluzione per il riciclo pressoché totale delle macerie.

Sul fronte progettuale con la demolizione dei soli due tratti con i piloni e i tiranti (scelta culturalmente dolorosa ma resa necessaria dalla richiesta del bando di inserire da ambo i lati anche corsie di emergenza per l’intero viadotto) e realizzare una struttura continua con una sobria ed elegante tipologia “estradossata” a tre piloni che si colloca sulle fondazioni esistenti. Con ciò si evita di realizzare nuove fondazioni sul torrente Polcevera con indubbi vantaggi temporali per l’esecuzione di lavori in alveo ed eliminando così pericolose interferenze con i deflussi in condizioni estreme.

Il viadotto di accesso viene ampiamente irrobustito e l’allargamento è previsto con due strutture separate in affiancamento dotate di fondazioni proprie e indipendenti.

Infine, con un inedito “tocco” di alta sensibilità sociale, si propone un “parco della memoria” a ricordo della immane tragedia ma nel contempo documentando la storia di questo ponte considerato a livello mondiale un vero e proprio “monumento”.

Nel comunicato stampa aziendale questa progettazione viene definita “Un capolavoro di ingegneria e di architettura famoso in tutto il mondo realizzato in un periodo storico in cui l’Italia primeggiava a livello internazionale con le sue imprese e i suoi progettisti. E che per mezzo secolo ha caratterizzato la città di Genova tanto da essere idealmente paragonato al ponte di Brooklyn”.

Ma vi è molto di più!

Ricciardello si è impegnato a demolire e ricostruire “chiavi in mano” a ciclo completo l’intera opera in sole 37 settimane e per un importo complessivo dell’opera di € 122.000.000 . Un tempo pressoché imbattibile giustificato da una perfetta organizzazione del cantiere con attività lavorative 24 ore su 24 , 7 giorni su 7 in piena sicurezza.

Ci si augura che il criterio di scelta che sarà adottato corrisponda veramente all’interesse di Genova , delle sue attività produttive , del suo Porto e dell’intera Italia. Se così fosse Ricciardello avrebbe molte probabilità di vincere.

Staremo a vedere.

 

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28 Novembre 2018

Autore:

redazione


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