IL TRIONFO DELLA LUCE – Il 7 luglio è il Plenilunio d’estate
(esattamente quello del cancro che si determineràalle ore 19, 11minuti e 42 secondi). Ecco i riti, l’esposizione dell’acqua, le piante magiche, i perché per celebrare una festa che unisce tutti i popoli del mondo…. da sempre.
Se il 21 giugno è il SOLSTIZIO D’ESTATE, quando il sole celebra il suo trionfo, in quel¬lo che è il giorno più lungo dell’anno, ma che allo stesso tempo, rappresenta l’inizio del suo declino, il plenilunio che lo precede è un momento importante nei rituali propiziatori.
Solstizio deriva dal latino sol stat, “il sole si ferma†ed infatti, pare quasi che il sole indugi un po’ in questa posizione prima di riprendere il suo cammi¬no discendente. Il sole raggiunge la sua massima declinazio¬ne positiva rispetto all’equatore celeste, per poi riprendere il cammino inverso: inizia l’estate astronomica.
E’ tempo in cui possiamo ricevere il massimo della poten¬za solare: la mistica forza che unisce cielo e terra è ora più forte. Questa elementare verità, era conosciuta dagli antichi popoli che pare fossero a conoscenza del fatto che le “ley linesâ€Â, le misteriose linee energetiche che solcano la super¬ficie terrestre aumentano la loro carica energetica tramite la potenza solare.
Anche monumenti come menhir, dolmen e cerchi di pietre erano forse focalizzatori artificiali del siste¬ma energetico terrestre. I cristalli possono essere potente¬mente caricati al solstizio e siccome il granito dei megaliti di Stonehenge contiene una grande quantitàdi quarzo, questo cerchio si attiva al Solstizio, generando un forte campo energetico.
Non a caso la cerimonia del Solstizio d’Estate è la festa più elaborata e più famosa compiuta dai moderni ordini druidici, che la celebrano ogni anno appunto a Stonehenge. Il Neo-DruidiSmO chiama il Solstizio d’Estate Alban Heruin, “Luce della rivaâ€Â. Infatti, la festa è al centro dell’an¬no, al suo volgere, così come la spiaggia è il luogo d’incontro di mare e di terra dove i due confini si uniscono. Nelle tradi¬zioni antiche la “terra†era la zona astronomica al di sopra dell’equatore celeste e I’ “acqua†quella inferiore. Il sole tro¬vandosi nel loro punto d’incontro è come sulla riva del mare.
Pur se cristianizzata come festa di San Giovanni (24 giu¬gno) la notte di mezza estate ha conservato tutte le sue valenze magiche.In tutta Europa si traevano (e forse ancora si traggono) presagi ad opera delle ragazze nubili per sapere se si sposeranno ed eventualmente acquisire indizi sull’iden¬titàdel futuro sposo. Ad esempio col piombo liquefatto nelle padelle si individuava, tramite le forme assunte dal metallo, il mestiere del futuro sposo. Altri metodi utilizzavano la chiara d’uovo versata nell’acqua o le fave sbucciate.
Sui Nebrodi, come nel Galles per trovare la propria anima gemella si cammi¬nava intorno ad una chiesa nove volte e si metteva alla fine di ogni giro un coltello nella serratura del portone, dicendo: “Qui c’è il coltello, dove è il fodero?†Il simbolismo è evidente…
LE PIANTE MAGICHE
Usanze logiche se si pensa che la Natura, al massimo del suo rigoglio, favorisce tutto ciò che riguarda l’amore e la fertilità. Mazzetti di erbe collocati sotto il cuscino favori¬scono i sogni divinatori: le erbe giocano un ruolo di primo piano nelle tradizioni solstiziali e di San Giovanni (riti simili si conservano a Piraino).
Si raccolgono piante aromatiche da bruciare sui faló sol¬stiziali, piante che danno poco fumo e hanno un buon aroma, come timo, ruta, maggiorana. Era comune credenza che mol¬tissime piante in quest’epoca avessero poteri quasi miracolosi.
Il vischio è una pianta solstiziale molto importante nella tradizione celtica: secondo lo scrittore romano Plinio pare che gli antichi Druidi raccogliessero questa pianta con un falcetto d’oro, strumento che univa la forma lunare al metallo solare. I rami di vischio al Solstizio d’Estate assumono un aspetto dorato, il famoso Ramo d’Oro dei miti.
Il sambuco tagliato la vigilia del Solstizio, sanguina nelle leggende bri¬tanniche. Il seme di felce permetteva di trovare tesori nascosti, mentre il leggendario fiore di felce (che non esiste, al pari del seme, in quanto la felce è una pianta pteridofita, cioè che si riproduce tramite spore) rendeva invisibili i suoi fortunati raccoglitori.
In tutti i paesi europei si raccoglievano erbe rite¬nendole impregnate di miracolose virtù: la verbena portava prosperità, mentre l’artemisia sacra ad Artemide sorella di Apollo, proteggeva dal malocchio. Si riteneva in particolare che l’energia solare si raccogliesse in fiori come la calendula o l’iperico, la miracolosa “erba di San Giovanniâ€Â.
Proprio tutte queste virtù più magiche che terapeutiche attribuite alle piante, spiegano l’abbondare di leggende riguardanti coloro che più di ogni altra persona conoscevano le erbe magiche: le streghe ( l’ultima dei nebrodi si dice venne uccisa all’Argimusco).
L’usanza antica di certe donne di recarsi nude a raccogliere erbe ricorda antichi riti in cui le donne andavano nude nei campi per propiziare il raccolto, spesso compiendo danze cavalcando bastoni o manici di scopa.
Anche questa usanza può essere all’origine di tanti rac¬conti sulle streghe. Forse dietro le storie dei raduni di incan¬tatrici e di fattucchiere nella notte di mezza estate, si cela anche il ricordo dei riti solstiziali celtico-germanici intorno ad un albero (il noce di Benevento!) o delle feste licenziose in onore della dea Fortuna nell’antica Roma che si tenevano appunto il 24 giugno.
In onore di Fortuna tutta la popolazio¬ne, ricchi e poveri, liberi e schiavi, accorreva ai templi, ban¬chettava e danzava. Fortuna è la Dea della casualitàassoluta, del caos benefico e rigeneratore.La somiglianza di queste feste con i Saturnali del Solstizio d’Inverno fanno del Solstizio estivo una sorta di capodanno o di carnevale, un periodo“caotico†in cui il cosmo si rinnova e si ricrea, con conseguente rimescolamento dei ruoli sociali e capovolgimento delle norme morali. In questo benefico caos assumono rilievo i due elementi primordiali del fuoco e dell’acqua, contrapposti ma pur sempre complementari, sim¬boleggiando il primo i poteri della divinitàmaschile e la seconda quelli della divinitàfemminile o, se si preferisce il sole e la luna. Nell’astrologia antica, giàad i tempi di Babilonia, il Solstizio d’Estate era simboleggiato dal matrimonio di sole e luna, in cui i due astri spargono le loro energie sul mondo.
IL RITO DELL’ACQUA
L’acqua del Solstizio è appunto direttamente collegata alla luna e al segno del Cancro: significativamente il glifo di questo segno zodiacale è composto da due segni spirali-formi che si oppongono in un simbolo simile allo Yin-Yang orientale, forse indicanti le due metàdell’anno che ora si incontrano.
Nelle celebrazioni solstiziali l’acqua è rappre¬sentata dalla rugiada o “guazza di San Giovanniâ€Â, cui sono attribuiti poteri miracolosi: fare ricrescere i capelli, ringio¬vanire la pelle o addirittura propiziare la fertilità.
Non era raro che molte giovani donne si bagnassero nude nei prati con la magica rugiada la notte di San Giovanni o quella della notte del plenilunio.
L’acqua può, anzi deve essere raccolta in un recipiente metallico, ed esposta alla luna per tutta la notte, poi usate per berne un po’ e per bagnarsi.
IL RITO DEL FUOCO
Il fuoco viene simboleggiato dai falò accesi un po’ ovun¬que in Europa nella notte solstiziale o di San Giovanni, fuo¬chi che sono strettamente collegati a quelli del Solstizio d’Inverno o ai fuochi di primavera. Quale è il loro significa¬to? Secondo una teoria sono simboli solari e accenderli significa rafforzare l’energia dell’astro che d’ora in avanti va declinando. Un’altra interpretazione esalta il loro valore purificatorio, con cui vengono scacciati gli spiriti maligni e le malattie.
Non bisogna dimenticare infatti che in questo periodo caotico, di “passaggioâ€Â, così come gli esseri umani hanno libero accesso a regni e poteri soprannaturali, così anche le entitàmalefiche possono vagare indisturbate per il nostro mondo. In molti luoghi si diceva che coloro che ave¬vano il coraggio di rimanere nel cimitero la vigilia di Mezza Estate potevano avere la visione di quelli che sarebbero morti nel corso dell’anno!
Nel folklore nord-europeo la vigi¬lia di San Giovanni è una delle tre “notti degli spiriti†insie¬me alle vigilie di Calendimaggio e di Hallowee’enlSamhain. Ad ogni modo tutte le tradizioni popolari europee vedono l’accensione di fuochi sulle colline, processioni notturne con fiaccole e ruote infuocate gettate lungo i pendii.
A somi¬glianza dei fuochi di Beltane (festa di cui in fondo il Solstizio è la controparte celeste, astronomica) si danza intorno ai falò e si salta sulle fiamme quando queste si abbassano. Il fumo dei fuochi veniva usato per purificare il bestiame, mentre le ceneri erano sparse sui campi per propi¬ziarne la fertilità.
Al Solstizio d’Estate vengono a interagire e ad interse¬carsi i due cicli della Ruota dell’Anno: quello primordiale dei cacciatori-raccoglitori che narra lo scambio stagionale di potere tra due figure gemelle, e il ciclo solare solstizia¬le-equinoziale.
L’idea di due divinitào di due re che combattono eter¬namente tra loro appare in molte culture. Basti pensare ad Apollo che uccide il serpente Pitone a Delfi, al dio babi¬lonese Marduk che abbatte Tiamat o a Zeus che lotta con¬tro Tifone. Il serpente era nella remota antichitàuna divinitào il simbolo di varie divinità, forse la raffigura¬zione del dio dell’anno calante. Ciò può avere generato più tardi i miti degli eroi che uccidono draghi. Ma se nelle mitologie più antiche il signore abbattuto risorgeva ogni anno, in modo che la luce e l’oscuritàregnassero in equi¬librio tra loro, in tutti questi miti più tardi, probabilmen¬te per influenza dei culti solari legati alla regalità, la vittoria dei personaggi “luminosi†è sempre definitiva e senza appello.
La pianta sacra del solstizio d’estate è l’iperico. L’iperico raccolto a mezzogiorno del solstizio era capace di guarire molte malattie, mentre le radici raccolte a mezzanotte cac¬ciavano via gli spiriti maligni. L’iperico era appeso sulle porte per proteggere le abitazioni dagli spiriti malvagi, e il suo nome greco hyperikon significa appunto “proteggere†o “sconfiggere un’apparizioneâ€Â. Inoltre si diceva che le donne ansiose di concepire dovevano andare nude nel loro giardi¬no la vigilia di San Giovanni e raccogliere l’iperico.
CELEBRARE L’ARRIVO DELL’ESTATE
I poteri del Dio Sole sono allo zenith e anche se i giorni più caldi devono ancora venire, l’estate è ormai con noi. Si vuole trascorrere quanto più tempo possibile al sole e all’a¬ria aperta. Si gioisce nel pieno flusso dell’abbondanza, nel¬l’apogeo di luce e calore. E’ un momento adatto per concludere e portare a compimento quello che stiamo rea¬lizzando. Ed è anche tempo di gioia e di divertimento. Come celebriamo la crescita delle messi così festeggiamo la nostra crescita interiore.
Psicologicamente è il momento di celebrare il raggiungi¬mento dei nostri obiettivi, di riconoscere i nostri talenti e la nostra azione nel mondo esterno. Ma tutto scorre e dobbiamo ricordarci che la vita è un processo dinamico, non una condizione fissa. In questo periodo, punto di equilibrio tra l’anno crescente e l’anno calante, troviamo il momento idea¬le per lavorare sulle qualitàdi integrazione e di equilibrio: integrazione di quello che abbiamo imparato in questi mesi e raggiungimento di un nuovo equilibrio interiore.
Per celebrare il plenilunio prima ed il solstizio poi possiamo fare cose molto sem¬plici.
Ad esempio alzarci all’alba e osservare il sole che spunta, meditando sulle sue qualitàe sul suo destino: la massima forza coincide con l’inizio del suo declino.
Possiamo bagnarci con la rugiada solstiziale oppure accendere un piccolo falò nel nostro giardino la vigilia del solstizio e organizzare un piccolo festino con i nostri amici.
Possiamo raccogliere le erbe del solstizio e conservarle come portafortuna.
Ma possiamo anche celebrare ritualmente questo momen¬to con una veglia che cominci a mezzanotte, in fondo è la notte più breve dell’anno! Se si è all’aperto si può tenere acce¬so un piccolo fuoco oppure si possono accendere candele rosse o dorate, meditare sui significati di questa festa, ascol¬tare o suonare musica, leggere poesie, magari in compagnia dei nostri amici.
Questa veglia ci daràmodo di rivedere il nostro anno con le cose iniziate e quelle compiute, nonché di guardare al resto dell’anno che si stende davanti a noi.Al momento dell’alba possiamo salutare il sole dicendo:
“Salute a te Sole nel giorno del tuo trionfo!â€Â. Sentiamo l’ener¬gia solare che pervade il mondo intero e accettiamo il fatto che questo momento di trionfo sia anche l’annuncio del declino
Possiamo fare offerte di vino e di dolci.
Foto: jpg – i92.photobucket.com, centroufologicotaranto.wordpress.com, www.ilcerchiodellaluna.it