“Prendi la tua villetta a Gaza”: l’azienda israeliana fa sognare i nuovi coloni.
FRONTE MARE
Una società – l’azienda edile israeliana, Harey Zahav (Montagne d’oro) – già pubblicizza proprietà “coloniali”. L’immobiliare partita da un piccolo sobborgo di Ariel, una delle colonie più grandi e popolose in Cisgiordania, oggi gestisce progetti molto più ambiziosi. Il disegno di una mezza dozzina di villette tra le macerie di Gaza e sopra la scritta “Svegliatevi, una casa al mare non è un sogno!”. Così viene pubblicizzata sui social il progetto di nuove colonie nella Striscia. L’impresa si definisce “leader nel mercato immobiliare in Giudea e Samaria” e costruisce insediamenti ebraici in Cisgiordania.
Quando è iniziata la guerra, alcuni dipendenti dell’azienda si sono arruolati per combattere a Gaza. Tra questi anche lo stesso amministratore delegato Shlomo Warmstein. Aspetto di cui vanno particolarmente orgogliosi, tanto da pubblicizzarlo a più riprese sui social.
Non mancano, però, i commenti di condanna all’azienda.
«Il posto migliore per questo progetto è l’inferno. La tua nazione è immaginazione», scrive un utente. «Ladri», incalza un altro. «Non sono vostre terre», aggiungono in tanti altri. Inoltre, ricorda Il Fatto, per il diritto internazionale sono illegali tutte le colonie oltre la linea dell’armistizio. Un aspetto su cui tra l’altro c’è unità di giudizio: dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite alla Corte Penale Internazionale e quella di giustizia dell’Aja. Ma non solo. Costruire nuovi insediamenti su quelli già esistenti viola anche le stesse leggi israeliane.
Su questo punto – prosegue Il Fatto – c’è unità di giudizio:
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Corte Penale Internazionale e quella di giustizia dell’Aja a cui si aggiungono tutte le maggiori ong e illustri accademici. All’inizio della guerra alcuni dipendenti della Harey Zahav, riservisti dell’esercito, sono stati reintegrati nelle forze armate e stanno combattendo a Gaza. L’estrema destra, che guida il Paese, ritiene necessario ampliare il più velocemente possibile gli insediamenti esistenti e costruirne di nuovi. Questo viola le stesse leggi israeliane. Il governo pianifica nuove unità abitative e approva ex-post occupazioni di terre palestinesi trasformatesi in piccoli villaggi. Secondo gli osservatori internazionali le colonie, sin dagli accordi di Oslo, sono il più grande ostacolo per un negoziato di pace perché rompono l’integrità territoriale palestinese. Gli scontri tra coloni, armati dal governo, e le comunità a cui viene sottratta la terra sono l’epicentro della violenza da anni.
In un altro post condiviso sul profilo Facebook ufficiale dell’agenzia, la Harry Zahav Company ha annunciato “prezzi di prevendita” per i “lotti abitativi” sul territorio palestinese.
Fonte: Il Fatto Quotidiano.